sabato 8 ottobre 2016

Curiosità letterarie: la gioventù avventurosa di Miguel de Cervantes




Tutti conoscono Don Chisciotte, eroe tragicomico, e il suo fido scudiero Sancho Panza, protagonisti straordinari di avventure sempre al confine tra realtà e follia. E' senza dubbio meno noto il fatto che l'autore del Don Chisciotte, Miguel de Cervantes, è stato a sua volta protagonista di esperienze di vita a dir poco rocambolesche e, senza dubbio, degne del suo personaggio. A soli 24 anni, infatti, lo troviamo imbarcato su una galea spagnola agli ordini di don Giovanni d'Austria, fratello minore del re Filippo II di Spagna, impegnato a partecipare a una delle battaglie epocali del periodo, la battaglia di Lepanto del 1571. Il giovane Miguel, di stirpe nobile, è un archibugiere, e si trova a bordo di una nave che fu coinvolta appieno dalla carneficina, tanto che furono ben 40 i morti all'interno dell'equipaggio, senza contare un centinaio di feriti. Anche lui rimase ferito gravemente alla mano e al braccio sinistro, che rimasero per sempre offesi, e che gli valsero il ben poco gradevole soprannome di “monco”.
Dopo la vittoria della flotta spagnola, fu nominato Capitano e partecipò ad ulteriori vicende belliche, ma ormai la vita militare lo aveva profondamente deluso. Durante i mesi di convalescenza in ospedale, infatti, Miguel aveva scoperto il mondo della letteratura e della poesia, e aveva scritto i primi componimenti. La passione letteraria lo colse in modo così repentino e deciso che, nel 1574, decise di abbandonare la carriera militare e di tornare a casa, per dedicarsi alla scrittura.
Le sue disavventure, però, non erano ancora finite. Mentre era in viaggio per ritornare in Spagna, infatti, la sua nave fu assalita da una flotta di pirati barbareschi, che lo catturarono e lo portarono ad Algeri, attivo centro di pirateria e commercio degli schiavi. La schiavitù di Cervantes durò ben 5 anni, nonostante i ripetuti tentativi di fuga del nostro, che non si rassegnò mai alla perdita della libertà. 
Solo grazie all'intervento della famiglia, che pagò un fortissimo riscatto, Miguel potè tornare in patria. Era il 1580, e aveva ormai 33 anni. 
Finalmente libero, intraprese la sua carriera di scrittore. Era stato lontano da casa, prima come soldato e poi come schiavo, per ben 11 anni. 
Il successo del suo Don Chisciotte o, per meglio dire, del “fantasioso nobiluomo don Chisciotte della Mancia”, lo avrà forse ripagato, almeno in parte, delle sofferenze subite.




Nessun commento:

Posta un commento