Tutti
conoscono Don Chisciotte, eroe tragicomico, e il suo fido scudiero
Sancho Panza, protagonisti straordinari di avventure sempre al
confine tra realtà e follia. E' senza dubbio meno noto il fatto che
l'autore del Don Chisciotte, Miguel de Cervantes, è stato a sua
volta protagonista di esperienze di vita a dir poco rocambolesche e,
senza dubbio, degne del suo personaggio. A soli 24 anni, infatti, lo
troviamo imbarcato su una galea spagnola agli ordini di don Giovanni
d'Austria, fratello minore del re Filippo II di Spagna, impegnato a
partecipare a una delle battaglie epocali del periodo, la battaglia
di Lepanto del 1571. Il giovane Miguel, di stirpe nobile, è un
archibugiere, e si trova a bordo di una nave che fu coinvolta appieno
dalla carneficina, tanto che furono ben 40 i morti all'interno
dell'equipaggio, senza contare un centinaio di feriti. Anche lui
rimase ferito gravemente alla mano e al braccio sinistro, che
rimasero per sempre offesi, e che gli valsero il ben poco gradevole
soprannome di “monco”.
Dopo
la vittoria della flotta spagnola, fu nominato Capitano e partecipò
ad ulteriori vicende belliche, ma ormai la vita militare lo aveva
profondamente deluso. Durante i mesi di convalescenza in ospedale,
infatti, Miguel aveva scoperto il mondo della letteratura e della
poesia, e aveva scritto i primi componimenti. La passione letteraria
lo colse in modo così repentino e deciso che, nel 1574, decise di
abbandonare la carriera militare e di tornare a casa, per dedicarsi
alla scrittura.
Le
sue disavventure, però, non erano ancora finite. Mentre era in
viaggio per ritornare in Spagna, infatti, la sua nave fu assalita da
una flotta di pirati barbareschi, che lo catturarono e lo portarono
ad Algeri, attivo centro di pirateria e commercio degli schiavi. La
schiavitù di Cervantes durò ben 5 anni, nonostante i ripetuti
tentativi di fuga del nostro, che non si rassegnò mai alla perdita
della libertà.
Solo grazie all'intervento della famiglia, che pagò
un fortissimo riscatto, Miguel potè tornare in patria. Era il 1580,
e aveva ormai 33 anni.
Finalmente libero, intraprese la sua carriera
di scrittore. Era stato lontano da casa, prima come soldato e poi
come schiavo, per ben 11 anni.
Il successo del suo Don Chisciotte o,
per meglio dire, del “fantasioso nobiluomo don Chisciotte della
Mancia”, lo avrà forse ripagato, almeno in parte, delle sofferenze
subite.
Nessun commento:
Posta un commento