Fumetti in
un blog che parla di letteratura e cultura, molti lo considereranno
inappropriato. Che c'entrano i fumetti con la cultura?
Da sempre il
fumetto è considerato un medium povero, un mezzo espressivo troppo
popolare, buono per il divertimento di bambini o poco più (Anche se
non è sempre vero, in Francia, Giappone e Stati Uniti, per non
parlare della grande tradizione, anche politica, del fumetto
sudamericano, il fumetto è considerato un'arte al pari di
letteratura, cinema e musica).
Nel corso
del tempo, questo pregiudizio ha portato persino a vere e proprie
cacce alle streghe, come quella scatenata dallo psichiatra Frederic
Whertham e dal suo saggio “La seduzione degli innocenti” del
1954, con cui l'accademico, con argomentazioni in certi casi al
limite del delirante, cercava di dimostrare come il fumetto popolare
fosse all'origine di ogni piaga sociale, dall'alcolismo alla
violenza, diffusa tra i giovani statunitensi.
Tra i
genitori delle buone famiglie americane si scatenò il panico, con
manifestazioni di isterismo che portarono addirittura a roghi di
fumetti nelle piazze ed assalti di folle di esagitati alle sedi delle
più note case editrici pubblicanti Comics.
Si
arrivò persino a discutere al senato leggi che limitassero la
diffusione dei fumetti e ne sottoponessero il contenuto al ferreo
regime di censura del Comics Code Authority, fino a portare,
alla metà degli anni cinquanta, alla quasi estinzione del genere
fumetto negli Stati Uniti.
Inutile
dire che le suddette piaghe sociali non sembrarono risentire
minimamente della cosa.
Come
potremmo rispondere a questa selva di pregiudizi noi poveri amanti
dei fumetti?
Beh,
potremmo cominciare a dire che il fumetto, unendo testo ad immagini
disegnate o dipinte, letteratura e pittura, ha una
potenzialità artistica doppia di entrambe.
Oppure potremmo
appellarci al suo primato di più antica espressione di arte
narrativa dell'umanità.
Prendiamo
le famosissime grotte dipinte di Lascaux, con i loro magnifici tori,
cavalli, e creature fantastiche dipinte dai nostri antenati
cacciatori di diciassettemila anni fa. All'inizio si pensava fossero
elementi di riti propiziatori tesi a garantire una buona caccia, poi
i ricercatori si resero conto di come fossero in realtà la
raffigurazione dei loro miti.
Proprio
come le pitture rupestri degli aborigeni australiani che narrano le
storie della donna serpente Kunia che inventò il boomerang, o i
guerrieri delle incisioni su roccia della Val Camonica. Un
racconto per immagini. Il
primo fumetto della storia.
Potremmo
anche parlare delle tombe egizie, decorate con storie e personaggi
che parlano grazie a vere e proprie nuvolette in geroglifico!
Quindi,
forti di questi argomenti, possiamo andare a parlare di fumetti
persino in un blog dedicato alla cultura “alta”, come quello del
professor Massimo Beccarelli. L'occasione è stata una serie di
incontri, organizzati proprio da Massimo, che nell'ultimo anno hanno
portato a Borgo Val di Taro alcuni dei più noti esponenti del
fumetto italiano, partendo dallo storico sceneggiatore di Tex,
Claudio Nizzi, che ebbe il l'onere e l'onore (un compito da far
tremare i polsi) di raccogliere il testimone del “Papà” di Tex,
Gianluigi Bonelli, dopo il suo ritiro, passando per Moreno Burattini,
sceneggiatore e curatore di Zagor e colonna portante della casa
editrice Bonelli, per finire in bellezza con il mitico Gallieno Ferri,
storico disegnatore di Zagor e uno dei massimi artisti del fumetto
italiano ed internazionale.
E
proprio dai fumetti Bonelli vogliamo partire per fare un excursus,
tutt'altro che esaustivo, per carità, dei più grandi fumetti
mondiali, nel tentativo di dimostrare che anche i nostri amati
“giornalini”, sono, alla fin fine, un' espressione artistica che
nulla ha da invidiare a qualunque altra.
E
siccome siamo italiani, da chi cominciare, se non da LUI?
“é incidentalmente incappato in due pallottole
mentre cercava di rubarmi il cavallo...”
Il
solo e mitico TEX...
Ne parleremo nella prossima puntata!
A presto,
Mirko.