mercoledì 11 febbraio 2015

"Il solo e mitico Tex": uno sguardo ironico sulla figura di Tex Willer





Nato nel 1948 dalla fantasia di Gianluigi Bonelli e dalle matite di Aurelio galep Galeppini come semplice supporter della loro serie Occhiocupo, come altri fumetti dell'epoca, Il grande Blek, o Capitan Miki, cercava di, è il caso di dirlo, cavalcare la allora imperante passione per l'universo western, esportato in tutto il mondo dai film di Hollywood, e in particolare da quelli di John Ford.
In breve, però, Tex si scosta da tutti i suoi epigoni, anche quelli di celluloide, divenendo un vero fenomeno di costume. A lui negli anni verranno dedicate tesi di laurea e saggi di sociologia. Nel 1959 Bonelli ha l'idea di presentare la serie nel formato che da lui prende il nome e che diventerà sinonimo di albo a fumetti in Italia, l'albo di novantasei pagine che tutti conosciamo, una vera innovazione, per molti versi geniale. Da allora i numeri diventano impressionanti, più di trenta serie tra riedizioni, ristampe, e raccolte, le tirature giungono alla cifra record di 700 000 copie vendute, fino alle 250 000 attuali, che fanno di Tex la serie regolare mensile più venduta al mondo.
Un fenomeno di cultura popolare che, in barba a chi taccia Tex di essere un fumetto ancorato al passato, reca anche elementi di grande modernità. In un periodo dove immancabilmente gli indiani, cattivi, si scontrano con i cowboys, buoni, (parliamo del 1949) Tex non solo si schiera dalla parte dei nativi americani, ma ne sposa addirittura una, laddove in alcuni stati della civilissima America degli anni quaranta le unioni interrazziali sono ancora considerate illegali. Nei suoi albi Tex denuncia l'avidità dei bianchi e lo sterminio delle tribù indiane, tema che la cultura popolare americana, con i suoi film, affronterà solo negli anni settanta, ben venti anni dopo il nostro Tex!
Ma una disamina del fenomeno Tex sarebbe troppo monumentale, limitiamoci, con i nostri modesti mezzi, ad osservare Tex sotto un punto di vista diverso e speriamo divertente.
Per esempio, i suoi numeri.
Tex all'ultimo conteggio dei suoi fan più sfegatati, aveva ucciso 2800 nemici.
Neanche un'epidemia di vaiolo!
Come dice a Kit:
La benemerita confraternita dei becchini dovrebbe darci un'onorificenza”
Come dargli torto?
E neanche i cappellai se la passano male grazie a lui. Gli hanno colpito il cappello settantaquattro volte. Ma lascialo a casa!
<<lilith, c'è da rammendarmi il cappello!>>
<<Oh no, di nuovo!>>
Povera donna.
Cappellai e becchini se la passano bene nella saga Texiana, non così tanto i politici.
Un bieco senatore cerca di spiegare la realpolitik al ranger, e di come siano la storia e il progresso a volere la fine della nazione indiana. Davvero, a Tex?
Vuoi uno sganassone, testa di vitello?” è la granitica risposta del nostro eroe. Duemila anni di teoria politica buttata ai cactus.
Ti amiamo, Tex.
Altro grande tema texano, che ne è stato di Dynamite, il mitico cavallo che lo seguiva nelle sue prime avventure? Il cavallo capace di slegare corde ai polsi, e aspettare Tex sempre sotto alla finestra giusta dell'albergo, neanche passasse mazzette al consierge?
<<La terza da destra, signor Dynamite. La biada sul conto del signor Tex?>>
Che fine avrà fatto?
A Tex gli hanno ucciso quarantadue cavalli. Secondo voi che fine ha fatto? Forse se l'era presa per la biada.
Per fortuna che nel west non si cavalcavano i panda, che se no a quest'ora ce li eravamo giocati tutti.
E il suo ferocissimo pastore tedesco?
<<Lilith, stavolta mi porto il cane!>>
Ecco.
Sua moglie?
Morta ammazzata.
La sua quasi nuora Fiore di Luna?
Morta ammazzata.
Suo suocero Freccia Rossa?
Morto ammazzato.
Suo fratello Sam?
Si, avete capito.
Un'ecatombe. Peggio della signora in giallo.
Ma passiamo a temi più leggeri.
Bistecca e patatine.
Qualche fan, non sappiamo perché, si è preso la briga di controllare quante volte Tex e soci vadano al ristorante a “Mettere le zampe sotto ad un tavolo”, e cosa ordinino. Bene, ci sono andati settantacinque volte, ordinando tutte le volte, nessuna esclusa, la leggendaria “Bistecca alta quattro dita sepolta sotto una montagna di patatine”.
La bistecca alta quattro dita è praticamente una coprotagonista della serie.
Impossibile che Tex muoia per un colpo di pistola, casomai sarà il colesterolo ad ucciderlo.
Il più grande nemico di Tex non è Mefisto, è la bistecca.
Pure quando in una nota avventura si reca nella chinatown di San Francisco, cosa credete che ti ordini il nostro? Pollo in agrodolce?
Bistecca e patatine. In un ristorante cinese...!
I fan di cui sopra poi, in un eccesso di passione che sfiora il fanatismo religioso, sono andati a controllare quante volte Tex beva. E cosa.
Orbene, in seicento, e ripeto seicento e passa numeri, Tex beve acqua solo venti volte. Otto delle quali da una borraccia dopo essere stato abbandonato, barra perduto, nel deserto, con il cavallo morto, ovvio. Borraccia immancabilmente semi vuota. Ma devi attraversare il deserto, dico io, portatene almeno un paio! Mica te la fanno pagare!
Per il resto beve direttamente da fiumi, pozze mefitiche in mezzo al deserto, trogoli per cavalli.
Nelle settantaquattro volte al ristorante beve birra ghiacciata, mentre nei vari saloon apparsi nella saga ordina un numero imprecisato tra Tequile, Mescal, Whiskey, Rum, e pure vino. Mai una volta che ordini un bicchiere d'acqua.
In settant'anni di pubblicazioni nemmeno un bicchiere d'acqua.
Il fegato di un rinoceronte!
E per finire in bellezza, il tema pallottole.
Tex ha ucciso duemila e ottocento nemici, metti che non li abbia ammazzati tutti al primo colpo (Capiterà anche a lui, no?) fanno circa tremilatrecento pallottole esplose.
Ora, in tutta la saga, Tex viene visto ricaricare la colt ventidue volte.
22x6=132.
Ha sparato tremilatrecentovolte usando solo centotrentadue pallottole.
Che Tex sia un po' tirchio? Così si spiegherebbe la camicia gialla. Sempre quella. Da settant'anni.
Lilith gliela avrebbe sicuramente fatta cambiare prima.
Ben altro ci sarebbe da dire sul nostro Tex, ma lo spazio è tiranno, solo una cosa ancora rimane: parafrasando un noto documentario a lui dedicato:
Come Tex, nessuno mai!
Sperando di non avervi annoiati, grazie e a risentirci.
Mirko



6 commenti:

  1. Bellissimo questo articolo, molto molto divertente.
    Un simpatico modo per omaggiare il personaggio che con Diabolik rappresenta il fumetto popolare italiano vecchio stile.
    Complimenti, mi sono divertito molto a leggerlo^^
    Aspetto gli altri.

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie mille Miki, riporterò i complimenti a Mirko, autore dell'articolo! Gli chiederò di mettersi subito al lavoro per donarci altri "pezzi" belli come questo!

      Elimina
  2. Molto bello, complimenti!

    Mauro Corbetta
    RetroEdicola Videoludica

    RispondiElimina
  3. Risposte
    1. Grazie a te Carlo per l'attenzione, e a Mirko, autore dell'articolo! :-)

      Elimina