tag:blogger.com,1999:blog-55092190725347535412024-03-18T19:15:10.146+01:00Lettore di Provincia- di Massimo BeccarelliUn blog che parla di libri, storia e storie... con attenzione al mondo socialMassimo Beccarellihttp://www.blogger.com/profile/13872872721433163547noreply@blogger.comBlogger257125tag:blogger.com,1999:blog-5509219072534753541.post-42992634406133163342024-03-09T16:55:00.004+01:002024-03-09T16:55:57.886+01:00Marcel Proust avrebbe pagato per avere buone recensioni. Lo rivela il Guardian.<p><span style="font-family: verdana; font-size: large;"> </span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: large;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: large;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoe4EHxzBMz9NAdOAHBcCGCjPXaULOutigSf_rBefRNaXz5j3RFrqsLNDXvaXUd1DC3BHAY6GOddhh21gRlIZcpdBdVF8ew4-SlBc1po19sqBn21NCM2IfWIa-p6-GVN8_j7gjA9osfdP7-6W_NYSWDkIiL4_uk2VXc6OYzlqJ2ToebpMg8Pta6SrsU4Y/s500/Proust.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="333" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoe4EHxzBMz9NAdOAHBcCGCjPXaULOutigSf_rBefRNaXz5j3RFrqsLNDXvaXUd1DC3BHAY6GOddhh21gRlIZcpdBdVF8ew4-SlBc1po19sqBn21NCM2IfWIa-p6-GVN8_j7gjA9osfdP7-6W_NYSWDkIiL4_uk2VXc6OYzlqJ2ToebpMg8Pta6SrsU4Y/w426-h640/Proust.jpg" width="426" /></a></span></div><span style="font-family: verdana; font-size: large;"><br />È </span><span style="font-family: verdana; font-size: large;">difficile imporsi nel mondo letterario, ritagliarsi un proprio spazio e
ricevere buone recensioni. Questo si sa. Non solo oggi, ma anche nel passato.
Anche gli scrittori destinati a diventare “classici” della letteratura non
hanno sempre avuto successo, nel corso della loro carriera e, talvolta, hanno
usato metodi non proprio ortodossi per incrementare le vendite dei loro volumi.
Basti pensare al giovane Gabriele D'Annunzio che, per promuovere il suo primo
libro di poesie, “Primo vere”, fece pubblicare la falsa notizia che l'autore
era morto cadendo da cavallo. Analogo espediente era stato quello usato da
Olindo Guerrini che per far parlare del suo volume “Postuma” si inventò
addirittura che fosse opera di un cugino, Lorenzo Stecchetti, regolarmente
morto in giovane età, pure quello, per tisi.<o:p></o:p></span><p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: large;">Stupisce
comunque, nonostante queste premesse, la notizia battuta qualche anno fa dall'agenzia di
stampa Ansa e quindi senza dubbio degna di considerazione, che riguarda Marcel
Proust. L'autore amatissimo della “Ricerca del tempo perduto” avrebbe pagato i
giornali del suo tempo per avere buone recensioni del primo volume della
“Recherche”, “La strada di Swann”. In occasione della vendita a Parigi di un raro esemplare di quel volume, infatti, una serie di lettere
rivelarono che usò metodi non proprio ortodossi per garantire una buona
accoglienza al suo volume. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: large;">Il
Guardian on-line, importante giornale britannico, rivela che “le scriveva lui
stesso e le faceva battere a macchina dal suo editore, affinchè non ci fossero
tracce della sua scrittura”.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: large;">Le
lettere in cui si parla di queste recensioni sono state messe in vendita, insieme
ad altri scambi epistolari, dalla casa d'aste Sotheby's. Lo scrittore avrebbe
pagato 300 franchi, in particolare, per un riferimento in prima pagina su “Le
Figaro”. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: large;">Queste
rivelazioni non tolgono nulla al valore letterario dell'opera. Semmai ci dicono
del forte desiderio di affermazione dell'autore che, però, non ci fa una gran
bella figura. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: large;">Che
ne dite lettori? </span><span style="font-size: 13pt;"><o:p></o:p></span></p>Massimo Beccarellihttp://www.blogger.com/profile/13872872721433163547noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5509219072534753541.post-43813647674949052272024-03-05T21:00:00.000+01:002024-03-05T21:01:05.788+01:00Quegli anagrammi nascosti nella Gioconda americana di Leonardo<p><span style="font-family: verdana; font-size: large;"> <br /></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><br /></span></p><div class="separator" style="clear: both; font-family: verdana; text-align: center;"><span style="font-size: large;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgaK1KNL6JcKhyQIAR-6Q7vBYh4v7dIqtlk3x1o5qKWY3Uw2WeJzv4r1EPEOldx1a-Gy-zkZ7g9J0tEXBoWYStEduo7N7ZH1hCENbJNd4P99TieY5wV4wboj8xpS2gPaGPqT0ReFxO-X6-Uf4uF7KX641yPL8jKT1OJzQkYa7ejfufayMYb3tX7xOq1I54/s670/Gioconda%20americana.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="670" data-original-width="631" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgaK1KNL6JcKhyQIAR-6Q7vBYh4v7dIqtlk3x1o5qKWY3Uw2WeJzv4r1EPEOldx1a-Gy-zkZ7g9J0tEXBoWYStEduo7N7ZH1hCENbJNd4P99TieY5wV4wboj8xpS2gPaGPqT0ReFxO-X6-Uf4uF7KX641yPL8jKT1OJzQkYa7ejfufayMYb3tX7xOq1I54/w376-h400/Gioconda%20americana.jpg" width="376" /></a></span></div><span style="font-size: large;"><br /></span><h4 style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;"><span style="font-size: large;">Che
l'opera di Leonardo da Vinci sembri celare continui misteri, veri o presunti, è cosa nota. Che si
tratti di interpretazioni alternative dei suoi quadri, come ha teorizzato il
celeberrimo “Codice da Vinci” di Dan Brown, oppure di codici o lettere nascosti
negli occhi della Gioconda, certamente il genio di Leonardo ci riserva costanti
sorprese e stimola continuamente la nostra intelligenza, spesso spaesata di
fronte a un genio che sapeva padroneggiare tante arti e, sia detto con il
massimo rispetto, spesso si divertiva anche a “giocare” con i suoi committenti
e con la società del tempo.<br /></span></span><span style="font-family: verdana;"><span style="font-size: large;">Un'ulteriore conferma a questa affermazione,
è venuta, qualche tempo fa, da un'incredibile scoperta fatta analizzando un'opera
leonardesca, la cosiddetta “Gioconda americana”, esposta alla National Gallery
di Washington.<br /></span></span><span style="font-family: verdana;"><span style="font-size: large;">Sul
retro del ritratto, che raffigura Ginevra Benci, figlia di un ricco banchiere
che stava per convolare a nozze, c'è infatti un motto latino: “Virtutem forma
decorat”. Questa frase, secondo la studiosa italiana Carla Glori, rivela,
anagrammandola, 50 frasi leonardesche che, messe insieme, raccontano la storia
della protagonista del ritratto. La chiave che ha permesso alla ricercatrice di
risolvere l'enigma è stata l'aggiunta a “Virtutem forma decorat” della parola
“iuniperus”, ossia il ramo di ginepro che, guarda caso, compare al centro del
motto. Le 50 frasi anagrammate che ne escono raccontano perfettamente la vicenda
di Ginevra e del suo matrimonio con Luigi di Bernardo Niccolini, un vedovo di
molti anni più grande di lei. Non proprio un matrimonio d'amore, questo, se è
vero quel che emerge dalle successive ricerche. <br /></span></span><span style="font-family: verdana;"><span style="font-size: large;">Dal racconto “riscoperto”,
infatti, si evince che Ginevra amava un altro uomo, l'ambasciatore veneziano
Bernardo Bembo. Analizzando con i raggi infrarossi il motto della fanciulla si
scopre che, sotto a questo, se ne trova un altro, “Virtus et honor” che,
neanche a farlo apposta, è il motto del Bembo. Analogamente, con la stessa
tecnica, si è rinvenuta sotto al primo simbolo una ghirlanda, simbolo nobiliare
dello stesso Bembo. Dal racconto emergono le frasi di repulsione della donna e
l'angoscia della fanciulla in vista del matrimonio non voluto.<br /></span></span><span style="font-family: verdana;"><span style="font-size: large;"><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgK8iyE0uHxb_AWHJ3y2scY6TULXTdrlR7Lr4SssfMtnw69AJvFoyhVQRPwCdka4tQQQNw1iJS1jskTDj3t7l6b-dsQo_9iREaI3ZhMNAwbAXMEcMfjIopKl27rpsZ4DM8e_X0u6yPI6D86DpX2e_7rDzL5CzMdpcFyNzX3FCmEO7MVzslSvRLliZkBvz4/s782/Bernardo%20Bembo.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="782" data-original-width="600" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgK8iyE0uHxb_AWHJ3y2scY6TULXTdrlR7Lr4SssfMtnw69AJvFoyhVQRPwCdka4tQQQNw1iJS1jskTDj3t7l6b-dsQo_9iREaI3ZhMNAwbAXMEcMfjIopKl27rpsZ4DM8e_X0u6yPI6D86DpX2e_7rDzL5CzMdpcFyNzX3FCmEO7MVzslSvRLliZkBvz4/w308-h400/Bernardo%20Bembo.jpg" width="308" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Bernardo Bembo</td></tr></tbody></table>Leonardo
sembra aver voluto raccontare la vera storia di Ginevra celandola ai
contemporanei, quasi però con la certezza che i posteri l'avrebbero compresa.
Ancora una volta rimane lo stupore e l'ammirazione per il suo genio.<br /></span></span><span style="font-family: verdana;"><span style="font-size: large;">Concludo
con una provocazione, pur sapendo che difficilmente troverà accoglimento.<br /></span></span><span style="font-family: verdana;"><span style="font-size: large;">Perchè
non pensare a una serie di studi seri e mirati alla ricerca dei segreti ancora
celati dall'opera di Leonardo? Lo studio di Carla Glori apre delle prospettive
interessanti anche per la ricerca italiana. Perchè non proseguire su questa
linea, invece di lasciare questi temi solo nelle mani degli scrittori e dei
romanzieri? L'opera di Leonardo ha ancora molto da dire.</span></span><span style="font-family: verdana;"><span style="font-size: large;"></span></span></h4><p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p></o:p></p>Massimo Beccarellihttp://www.blogger.com/profile/13872872721433163547noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5509219072534753541.post-65784325626605941192024-03-04T19:18:00.001+01:002024-03-04T19:18:10.423+01:00Il nascondiglio di Anna Frank fu scoperto per “caso” o fu davvero tradita?<p> </p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: large;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: large;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjiWzmDoDAJ7isaQ-ZAeVYusCrr5Zfo5afUw1FSHQyuRrK24btMl-0hPvyTK4OOj3osAG-eyrU8KZmOxN1Zx7MWsD7_3Z1bjRsClarmHlAFOdV5K-vhPeY-2UMwzb7DD8HmmHWeAiDDBtNmSnMLDwsNWP8tQ1WXO3nvWfHnjds0eKEEFZ_cjW3y7oqvwSU/s800/Anne_Frank-800x600.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="800" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjiWzmDoDAJ7isaQ-ZAeVYusCrr5Zfo5afUw1FSHQyuRrK24btMl-0hPvyTK4OOj3osAG-eyrU8KZmOxN1Zx7MWsD7_3Z1bjRsClarmHlAFOdV5K-vhPeY-2UMwzb7DD8HmmHWeAiDDBtNmSnMLDwsNWP8tQ1WXO3nvWfHnjds0eKEEFZ_cjW3y7oqvwSU/w400-h300/Anne_Frank-800x600.jpg" width="400" /></a></span></div><span style="font-family: verdana; font-size: large;"><br />Come fu scoperto il nascondiglio di Anna Frank? La tesi più accreditata è sempre stata quella di un traditore, di una spia che ne avrebbe rivelato l'ubicazione precisa. Un mistero, da sempre irrisolto. Qualche anno fa, precisamente del 2016, <span style="text-align: justify;">la
pubblicazione di uno studio del ricercatore Gertjan Broek ha gettato nuova luce sulla vicenda. Analizzando
fonti già note e scovandone di nuove, giunge alla conclusione che la famiglia
di Anne Frank fu scoperta per caso e non per un tradimento, come si è sempre
creduto. La notizia, ritenuta valida anche dalla fondazione olandese che
gestisce la casa-museo di Anna, è riferita dal sito web DutchNews, ed ha fatto
rapidamente il giro delle redazioni.</span></span><p></p>
<p class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><span style="font-family: verdana; font-size: large;">Come noto a tutti, la famiglia Frank, dopo
essersi rifugiata ad Amsterdam, aveva trovato rifugio in un “alloggio segreto”
al numero 263 di Prinsengracht<span class="StrongEmphasis">, collocato nella casa
retrostante la ditta diretta dal padre Otto. L'ingegnoso nascondiglio aveva
permesso a loro e ad un'altra famiglia, i van Pels, di sfuggire alla cattura
dal 5 luglio 1942 al 4 agosto 1944. Qui Anne aveva tenuto il suo famoso diario,
ricco di riflessioni e di considerazioni così profonde e mature da farne uno
dei simboli della letteratura della memoria. Il 4 agosto 1944, come detto, il
nascondiglio fu scoperto. La Gestapo fece irruzione nell'alloggio segreto, a
seguito della segnalazione di una persona mai identificata. Questo, almeno,
quello che si è sempre creduto. Varie le ipotesi fatte, nel corso degli anni,
da storici e scrittori per identificare il delatore, che non hanno mai portato
ad accuse provate.</span><o:p></o:p></span></p>
<p class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><span style="font-family: verdana; font-size: large;"><span class="StrongEmphasis">Oggi cade anche
l'unica certezza che sembrava assodata, quella che si sia trattato
effettivamente di un tradimento. Lo studio di Broek rileva che la perquisizione
sarebbe avvenuta nell'ambito di controlli legati all'impiego illegale di
tessere annonarie, nel corso del quale la famiglia Frank sarebbe stata scovata
“casualmente”. Lo studio sottolinea che alcuni degli ufficiali nazisti
coinvolti non sapevano di dover cercare degli ebrei, mentre uno di loro sarebbe
stato proprio operante su reati economici. Se questa fosse la verità, sconvolge
il ruolo che il destino ha avuto nella conclusione della vicenda umana di Anne
e della sua famiglia. </span>Pensare che a
far fallire il piano straordinario dei Frank, che stavano sfuggendo alla
violenza e alla morte della shoah con il loro ingegno, sia stata una tragica
“casualità” fa ancora più male. </span></p><p class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><span style="font-family: verdana; font-size: large;">Nel 2022, però, l'uscita del libro "Chi ha tradito Anne Frank" di Rosemary Sullivan sembra ribaltare ancora le cose. Una serie di indagini della durata di cinque anni condotta da un team formato dal videomaker olandese Thijs Bayens, dallo storico e giornalista Pieter van Twisk, e dall'ex agente Fbi Vince Pankoke pare abbia rivelato addirittura il nome del traditore. Si chiamava Arnold van den Bergh, ed era un famoso notaio ebreo di Amsterdam. Sarebbe stato lui a rivelare il nascondiglio di Anna, giovanissima vittima dell'Olocausto resa celebre dal diario intimo scritto durante l'occupazione nazista dell'Olanda nella Seconda Guerra mondiale. Lo avrebbe fatto, si scopre quasi 80 anni dopo, per garantire la sicurezza della propria famiglia. Sarà davvero così?</span></p><p class="Standard" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><span style="font-family: verdana; font-size: large;">Certo è che, a parte Otto Frank, nessuno di quella famiglia sopravvisse ai campi di sterminio. Ci resta il Diario della piccola Anne,
che sognava di diventare un giorno scrittrice e giornalista, che ci aiuta a non
dimenticare e che ci deve far riflettere, non solo il 27 gennaio.</span></p>
<p class="Standard" style="text-align: justify;"><o:p><span style="font-family: verdana; font-size: large;"> </span></o:p></p>Massimo Beccarellihttp://www.blogger.com/profile/13872872721433163547noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5509219072534753541.post-62013344585464849592024-01-07T18:51:00.002+01:002024-03-04T18:41:17.150+01:00Il Conte di Cavour da giovane, un aspetto poco studiato della vita del grande statista<p><br /><br /><br /></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Bodoni MT", serif; font-size: 13pt; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5aTTIRDkzUaw-uUSL67HsVZf3VZiaphYCGhaKzT2p9vZf97uZJonOAPcTCl9x9xxquWAY_VN7mD7j0Ac8Igt7lp3XzdK1np2gODQxd_XiOTxCmePjuhbkqMDgZSZLcFOSKxtWknZfzjiMqlfB_n7r7mw8s7cg0EqICzkDqr0ilP_nKM85ZVNcSS01Fy0/s3543/Conte%20di%20Cavour.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="3543" data-original-width="2773" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5aTTIRDkzUaw-uUSL67HsVZf3VZiaphYCGhaKzT2p9vZf97uZJonOAPcTCl9x9xxquWAY_VN7mD7j0Ac8Igt7lp3XzdK1np2gODQxd_XiOTxCmePjuhbkqMDgZSZLcFOSKxtWknZfzjiMqlfB_n7r7mw8s7cg0EqICzkDqr0ilP_nKM85ZVNcSS01Fy0/w313-h400/Conte%20di%20Cavour.jpg" width="313" /></a></div><span style="font-family: verdana; font-size: large;"><div style="text-align: justify;">Otto von Bismarck, riferendosi al secolo
diciannovesimo, in cui vissero entrambi, dichiarò Cavour “il più grande
statista europeo”. Tuttavia, quando si parla di Camillo Benso, conte di Cavour,
appunto, ci si riferisce sempre, o quasi sempre, al cosiddetto “decennio
cavouriano”, ossia quegli anni che vanno dal 1850 alla sua prematura scomparsa.
Gli anni, cioè, in cui rivestì un ruolo decisivo nel portare a realizzazione
concreta quel percorso di unificazione italiana che sembrava, fino a pochi anni
prima, non altro che una effimera chimera.</div><o:p></o:p></span><p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: large;">I libri di storia si soffermano lungamente sulle
doti strategiche del conte, e sulla capacità di coinvolgere Napoleone III
nell'impresa italiana, avvalendosi di vari sotterfugi, tra cui l'abilità della
cugina Virginia Oldoini, contessa di Castiglione, la cui relazione con
l'imperatore dei francesi risulterà decisiva per la causa italiana. Cavour, che
già aveva sostenuto francesi e inglesi nella guerra di Crimea con l'invio di un
contingente militare piemontese, riuscì, grazie all'appoggio della Oldoini, ad
ottenere un incontro segreto con Napoleone presso la cittadina di Plombières.
In quell'occasione, il conte otteneva l'appoggio dei francesi contro il nemico
austriaco, purchè questi ultimi avessero attaccato per primi. Come noto,
quell'accordo gettò le basi per la vittoriosa Seconda guerra d'indipendenza.<o:p></o:p></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4S3pdyKqSerskcsoLs2qVHyl_WIlhvi3vmTZDw1AxJoSb7AGuxQ5QibLHNXRE9tynkboL1QjrFaivMSOPKFe5Kmfq4cQvESRY3UjlypyM9EwEE9FOLs-5U1VUKR31v_VAmgZol8WoUodxwI2cRoYq-oqc2Gjwg3YmKPLNRnWUtpPd4Nj0BiBTs8DlCCI/s781/Cavour%20prima%20di%20Cavour%20copertina.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: large;"><img border="0" data-original-height="781" data-original-width="506" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4S3pdyKqSerskcsoLs2qVHyl_WIlhvi3vmTZDw1AxJoSb7AGuxQ5QibLHNXRE9tynkboL1QjrFaivMSOPKFe5Kmfq4cQvESRY3UjlypyM9EwEE9FOLs-5U1VUKR31v_VAmgZol8WoUodxwI2cRoYq-oqc2Gjwg3YmKPLNRnWUtpPd4Nj0BiBTs8DlCCI/w259-h400/Cavour%20prima%20di%20Cavour%20copertina.jpg" width="259" /></span></a></div><p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: large;">Poco noti, e poco scandagliati dagli storici,
sono invece i primi quarant'anni di vita del grande statista, quelli precedenti
alla sua stagione “politica”.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: large;">A trattare di quel periodo, importante per
approfondire la sua figura storica, contribuisce oggi il volume “Cavour prima
di Cavour” (Rubbettino editore, 2021) di Franca Porciani, giornalista e
scrittrice, per molti anni firma del “Corriere della Sera”.<span style="color: #111111;"><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="color: #111111;"><span style="font-family: verdana; font-size: large;">Che faceva dunque il conte durante
la sua giovinezza?<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="color: #111111;"><span style="font-family: verdana; font-size: large;">Fu un uomo del suo tempo, un
imprenditore agricolo che, pur essendo figlio cadetto, e quindi escluso dal
patrimonio della sua ricchissima famiglia, seppe distinguersi
nell'amministrazione delle tenute di Grinzane (Cuneo) e Leri (Vercelli),
modernizzando i metodi di produzione del vino e del riso. Seppe anche godersi
la vita, si direbbe oggi, visto che viaggiò a lungo e amò diverse donne, una
delle quali, la genovese Anna Giustiniani, detta “Nina”, giunse anche al suicidio
per lui. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="color: #111111;"><span style="font-family: verdana; font-size: large;">Un centinaio di pagine in cui
Franca Porciani ci accompagna, a metà tra il reportage giornalistico e la
ricerca storica, alla conoscenza di un personaggio di cui ci rendiamo ben
presto conto di conoscere ancora poco, ben diverso dal “Cavour” cristallizzato
dai libri di storia, a cui siamo abituati.</span><span style="font-family: Bodoni MT, serif; font-size: 13pt;"><o:p></o:p></span></span></p>Massimo Beccarellihttp://www.blogger.com/profile/13872872721433163547noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5509219072534753541.post-31118459272398653272023-09-10T17:51:00.002+02:002024-03-04T18:41:47.692+01:00Storie dei santi: Santa Rita da Cascia<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKUQ48ab71_Ny5_HYInQLJNoRNhZZRTRx6xgulKTUOc-X0w6f3NVFIfhkkx_ymW5cDC1K_gco1wFtK3YV5ND_A1WD83IgA1wW0u1XKik8VXjT5R9Db67h_q4LHctqmrIjFddlmYDM-f-q4wzJ2ufcedkZCSZYGtXIdHI3bFNiPSHwpb6OzoKm3lWaXFug/s821/Santa%20Rita.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="455" data-original-width="821" height="354" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKUQ48ab71_Ny5_HYInQLJNoRNhZZRTRx6xgulKTUOc-X0w6f3NVFIfhkkx_ymW5cDC1K_gco1wFtK3YV5ND_A1WD83IgA1wW0u1XKik8VXjT5R9Db67h_q4LHctqmrIjFddlmYDM-f-q4wzJ2ufcedkZCSZYGtXIdHI3bFNiPSHwpb6OzoKm3lWaXFug/w640-h354/Santa%20Rita.jpg" width="640" /></a></div><br /><p></p><p class="MsoBodyText" style="text-align: justify;"><span><span style="font-family: verdana; font-size: large;">Santa Rita nacque a
Roccaporena, nel cuore dell’Umbria, in un paesello nel comune di Cascia nel
1377 e a Cascia si conservano ancora oggi le sue spoglie mortali. E' un simbolo
di pace, oggi come ieri, perchè ha sofferto tanto e perdonato sempre. Tornando a Santa Rita, era nata da genitori anziani,
che l’ebbero dopo 12 anni di vane attese. I suoi genitori erano coltivatori
diretti, visto che possedevano la casa e la terra che coltivavano. Erano
chiamati “pacieri”, poiché, quando qualcuno discuteva, loro avevano il compito
di intervenire e risolvere dispute e contrasti di ogni genere. Era il tempo dei Guelfi e dei Ghibellini ed era molto importante la mansione di
questi pacieri, perché impedivano che questi contrasti degenerassero in violenze
ed omicidi. Rita intanto cresceva e, già da piccola, desiderava consacrare la
sua vita al Signore, ma i suoi genitori ormai anziani decisero di farla sposare
a un giovane di nome Paolo Mancini, che era di buona famiglia. Paolo, infatti,
era un giovane ufficiale, forse Ghibellino, che comandava la guarnigione di
Collegiacone, nei pressi di Roccaporena. Si sposò a 14 anni, nella chiesa di
San Montano a Roccaporena. Ella dovette scontrarsi col carattere duro del marito e
non fu un’unione facile. Suo marito era nervoso, violento, forse ubriacone, giocatore
di dadi, amante di cavalcate e ne combinava di tutti i colori alle
popolazioni limitrofe e, coi suoi uomini, saccheggiava e faceva soprusi. Rita
seppe cambiarlo e, con amore e pazienza, ricondurlo ad essere un uomo nuovo, più
appassionato e dolce con lei e migliore col popolo. Nacquero poi due gemelli,
Giangiacomo e Paolo Maria. I figli contribuirono a rinsaldare la famiglia e la
serenità durò per 15 anni. Anche il marito di Rita, ormai dimentico del
passato, viaggiava disarmato, credendosi tranquillo. Una sera dell’anno 1405,
vicino al mulino di Remolida da Poggiodomo nella valle, sotto le balze del
Collegiacone, venne ucciso in un agguato, forse per vendetta nei confronti di
qualche sopruso commesso da lui in passato. Lo fecero sapere a Rita, che giunse
disperata insieme ai figli e subito nascose la camicia insanguinata del marito,
prima che i suoi figli la potessero vedere. E, pur sapendolo, non disse mai loro
il nome dell’assassino del padre. Ma loro lo vennero a sapere comunque dalle
voci di paese e giurarono che, appena possibile, avrebbero vendicato la sua
morte. Allora Rita pregò con tutte le sue forze Gesù con queste parole: “Non
permettere che le anime dei miei figli si perdano, ma piuttosto toglili dal
mondo, io te li dono, fa’ di loro secondo la tua volontà”. Un anno dopo, e
siamo nel 1406, un terribile morbo - forse la peste - causò la morte dei figli
di Rita. Triste e sola, Rita decise allora di dedicarsi solo a Dio ma venne
varie volte rifiutata, perché “vedova di sangue”. Per le suore, infatti, era
troppo rischioso accoglierla. Però, dove difetta l’umano, a volte intercede il
divino. Si narra che dopo aver pregato sullo scoglio, Rita ebbe la visione dei
suoi tre santi protettori: Sant’Agostino, San Giovanni Battista e San Nicola da
Tolentino, che la trasportarono di notte dentro il monastero di Cascia, che
aveva le porte e le finestre chiuse a chiave. Il mattino dopo le suore del
monastero, visto il miracolo,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>finalmente
si convinsero ad accoglierla, e divenne monaca Agostiniana, nel monastero di
Santa Maria Maddalena a Cascia, dove per 40 anni visse fino alla morte,
avvenuta il 22 maggio 1447. Ebbe fama di taumaturga, guarendo molte malattie
tremende e inguaribili. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span><span style="font-family: verdana; font-size: large;">Ci furono molti miracoli per mano sua. Il
suo Signore, da viva, le aveva donato una spina in fronte, che tenne per 15
anni e che le procurava forti dolori. Gliela aveva chiesta lei, per partecipare
al dolore della sua morte in croce. Ma alla morte di Rita si chiuse e si
trasformò in una fontana di luce e in soave profumo.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: large;"></span></p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipHaIF5u2fLE092b0JGU-184PoUagMyBLM2aQCV-S8M9AxBdv7DqJmet0JoXY4oEjPxm3mw3CGA5H6AiUWOA8DLF3T1m5mScTlnbd23r4Rou_A0-bSLNh75CageYLluaGkMVN5CZKrKdrck97X29uO31hMoJKXTn7iIAVjj-DYYU-AJmsJvxqMMvG1B38/s786/Lo%20scoglio%20Santa%20Rita.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><b><span style="font-family: verdana; font-size: large;"><img border="0" data-original-height="786" data-original-width="595" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipHaIF5u2fLE092b0JGU-184PoUagMyBLM2aQCV-S8M9AxBdv7DqJmet0JoXY4oEjPxm3mw3CGA5H6AiUWOA8DLF3T1m5mScTlnbd23r4Rou_A0-bSLNh75CageYLluaGkMVN5CZKrKdrck97X29uO31hMoJKXTn7iIAVjj-DYYU-AJmsJvxqMMvG1B38/w303-h400/Lo%20scoglio%20Santa%20Rita.jpg" title="Lo Scoglio di santa Rita" width="303" /></span></b></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><b><span style="font-family: verdana; font-size: large;">Lo Scoglio di santa Rita</span></b></td></tr></tbody></table><span style="font-family: verdana; font-size: large;">Un altro miracolo si verificò mentre Rita
era in convento. Le suore le fecero innaffiare, tutti i giorni, un tralcio di
vite secco e ormai inutile, che si trasformò in un grosso vitigno che produceva
uva bianca e che ricopre ancora oggi, dopo 600 anni, la facciata del monastero
di Cascia. Lo stesso luogo vide il realizzarsi di un altro miracolo: uno strano
sciame d’api venne ad abitare nel suo convento, api che non producevano miele,
e che seguivano la Santa nel suo passaggio. Anche quelle api ci sono tuttora.</span><p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: left;"><span><span style="font-family: verdana; font-size: large;">Ancora più famoso è un altro miracolo che
avvenne in occasione della sua morte: il miracolo dei due fichi e della rosa.
Mentre stava per morire, Rita chiese ad una sua parente di andare nel suo orto
a Roccaporena a raccogliere due fichi e una rosa. Poiché era inverno, questa
sua parente credeva che ormai sragionasse. Però, per non contrariarla, si recò
comunque a Roccaporena. Immaginate il suo stupore quando vide che, pur con un
clima così rigido, era sbocciata una rosa ed erano maturati due fichi. Ella li
raccolse e li portò alla santa, che fu chiamata, da quel giorno, “la santa
della spina e della rosa”. Santa Rita è conosciuta anche come la "Santa dei casi impossibili" e il calendario la festeggia il 22 maggio.</span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: left;"><span style="font-family: verdana; font-size: large;">(Articolo rielaborato da un pezzo di Rita Santini, pubblicato su "La Voce del Taro")</span></p>Massimo Beccarellihttp://www.blogger.com/profile/13872872721433163547noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5509219072534753541.post-64994110731255961472020-08-05T22:04:00.022+02:002020-08-05T22:12:06.714+02:00200.000 volte grazie!<div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_Y5dMpbPMNNUHwjVAzL9-KQTAyVGtZiUwrvMDOMRMLj6Az3qVoU8L9IGpYbK7C5eWIUkwjyA0PNt7sRE03Z66zJhV3RLiBL7NL0N3w7mF40gU1fx6QLXSKN3ucZ4_iaPGhpZD80IHUQQ/s400/200.000.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="400" height="375" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_Y5dMpbPMNNUHwjVAzL9-KQTAyVGtZiUwrvMDOMRMLj6Az3qVoU8L9IGpYbK7C5eWIUkwjyA0PNt7sRE03Z66zJhV3RLiBL7NL0N3w7mF40gU1fx6QLXSKN3ucZ4_iaPGhpZD80IHUQQ/w500-h375/200.000.jpg" width="500" /></a></div></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: x-large;"><font face="times">E così, a distanza di sette anni dal suo primo post, il blog ha raggiunto le 200.000 visualizzazioni complessive! Un traguardo importante, visto che queste pagine vengono aggiornate senza seguire un piano editoriale e senza date e scadenze precise. Semplicemente, quando ritengo di avere qualcosa da dire, e qualcosa che non mi sembra banale e scontato, scrivo e affido le mie parole a questo piccolo blog che, per me, è anche una piccola oasi di libertà. Come forse sapete, ho un blog anche su L'Espresso e, talvolta, i miei pezzi vengono ospitati anche sulla pagina "Cultura" della Gazzetta di Parma.</font></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: x-large;"><font face="times">Di volta in volta cerco di pensare al pubblico che mi leggerà e, per varie ragioni, certi articoli ritengo non siano adatti ad essere ospitati su quei giornali. Sul "Lettore", invece, mi sento libero di esprimermi e passo agevolmente da un argomento all'altro. </font></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: x-large;"><font face="times">I collaboratori che scrivono insieme a me, e danno un importante contributo di idee, propongono argomenti e pezzi che si mantengono all'interno delle tematiche del blog. Ritengo così che lo stile complessivo di queste pagine sia uniforme.</font></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: x-large;"><font face="times">Chi mi vuole seguire, è ben accetto. Colgo l'occasione di ringraziare tutti i lettori che, in questi sette anni, hanno dato anche solo un'occhiata distratta a queste pagine. Ma soprattutto ringrazio gli 83 "lettori fissi" e i 30 iscritti alla newsletter. Siete impagabili! A presto, con nuovi articoli! </font></span></div><div style="text-align: justify;"><br /></div>Massimo Beccarellihttp://www.blogger.com/profile/13872872721433163547noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5509219072534753541.post-59335798149870142492020-04-20T14:03:00.000+02:002020-04-21T13:03:15.034+02:00Il magico potere del riordino da Marie Kondo a casa mia!<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="color: #38761d; font-size: large;">Recensione di Amore Moda e Fantasia</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwJjKOTJEd48wHVZwQE5ydEVWj_AgAso46ZaUA-wy7LfcbDWMPF1WoGsvPJm4y7_WaC4vwLu1AWZFqeaRnieu4AFunRrQQ1qiAhhDWLDH9U0C6NGilpa4JMCUnDPTwSGEG4bsQECIkPmc/s1600/Il+magico+potere+del+riordino+Marie+Kondo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="674" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwJjKOTJEd48wHVZwQE5ydEVWj_AgAso46ZaUA-wy7LfcbDWMPF1WoGsvPJm4y7_WaC4vwLu1AWZFqeaRnieu4AFunRrQQ1qiAhhDWLDH9U0C6NGilpa4JMCUnDPTwSGEG4bsQECIkPmc/s640/Il+magico+potere+del+riordino+Marie+Kondo.jpg" width="430" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; text-align: justify;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="text-align: justify;"><span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">Quanti
oggetti abbiamo in casa che ci sommergono, non sappiamo più neanche
di averli, nascosti in qualche cassetto o in qualche angolo sperduto
della soffitta, o del garage? Siamo sicuri che accumulare roba
inutile ci serva veramente?</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">Noi
siamo legati alle cose che ci ricordano quando eravamo bambini, il
nostro primo regalo, il nostro primo amore, ma quanto ci servono
davvero? Come facciamo a capire quando un oggetto che sia esso una
foto, un documento, una maglietta è davvero indispensabile?
</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">Quale
stile dovrebbe avere la nostra vita?</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">La
giovane trentacinquenne giapponese Marie Kondo, consulente domestica
è l’autrice del bestseller internazionale “<i>Il
magico potere del riordino - Il metodo giapponese che trasforma i
vostri spazi e la vostra vita”, </i>di Vallardi Editore<i>.</i>
Marie Kondo è nota in tutto il mondo per aver inventato il metodo
KonMari, metodo di riordino della propria abitazione, o del proprio
ufficio, al fine di renderci felici ritrovando la gioia interiore,
utilizzando al meglio i nostri spazi. Di recente Marie Kondo è
apparsa in televisione su Netflix in un programma di successo
proprio sul riordino.
</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">Lei
entra nelle case della gente e cerca di aiutarla a sistemare le loro
case e le loro vite.
</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">In
Giappone riordinare rappresenta una vera e propria cultura che si
apprende naturalmente, da autodidatta. Il riordino si apprende con
l’esperienza. Organizzare, pulire gli spazi quotidiani deve
diventare un’abitudine. Il lavoro è lungo ma non deve scoraggiare,
prima o poi bisogna iniziare e facciamolo subito, senza tappe, senza
rimandare. Se c’è disordine in casa ci sarà anche disordine nella
nostra vita. Bisogna evitare di diventare “accumulatori seriali”.
</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">Riordinare
si può, partendo dalle cose a cui siamo meno legati. Riordiniamo per
categoria partendo da:</span></div>
<ol>
<li><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">Vestiti
(nell’armadio, nei cassetti)</span></div>
</li>
<li><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">Libri</span></div>
</li>
<li><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">Documenti</span></div>
</li>
<li><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">Foto,
cose a cui siamo legati da ricordi o emozioni.</span></div>
</li>
</ol>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">Per
Marie esistono tre categorie di disordinati: quelli che non sanno
liberarsi delle cose, quelli che non sanno dove metterle, ovvero
quelli che oltre a non sapersi liberare delle cose non sanno dove
metterle. Il 90% dei suoi clienti rientrano nell’ultima categoria.
Tu in quale tipologia di disordine ti identifichi?</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">Se
l’ambiente circostante non ci trasmette caos, anche noi
trasmetteremo tranquillità.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">Le
cose che non servono, quelle che non indossiamo più, i libri che non
leggeremo mai o che non abbiamo concluso sono da eliminare secondo
Marie Kondo. Ma se le cose hanno per noi un significato, ci
trasmettono emozioni anche a vederle, indipendentemente dalla loro
utilità, allora ci servono, anche solo al nostro animo. Le cose ci
devono piacere. È inutile conservare un pantalone vecchio o una
maglietta priva di colore o forma per stare in casa, si può essere
femminili anche in casa.
</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">Solo
eliminando il superfluo, potremo dedicarci a noi stessi e ai nostri
cari. Se migliori la tua casa, il tuo lavoro, migliori anche la tua
vita affettiva e magari trovi l’amore. Ogni cosa andrà a posto,
trovandone la giusta collocazione. </span><span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">Piegare una maglietta, piegare un calzino diventa un’attività divertente con il metodo KonMari. </span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">In questo periodo di tempo ne abbiamo, iniziamo a riordinare partendo dagli armadi! GO! </span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">Buona
lettura! Mi trovate anche su <a href="https://amoremodaefantasia.blogspot.com/">Amore Moda e Fantasia</a></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<iframe allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/Lpc5_1896ro" width="560"></iframe>Massimo Beccarellihttp://www.blogger.com/profile/13872872721433163547noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5509219072534753541.post-47035497517359252062020-04-11T10:44:00.000+02:002020-04-11T10:44:06.039+02:00I due soldati (ovvero Pasqua di guerra)<span style="font-size: large;"><b>Racconto di don Elio Sidoli</b></span><br />
<span style="font-size: large;"><b><br /></b></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-LKm2jDhRNuTF2w57gCuh3gWXvE1cE0qrZwTIBsgIVnon9o6Iup9I88coYJF9Tj7mnwbwTsyBETH5AVha72A09JXNjx9o6wL-DHM63l2Mj1PgRohkdKH8f_LwcITU8fpWKhe2yyCgPMo/s1600/pasqua+guerra.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="706" data-original-width="1075" height="420" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-LKm2jDhRNuTF2w57gCuh3gWXvE1cE0qrZwTIBsgIVnon9o6Iup9I88coYJF9Tj7mnwbwTsyBETH5AVha72A09JXNjx9o6wL-DHM63l2Mj1PgRohkdKH8f_LwcITU8fpWKhe2yyCgPMo/s640/pasqua+guerra.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="font-size: large;"><b><br /></b></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif; font-size: large;"><i><span style="background-color: white; color: #333333;">Ogni tanto mi piace proporvi un bel racconto di don Elio Sidoli, già parroco nella Val Vona di Borgotaro. A oltre 25 anni dalla morte, i suoi testi hanno ancora molto da dire. Il racconto che vi presentiamo oggi, "I due soldati (ovvero Pasqua di guerra)", ci sembra proprio richiamare quello che sta accadendo in questi giorni. Quella che stiamo vivendo è una Pasqua anomala, triste, addolorata dai tanti morti che questo virus tremendo sta mietendo nella nostra popolazione. E' una guerra anche questa, in un certo senso.</span><span style="background-color: white; color: #333333;"> Il racconto è tratto dal libro "I racconti di don Elio" (Ass. Emmanueli), una pubblicazione locale da tempo, purtroppo, esaurita. Buona lettura</span><span style="background-color: white; color: #333333;">!</span></i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b>I due soldati (ovvero Pasqua di guerra)</b></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">E'
il Sabato Santo dell'anno di grazia 1944. Anche quest'anno sarà una
Pasqua di guerra. Anche quest'anno Cristo ripeterà la Sua Passione
nelle carni straziate dei soldati che combattono ancora, in mezzo ai
dispersi senza più guida e speranza, fra quelli che sono fuggiti ai
monti e aspettano, soffrendo anch'essi, che il Calvario finisca.
Cristo ripeterà la sua agonia anche tra il branco di soldati
tedeschi, dai volti arcigni e impenetrabili, che occupano quasi tutte
le case della mia parrocchia. É primavera e il pruno si è fatto
fiore: domani Cristo risorgerà dai morti, ma è una Pasqua triste lo
stesso: adesso sono i giorni del Calvario. La Pasqua verrà: ma
quando, ci domandiamo tutti, quando? Ieri sera ho fatto la
processione del Venerdì Santo. C'era poca gente: quei pochi che sono
rimasti. Donne, vecchi, bambini. Di quelli che sono partiti e ai
quali ho stretto la mano, quando sono passati a salutarmi, i più
aspettano la Resurrezione sepolti sotto la neve nelle desolate steppe
della immensa Russia o sotto le sabbie calde del deserto. Solo
qualcuno è tornato. É arrivato di notte come un ladro e di notte è
ripartito. Verso i monti: ancora la via del Calvario.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Alla
processione di ieri sera erano in pochi e come oppressi da una
immensa tristezza.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Il
massaro della Chiesa che portava la grande Croce di noce massiccio
con su inchiodato un Cristo bizantino che pareva racchiudere nel
volto scarno e nelle membra distorte tutti i dolori e le sofferenze
di quell'ora, procedeva adagio e pareva appunto l'uomo di Cirene,
angariato e costretto a portare la Croce di Gesù. Anche i quattro
vecchi che portavano il Cristo morto pareva avessero sulle spalle
curve il peso di tutte le miserie e le sofferenze umane, tanto
procedevano adagio, quasi di malavoglia, seguiti da poche donne in
gramaglie. Abbiamo fatto il giro del paese deserto: abbiamo
incontrato branchi di tedeschi, alcuni dei quali si addossavano ai
muri e abbozzavano un mezzo saluto; altri, ubriachi, che
schiamazzavano in compagnia di ragazzotte senza ideologie e senza
morale. Una cerimonia mesta: senza canti, senza spari di mortaretti,
triste come un funerale. La gente si è squagliata subito ed io sono
rimasto solo nella mia piccola chiesa vuota, davanti al Cristo morto.
Anch'io nella speranza della Pasqua.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Ora
qualcuno tossiva dalla parte della sacrestia. Era un tossire debole e
represso che appena riuscivo a percepire. Ero solo, ma non avevo
paura. In quei giorni d'incertezza la paura era un lusso che non ci
potevamo permettere. Mi avvicinai e capii subito che si trattava di
uno di quelli che stavano ai monti: di quelli che i tedeschi
chiamavano “banditi”, gli altri “patrioti”, e noi fratelli. A
malapena, illuminata dai riflessi del lumino che bruciava davanti al
Tabernacolo, ne potevo osservare la faccia barbuta e gli occhi
luccicanti che spuntavano da sotto le sopracciglia cespugliose.
“Vorrei confessarmi”, disse. “Domani è Pasqua, se ha un minuto
di tempo... sarà una faccenda breve”.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Lo
condussi nel campanile (fuori si sentiva il passo pesante e cadenzato
della sentinella tedesca che passava e ripassava davanti al portone),
si inginocchiò per terra e si confessò. Fece la Comunione e si
inginocchiò nel coro con la testa tra le mani.
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Aspettavo
che si alzasse, quando m'accorsi che qualcuno picchiava contro il
portone della chiesa. Era un bussare secco come fa un corpo metallico
battuto contro un legno vecchio di millenni. Feci un segno all'uomo
del coro che pareva non essersi accorto di nulla e questi scomparve
nel campanile. Era un tedesco quello che picchiava contro la porta
col calcio del fucile: un giovanotto biondo, con due occhi chiari
come l'acqua, con il volto di bambino. Chiuse la porta in fretta, si
guardò attorno e venne verso di me. Il soldato, ora, con l'elmetto
in mano, mi chiedeva di confessarlo. “Domani è Pasqua”, disse il
crucco, “io sono cattolico; ho visto il lume in chiesa e ho pensato
che potevo confessarmi”.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Nella
sua voce c'era una domanda umile ed incerta, come se temesse un
rifiuto. Fu una cosa breve. Dal campanile, intanto, giungeva un
tossire fioco e represso dell'altro, ma il tedesco pareva non se ne
accorgesse. Andò in coro anche lui e stette parecchio tempo con la
testa fra le mani e quando si alzò venne verso di me, dopo essersi
aggiustato il fucile a tracolla. “Passi in casa”, dissi io,
“prenderà qualche cosa”. Entrò, rimase in piedi finché non gli
feci cenno di sedere. Ero passato a benedire le case e avevo delle
uova. Nella madia avevo ancora una pagnotta di pane scuro. Misi sulla
stufa un tegamino e mentre annegavo due uova nello strutto, mi
accorsi che il tedesco mi guardava in modo strano. Mi fissava con uno
sguardo triste, come se volesse dire qualche cosa. Ora il soldato si
era alzato e veniva verso di me. “Padre, chiami anche l'altro:
quello che è in chiesa. Ho visto il suo fucile nel coro e l'ho
sentito tossire. Anche lui è un soldato e anche per lui domani è
Pasqua”.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiPfhE1MRDImuJS9G4wTUPhOXAgjG77OwO35tO6bOfPyG2cnmtfMwfZ2geTOsjXbBKRQw4jA2H8ZzNdbh8cB7z_JRRydpRdVWX8HnVGN4AJXQySw8M0h4nDFRZ6Pmx3Kx0KT9R-Qld4w8/s1600/due+soldati.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1089" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiPfhE1MRDImuJS9G4wTUPhOXAgjG77OwO35tO6bOfPyG2cnmtfMwfZ2geTOsjXbBKRQw4jA2H8ZzNdbh8cB7z_JRRydpRdVWX8HnVGN4AJXQySw8M0h4nDFRZ6Pmx3Kx0KT9R-Qld4w8/s640/due+soldati.jpg" width="433" /></a><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Osservavo
i due uomini che mangiavano in silenzio quello che la mia miseria
aveva preparato. Mangiavano adagio quasi per poter assaporare tutto
il sapore del pane scuro che avevano davanti e che tagliavano a
piccole fette. I fucili li avevano appoggiati vicini, contro il muro
del camino. In aprile, alle quattro del mattino è giorno chiaro.
Albeggiava. Ora osservavo il tedesco che colla mano raccoglieva le
briciole sparse sulla tavola e se le rovesciava in bocca. Nel fiasco
c'era ancora un poco di vino: ma poco. Il crucco prese il fiasco,
riempì il bicchiere dell'uomo che gli stava di fronte ed il suo: a
metà. Toccarono i bicchieri insieme e si alzarono.
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">“Buona
fortuna”, disse il soldato all'uomo.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">“Arrivederci”
rispose l'altro. E si salutarono militarmente. Il tedesco uscì per
primo: l'altro subito dopo. Mi affacciai sulla porta a vederli
partire. L'uomo girò verso il monte e scomparve subito dietro una
siepe. L'altro si incamminò verso il centro del paese, con
un'andatura stracca ed un passo strascicato che stonava colla sua
figura giovanile. </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<br />
<div align="RIGHT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<span style="font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="font-size: large;"><b><br /></b></span>Massimo Beccarellihttp://www.blogger.com/profile/13872872721433163547noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5509219072534753541.post-89202230052475600752020-04-07T16:57:00.000+02:002020-04-07T17:00:44.956+02:00Borgotaro e le belle tradizioni pasquali di una volta<b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">A cura di Rita Santini</span></b><br />
<b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span></b>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGNrZajtJ4LITrTgdGOyPMCVRRlGH28zc7VRPyNYIkiKJ139SfyMMfTvLYsnwpTGxkT2alv0XDitMZ3g-UM65f4mM_8QUjHvlfOK092EvtI7X-i-JDJ2z8rj1kwz08qrB7oFPP1IbIMLQ/s1600/Pasqua-Ges%25C3%25B9.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1538" data-original-width="1544" height="635" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGNrZajtJ4LITrTgdGOyPMCVRRlGH28zc7VRPyNYIkiKJ139SfyMMfTvLYsnwpTGxkT2alv0XDitMZ3g-UM65f4mM_8QUjHvlfOK092EvtI7X-i-JDJ2z8rj1kwz08qrB7oFPP1IbIMLQ/s640/Pasqua-Ges%25C3%25B9.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">Ci stiamo avvicinando anche quest'anno alla Santa Pasqua, dove si ricorda la morte e Risurrezione di Gesù: è
la festa più bella di tutto l'anno per noi battezzati che, credendo
e mettendo tutta la nostra speranza in Gesù, ardentemente speriamo
che anche noi risorgeremo. Certo, quest'anno sarà una Pasqua un po' triste, costretti a stare in casa per il rischio del contagio e nell'impossibilità di andare in chiesa per festeggiare in modo tradizionale.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">Voltandoci indietro al tempo della nostra
infanzia, vediamo come si festeggiava l'arrivo della Pasqua allora.
Si cominciava il Giovedì Santo, come ora, con la preparazione del
Santo Sepolcro.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">A dire il vero si cominciava già
due mesi prima, seminando in cantina il grano che poi, nascendo, si
trasformava in erba bianca, da mettere nel Sepolcro, insieme ai fiori
più belli che ogni famiglia portava in chiesa. </span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">C'era poi un'altra
tradizione che si chiamava “battere Pilato”, cioè ci ritrovavamo
in chiesa e, tutti d'accordo, facevamo un colossale baccano battendo
i piedi e picchiando sui banchi, per protestare contro la decisione
presa da Ponzio Pilato. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbzaideP37Hr-Ha3wCw-M55LuBFhB1fkpC7k3O0bgJruApka-OdwjAgMISo15ViIyhzV2Fe7EHEuNlAumpL7ZlZ1TVomjFNsYzDvb6jCjCnus-chh4V0mOIdgFMqDBywiXbdmQi064MlM/s1600/campane.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="440" data-original-width="770" height="227" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbzaideP37Hr-Ha3wCw-M55LuBFhB1fkpC7k3O0bgJruApka-OdwjAgMISo15ViIyhzV2Fe7EHEuNlAumpL7ZlZ1TVomjFNsYzDvb6jCjCnus-chh4V0mOIdgFMqDBywiXbdmQi064MlM/s400/campane.jpg" width="400" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">Inoltre si saliva sul campanile e si legavano
le campane, che rimanevano legate fino al sabato successivo, dopo di
che venivano slegate al suono di una conchiglia gigante che,
soffiandoci dentro, emanava un suono di tromba che rimbombava in
lontananza, facendosi sentire da un paese all'altro. Tutti allora
correvamo alla fontanella a lavarci gli occhi, perchè quando la
campana della chiesa suonava, l'acqua diventava benedetta. Io, che
abitavo l'ultima casa del paese, sentivo flebilmente il suono della
campana e tutta la mattina l'attendevo, aguzzando l'udito per
sentirla. Poi correvo velocissima a lavarmi gli occhi alla fontana,
lontana più di 200 metri, perchè allora l'acqua potabile non era
ancora giunta nelle case. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOjyg91-826eHAYn66_AXhsKSLeo3e_SLMYXnqFYEVszy98MCvXUAFzDyqqDifkHEdyHotM0WV0EgeQk4OGZuoUfcocFGqljHDNthEm8mx62lELUbkMeLdYuNQyEefTO8f-bqY3Ky8QsM/s1600/uova-colorate-a-mano.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="600" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOjyg91-826eHAYn66_AXhsKSLeo3e_SLMYXnqFYEVszy98MCvXUAFzDyqqDifkHEdyHotM0WV0EgeQk4OGZuoUfcocFGqljHDNthEm8mx62lELUbkMeLdYuNQyEefTO8f-bqY3Ky8QsM/s400/uova-colorate-a-mano.jpg" width="400" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">Avvicinandosi alla Pasqua, si faceva un
altro gioco molto simpatico con le uova di gallina (allora infatti
anche le uova di cioccolato erano un tabù per noi, perchè costavano
troppo, ma quando non c'è denaro ci si ingegna in un altro modo).
Siccome, infatti, di uova di gallina ce n'erano in abbondanza, si
veniva a Borgotaro e, con 5 o 10 lire, si comprava dai cartolai carta
colorata e si coloravano le uova con la carta, messa nell'acqua a
bollire. Così, mentre si solidificavano, si coloravano di rosso,
arancione, blu e giallo. Il verde, invece, lo ottenevamo con erbe
varie trovate nel campo. La domenica di Pasqua, dopo il vespro, nel
piazzale della chiesa, noi bambini giocavamo con le uova sode a
“dietro contro punta”, che consisteva nel battere le uova una
contro l'altra e vinceva chi riusciva a non far rompere il proprio
uovo. C'era un ragazzo che vinceva sempre, tra l'ammirazione e lo
sdegno generale. Io ho sempre pensato che il trucco c'era, anche se
non si vedeva. Molti anni sono passati da allora. Ora lui è tornato
dall'estero, dove è andato a lavorare per tanti anni e mi ha
confidato che il suo uovo l'aveva costruito da sé, ed era fatto di
terra lerica, e poi pitturato. Pensandoci oggi, penso che era stato
un piccolo genio a costruirlo, perchè l'uovo era molto simile ai
nostri, e anche guardandolo da vicino nessuno se n'era mai accorto.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">Il Venerdì Santo, quando le
campane erano legate, usavano uno strumento che noi chiamavamo
“sgrisula”, che era formato da una ruota dentata e un'assicella
che, azionato con una manovella, emetteva un suono simile al
gracidare delle rane. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3xLN8Svf8PSwzIjHTfbB1a1rDG9fmdmjSE-F1MvyrFt7iWTj04NhoLC1UjQLOAPwNo-6gNiZtIVN_Xwg_yXjGozFWUBA8kyBu9qF5spgwhADdoy_EtiQcybaSTR-akMBsu9R4xHgr6Ak/s1600/Processione-Venerd%25C3%25AC-Santo-168-Borgotaro.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1050" data-original-width="697" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3xLN8Svf8PSwzIjHTfbB1a1rDG9fmdmjSE-F1MvyrFt7iWTj04NhoLC1UjQLOAPwNo-6gNiZtIVN_Xwg_yXjGozFWUBA8kyBu9qF5spgwhADdoy_EtiQcybaSTR-akMBsu9R4xHgr6Ak/s400/Processione-Venerd%25C3%25AC-Santo-168-Borgotaro.jpg" width="265" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">La sera poi del Venerdì Santo, come si fa
ancora adesso, si portava in processione il Cristo Gesù morto,
accompagnandolo con torce e belle luci lungo tutto il tragitto, e con
fuochi d'artificio dai fiori fosforescenti, che in cielo disegnavano
magnifici arabeschi. Pregando tutti insieme, attraversavamo il paese
per ritornare in chiesa per la benedizione e il saluto, con il
proposito di ritrovarci presto.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;"></span></b>Massimo Beccarellihttp://www.blogger.com/profile/13872872721433163547noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5509219072534753541.post-19062428217640413472020-03-20T21:54:00.000+01:002020-03-20T21:54:56.475+01:00Essere felici controvento - la recensione di Amore moda e fantasia<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhR5iHyfp3bY7h2mgVvJ93K7T6WNnCc6oJnsWtIb566cI3wiSSe_O8oXOAOC6Ko_dbNoB99vm7dhOAU4GULJXGMG_1R47eQH0F-wM72l1QYOv2E4QLVjykOZa1ASrieDhXPaS1HR9vh5_M/s1600/controvento.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="460" data-original-width="600" height="490" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhR5iHyfp3bY7h2mgVvJ93K7T6WNnCc6oJnsWtIb566cI3wiSSe_O8oXOAOC6Ko_dbNoB99vm7dhOAU4GULJXGMG_1R47eQH0F-wM72l1QYOv2E4QLVjykOZa1ASrieDhXPaS1HR9vh5_M/s640/controvento.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-size: large;">Vi presento oggi una nuova bella recensione a cura della blogger di <a href="https://amoremodaefantasia.blogspot.com/" style="color: #6699cc; text-decoration: none;">"Amore moda e fantasia"</a> che, dal 2016, parla sul web di moda, tendenze, ricette, attività creative e tanto altro. La <a href="https://www.facebook.com/amoremodaefantasia/" style="color: #6699cc; text-decoration: none;">sua pagina Facebook</a> è molto seguita ed ha quasi 2.000 iscritti. </span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-size: large;">Il libro consigliato da Amore moda e fantasia è: "Essere felici controvento" di Rafael Santandreu. Lasciamo la parola a lei:</span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-size: large;"><br /></span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-size: large;"><br /></span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Essere
felici controvento-Trasforma le avversità in occasioni di crescita
con la psicologia cognitiva di Rafael Santandreu (psicoterapeuta
catalano affermato, che si occupa soprattutto di psicologia
cognitiva), tradotto da Marco Amerighi, Vallardi Editore. L’autore,
attraverso lo studio dei casi dei suoi pazienti, ci dà risposte
concrete.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">L’autore
in questo libro ci offre uno scenario completo, occupandosi di tutto
ciò che ruota intorno alla nostra esistenza, dalle paure più
recondite alle preoccupazioni più banali che a volte possono
condizionare la nostra vita e il nostro modo di affrontare le varie
situazioni.
</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">La
realtà non è sempre come appare, a volte basta un po’ di
coraggio, eliminando i timori (derivanti da ansia, depressioni,
ossessioni) e troviamo una forza cognitiva. Il benessere lo dobbiamo
trovare in noi, è nella nostra testa; dobbiamo “camminare
leggeri”, cioè rinunciare a tutto e apprezzare la vita così come
viene, apprezzando anche le piccole cose, come: un sorriso, un
tramonto, un fiore, una passeggiata, ascoltare la musica, avere una
conversazione piacevole con qualcuno, l’arte. </span><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Questi passi sono i
fondamenti della teoria cognitiva.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"> </span><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"> </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-94hZxmaElDF1xRVwAj9igK2CfSTgK9LmIXhgQm77lwmDioEIU66OYU-R9RLl88VoRhqMz2Ns1VWA5d42TyJP__KgiGvZBsSec7L0j5yca4ICqL4Zfw7_X6A5cnm7ttppi6pIM8BsqCA/s1600/ok.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="486" data-original-width="700" height="444" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-94hZxmaElDF1xRVwAj9igK2CfSTgK9LmIXhgQm77lwmDioEIU66OYU-R9RLl88VoRhqMz2Ns1VWA5d42TyJP__KgiGvZBsSec7L0j5yca4ICqL4Zfw7_X6A5cnm7ttppi6pIM8BsqCA/s640/ok.JPG" width="640" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Le persone più forti sono quelle
che riducono le proprie necessità. Potrebbero addirittura “essere
felici in una discarica”, il che significa osservare le cose da un
diverso punto di vista, senza lamentarsi, trovando il lato positivo
anche nelle situazioni negative, trattandole con leggerezza,
“riuscendo a trarre piacere da un piccolo evento triste o a farsi
dare la carica da un momento di nervosismo”. “Possiamo fare cose
meravigliose in qualunque situazione”. Solo l’amore e l’umiltà
contano. La felicità risiede nella testa. Le persone felici,
risultano più attraenti e tutti vogliono stare con loro. Se vivi una
situazione difficile, magari immaginando di essere in un luogo
bellissimo, lontano dal caos della vita di tutti i giorni, tutto si
alleggerisce e si potrebbe riuscire a leggere anche un buon libro,
mentre i figli corrono per casa, o c’è il rumore del traffico a
tormentarci. Un libro completo che contiene riferimenti di Orazio, di
Santa Teresa d’Avila, del poeta Juan Ramón Jimenez, del monaco
buddhista Onitsura, della poetessa Tatsuko, di San Francesco
d’Assisi, di Oscar Wilde, di Martin Luther King e tanti altri. </span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMgLXDz8Owc-dD_WZ0hnlzhfv1ibz9AT3GCdNOJh4f7tUc5F4R66ufe8-fNJIQuYWvUG03puls9s_3o-YEZTiif89CrVh4B1dXaQVxfXTkOQSHDBALb_6vbjssZ4p1FnUwtlTeLgKnmaQ/s1600/Essere+felici+controvento.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1562" data-original-width="1000" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMgLXDz8Owc-dD_WZ0hnlzhfv1ibz9AT3GCdNOJh4f7tUc5F4R66ufe8-fNJIQuYWvUG03puls9s_3o-YEZTiif89CrVh4B1dXaQVxfXTkOQSHDBALb_6vbjssZ4p1FnUwtlTeLgKnmaQ/s640/Essere+felici+controvento.jpg" width="408" /></a><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">In
breve vi racconterò uno degli esempi citati nel libro che qui voglio
condividere con voi, ponendo l’attenzione sul fatto che a volte la
vita può essere vista da diversi punti di vista. È la storia di un
padre poverissimo e di suo figlio che vivevano in un piccolo paesino
della Cina. Possedevano solo un pezzo di terra e un cavallo. Un
brutto giorno il cavallo scappò e rimasero senza aiuto per arare la
terra. Tutti i loro vicini dispiaciuti andavano dal padre a
consolarlo, ma lui diceva loro: “Come fate a sapere che è una
disgrazia?”, lasciandoli increduli. Dopo una settimana il cavallo
ritornò con una giumenta stupenda; quando lo seppero i vicini si
congratularono con lui, ma il pover’uomo rispose loro: “Ma come
fate a sapere che è una benedizione?”. In questo caso i vicini
pensarono che fosse impazzito. Poco tempo dopo il figliolo volle
addomesticare la giumenta ma senza risultato, anzi scalciando gli
ruppe una gamba. Quando lo seppero i vicini preoccupati andarono
dall’uomo a dimostrare la loro solidarietà e poi lui gli rispose:
“Come fate a dire che è una disgrazia?”, lasciandoli senza
parole. Quando il Giappone dichiarò guerra alla Cina, tutti i
giovani dovettero partire per il fronte, anche quelli del paese e
morirono tutti, tutti tranne il ragazzo che grazie all’incidente
della giumenta non poté partire. Il ragazzo guarì e molte cose si
sistemarono.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Dobbiamo
accettare il mondo intero con tutti i suoi difetti, poiché nessuno è
perfetto. Ognuno di noi nella sua complessità e imperfezione può
essere meraviglioso. Impariamo a dialogare. Apprezziamo la compagnia
degli altri, ma cerchiamo di star bene anche da soli. Accettiamo le
opinioni altrui, non pretendendo di avere sempre ragione. Il nostro
punto di vista è importante ma lo è anche quello degli altri. Dire
sempre di sì è sbagliato, come lo è essere troppo esigenti e
critici con noi stessi. Diamoci una possibilità, trattiamoci con
comprensione e amore, prendiamoci cura di noi stessi.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Bisogna
aprire la mente, la vita ci offre tante opportunità.
</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br />
</span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-size: large;"><br /></span></i></div>
Massimo Beccarellihttp://www.blogger.com/profile/13872872721433163547noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-5509219072534753541.post-39226179697481986932020-03-17T20:12:00.000+01:002020-03-17T20:58:41.358+01:00Il segreto di Lucio Giunio Bruto, primo console della Repubblica romana<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHzwkiYY_LemcfCgKU-DCFnurqDmCpEyuaF4ylpyrpJI86UUJDYIEVOyL7STI_eveIB-ltCZTIlCIN75wesfjz95-CoNi9R7ZBgcn0qK3DW0DrkY12uFHXrvNCnvrkSyXS6mOFeGdd7-Y/s1600/Lucrezia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="464" data-original-width="696" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHzwkiYY_LemcfCgKU-DCFnurqDmCpEyuaF4ylpyrpJI86UUJDYIEVOyL7STI_eveIB-ltCZTIlCIN75wesfjz95-CoNi9R7ZBgcn0qK3DW0DrkY12uFHXrvNCnvrkSyXS6mOFeGdd7-Y/s640/Lucrezia.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">A distanza
di qualche tempo, mi trovo a parlare <a href="https://lettorediprovincia.blogspot.com/2018/11/quinto-sertorio-storia-del-romano-che.html">ancora una volta</a> di un bel libro
delle Edizioni Spartaco. Si tratta de <a href="https://www.amazon.it/segreto-Bruto-Raffaele-Alliegro/dp/8896350700">“Il segreto di Bruto”</a> di
Raffaele Alliegro, che è una piccola chicca per chi ama, come il
sottoscritto, i romanzi storici e la storia romana in particolare.
Il protagonista di questa storia è Lucio Giunio Bruto, antenato di
quel Bruto passato alla storia per l'uccisione di Giulio Cesare.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnQrty7Am21qvCa_TNQHr9s-5xw3Ews8RZ3mHh3XOSPSTzR-nyeLvcM1GcWAhqml0n4sS9ufDu22CU_QaXDDLYKTrOurAFOlehnkSBu0gdrhSeJWIVAln7AQq61PeIO-YHR6zbyDV7CFY/s1600/copertina-bruto.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1040" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnQrty7Am21qvCa_TNQHr9s-5xw3Ews8RZ3mHh3XOSPSTzR-nyeLvcM1GcWAhqml0n4sS9ufDu22CU_QaXDDLYKTrOurAFOlehnkSBu0gdrhSeJWIVAln7AQq61PeIO-YHR6zbyDV7CFY/s400/copertina-bruto.jpg" width="260" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">La sua
vicenda umana si colloca ai tempi del settimo e ultimo re di Roma,
quel Tarquinio il Superbo che, fin dal nome, denotava la propria
boriosità e il senso di superiorità che lo contraddistingueva. Un
re estrusco che aveva corrotto, in un certo senso, quell'anima romana
originaria, così onesta, primitiva e inflessibile, ma apparentemente
destinata a soccombere. Accanto a lui la moglie Tullia, decisa e
crudele, al punto da uccidere il suo stesso padre, Servio Tullio, il
sesto re, pur di aprire la strada al trono a suo marito. Una gestione
del potere, quella di Tarquinio e Tullia, tutta basata sul terrore, e
su un piano che cercava di estromettere progressivamente dal potere i
patrizi e, contemporaneamente, di sfruttare l'allenza dei popoli
latini, destinati però al semplice ruolo di comprimari.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">E' in questo
scenario che si muove Lucio Giunio Bruto, da tutti considerato uno
stupido, uno sciocco, quasi lo zimbello della corte. In realtà si
trattava di un giovane forte, intelligente e capace di nascondere a
lungo la sua vera natura, in attesa di cogliere il momento propizio
per la sua vendetta. Tarquinio il Superbo aveva ucciso, infatti, suo
padre e suo fratello, e sua madre era morta di crepacuore poco tempo
dopo.
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Tanto
insignificante e innocuo, all'apparenza, da far compiere a Tarquinio
un tragico errore di valutazione, quello di volerlo accogliere in
casa sua, mal consigliato dal sacerdote Spurinna, che già aveva
visto, nel fegato degli animali, il destino del giovane. </span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjO5yQ7Dd3xwXagHCkEtn3S9JOMaS4Y3OaSnV2t_rptqell50qNZGVhZ5EE1KOngmml5bNoyaYH2sNXKUmJAwycQGCLEpne1Tv9LDTV_PJ8Fr_6H6ncG35JMwLTWY0c1dV9tLr7P9UjTmM/s1600/Tarquinius-Superbus.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="389" data-original-width="397" height="312" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjO5yQ7Dd3xwXagHCkEtn3S9JOMaS4Y3OaSnV2t_rptqell50qNZGVhZ5EE1KOngmml5bNoyaYH2sNXKUmJAwycQGCLEpne1Tv9LDTV_PJ8Fr_6H6ncG35JMwLTWY0c1dV9tLr7P9UjTmM/s320/Tarquinius-Superbus.jpg" width="320" /></a><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">E mentre i
figli di Tarquinio lo canzonavano, Tullia gli assegnava un nome che,
a dire suo, doveva designarlo e bollarlo nella sua inutilità: “Ci
vuole un altro nome e io ho un'idea, so come si trattano quelli come
lui. Non è intelligente, non ha grazia. Non ha il fascino di Sesto,
né la forza di Arruente, né l'astuzia di Tito. È stupido, sporco e
abbrutito dall'ignoranza come i contadini che lavorano per noi
nell'ansa del Tevere. Lo chiameremo Bruto. Così non gli verranno
strani pensieri per la testa”. “Nomen omen”, dicevano i latini,
sottintendendo che nel nome è contenuto il nostro destino. Se
avessero saputo cosa quel nome avrebbe significato nella storia di
Roma, forse avrebbero sogghignato meno.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Seguiremo
così le sue vicende nella guerra contro Gabii e contro Ardea, dove
il Superbo rivelerà la sua capacità, a suo modo animalesca, di
agire con l'inganno e l'astuzia, per raggiungere i suoi fini. Ma il
destino dell'ultimo re di Roma era già segnato e la sua stella
volgeva ormai verso il tramonto. L'aveva previsto anche la Pizia,
l'oracolo di Delfi, che già vedeva il futuro della gloria romana e
vedeva il ruolo centrale che Bruto avrebbe avuto in quel momento
rivoluzionario. Il destino si servirà, per questo scopo, di Sesto,
figlio di Tarquinio il Superbo, che usando violenza a Lucrezia,
moglie di Lucio Tarquinio Collatino, darà modo ai fatti di giungere
a compimento.
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Il suicidio
di Lucrezia scatenerà una tempesta difficile da placare.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">La rivolta
del popolo, aizzato da un emozionante discorso di Bruto, porterà al
tramonto della stessa monarchia e all'istituzione della Repubblica
romana.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Primi
consoli saranno proprio Collatino e Bruto. Quest'ultimo sarà un
console inflessibile, tanto da far giustiziare persino due dei suoi
figli, rei di aver tramato contro la Res Publica. Bruto morirà
infine in battaglia.
</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbRrEVMhnSkiIAAo_FbntJPF9Lq-sMV4TVlg_OqwNaSNfzb_h79-l6RSAOj_cp94of0ZpMhE6ZqW1m-vqifswyAJlZQT_cr8gNV1C2-FhsNPfBTco7keib3IYaKqYXvKdkTweoaZZ8eC0/s1600/alliegro.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="395" data-original-width="461" height="342" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbRrEVMhnSkiIAAo_FbntJPF9Lq-sMV4TVlg_OqwNaSNfzb_h79-l6RSAOj_cp94of0ZpMhE6ZqW1m-vqifswyAJlZQT_cr8gNV1C2-FhsNPfBTco7keib3IYaKqYXvKdkTweoaZZ8eC0/s400/alliegro.JPG" width="400" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Il libro si
conclude, idealmente, con l'uccisione di Giulio Cesare, anche lui, a
suo modo, reo di aver tramato contro la Repubblica romana e ucciso da
diversi congiurati tra cui un altro Bruto, Marco Giunio. Nomen omen,
dicevamo precedentemente. Quando qualcuno tramava contro la
Repubblica romana, appariva all'orizzonte un Bruto a cercare di
riportare ordine. Trattare della morte di Cesare richiederebbe però
una lunga argomentazione, e non è il caso di parlarne qui.
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">L'autore del
libro è Raffaele Alliegro, caporedattore de “Il Messaggero” che,
muovendosi all'interno dei cardini storici fissati da Tito Livio, <i>Ab
Urbe condita</i>, costruisce un romanzo avvincente e verosimile, che
fa divulgazione storica in modo intelligente ed avvincente. </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<br />Massimo Beccarellihttp://www.blogger.com/profile/13872872721433163547noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5509219072534753541.post-4098420927408885212020-03-13T19:53:00.000+01:002020-03-13T20:01:41.364+01:00I racconti di don Elio Sidoli: Il monaco vecchio <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRa5aJ-6mQVl-f7NSbnXKG2ke4qvh7rTVkQMkcBx1V8yU8s0HqPuy9Y4X-xpwpIEE6VgdXz8_Byo9byIeFYRC1O7aHYtQF2Dhzei9eAbOMENUUr8J9iFzqvZIOFwM6ot5zYPioCLgdjOE/s1600/san+cristoforo.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="481" data-original-width="648" height="474" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRa5aJ-6mQVl-f7NSbnXKG2ke4qvh7rTVkQMkcBx1V8yU8s0HqPuy9Y4X-xpwpIEE6VgdXz8_Byo9byIeFYRC1O7aHYtQF2Dhzei9eAbOMENUUr8J9iFzqvZIOFwM6ot5zYPioCLgdjOE/s640/san+cristoforo.JPG" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">Un po' di tempo fa vi avevamo proposto <a href="https://lettorediprovincia.blogspot.com/2018/11/i-racconti-di-don-elio-sidoli-il.html">un racconto</a> di don Elio Sidoli, parroco nella Val Vona di Borgotaro. A oltre 25 anni dalla morte, ci piace ricordarlo con un altro dei suoi testi. Don Elio fu sacerdote, docente, intellettuale e scrittore. Il racconto che vi presentiamo oggi, "Il monaco vecchio", indulge un po' al macabro e al mistero, ma presenta anche interessanti riflessioni sul calo demografico delle nostre valli e sulla figura degli anziani nella nostra società. Riflessioni quanto mai attuali. E' tratto dal libro "I racconti di don Elio" (Ass. Emmanueli), una pubblicazione locale da tempo, purtroppo, esaurita. Buona lettura</span><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">!</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="background-color: white; color: #1c1c1c; font-family: "arial" , "tahoma" , "helvetica" , "freesans" , sans-serif; text-align: justify;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><b><span style="font-size: large;"><br /></span></b></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<b style="background-color: white; color: #1c1c1c; font-family: times, "times new roman", serif; text-align: justify;"><span style="font-size: x-large;">Il monaco vecchio</span></b></div>
<div style="text-align: center;">
<b style="background-color: white; color: #1c1c1c; font-family: times, "times new roman", serif; text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><br /></span></b></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Me ne stavo seduto sul muretto basso della
canonica e osservavo con curiosità uno scricciolo dai colori
variopinti, rosso e blu, con striature di marrone, che dentro la
siepe fitta di mantello verde cupo, cercava un rifugio per la notte.
Saltellava qua e là con cinguettii brevi ed acuti e io speravo di
vedere dove si sarebbe cacciato. Alzando la testa per accendere una
“nazionale”, vidi con stupore, davanti a me, appoggiato al palo
del telefono, un monaco: un vecchio frate dalla barba fluente e
biancastra, col suo bravo saio marrone sporco e relativo cordone
bianco. E un paio di sandali scalcagnati che denotavano la fatica di
un lungo andare. “Buona sera, padre”, dissi alzandomi. “Buona
sera, non l'ho visto arrivare, né ho sentito i suoi passi; è
strano”.
</span></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUeCPHkI4Kn3V9ya0LCJ3CFcOmgsceBXl6FHm5prNISQbgU5QAx4FV8OSV2csouu1O21ylZEcifU8kXdqGg4OoW2mzp6lyBgxxkW4JLp1L3Sj0tb9CW0mF-wHcdEP8l4HfltbZ8BFpNCI/s1600/frate.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="214" data-original-width="180" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUeCPHkI4Kn3V9ya0LCJ3CFcOmgsceBXl6FHm5prNISQbgU5QAx4FV8OSV2csouu1O21ylZEcifU8kXdqGg4OoW2mzp6lyBgxxkW4JLp1L3Sj0tb9CW0mF-wHcdEP8l4HfltbZ8BFpNCI/s400/frate.jpg" width="336" /></a><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">“Molte cose sono strane nella vita, fratello”
rispose lui, “molte. E poi non ha molta importanza se mi hai
sentito o visto. Ora sono qui: ti do fastidio?”</span></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">“No, anzi vuoi entrare?”</span></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">“Grazie: si sta bene qui. La notte è imminente
e la sera è quieta. Non senti questa brezza leggera che ti accarezza
con la sua mano vellutata di fata? E che pace in questa notte
incipiente! E' meglio che restiamo qui, non ti pare?”</span></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Nel cielo si erano accese le prime stelle e i
campi erano pieni di lucciole: l'aria odorava del profumo acre del
fieno appena tagliato e lontano, da un casolare solitario, giungeva
lamentoso e monotono l'abbaiare di un cane.
</span></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">“Da dove vieni?” provai ad interrogare.</span></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Fece un gesto molto vago con la mano diafana come
per dire: da lontano, molto lontano!</span></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">“Ha fame? Vuole un boccone?”</span></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">“No, grazie”, rispose sorridendo, “noi siamo
abituati al digiuno: è nella nostra regola, anche se ora non serve
più. È fatta per altri, non per noi”.</span></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Il suo viso era sorridente, ma era un sorriso
triste che metteva voglia di piangere: la voce calma come la notte
ormai calante. La sua sagoma perdeva i contorni ed io riuscivo solo,
ormai, a vedere una macchia nera e lunga appoggiata al palo.</span></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Del viso potevo solo intravedere gli occhi che
brillavano come due tizzoni e mandavano una luce verdognola: uno
strano alone attorno alla faccia scarna del monaco.</span></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">“Come mai da queste parti”, attaccai io, “e
a quest'ora: presto sarà notte fonda!”</span></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">“Beh, è una questione di sentimento e di
nostalgia, capisci? Ho vissuto tanto tempo da queste parti e stasera
mi è venuta voglia di tornare a dare un'occhiata: non è che da dove
sono io non si veda fino a qui, ma così, da vicino, è un'altra
cosa. Molto più bella, credimi!”</span></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">“E dove è vissuto, se è lecito...?”</span></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">“Lassù: per molti anni. Se ti dicessi quanti tu
non mi crederesti: in una piccola cella dai muri trasudanti umidità
e muffa. Ma ci stavo bene, altro che se ci stavo bene!”</span></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">E la sua mano indicava la chiesetta di San
Cristoforo, di cui si poteva, ora, distinguere solamente il campanile
che si stagliava snello e svettante in quel cielo di un azzurro cupo,
bello da impazzire.</span></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">“E cosa vuole, se mi consente”.</span></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Cominciavo ad innervosirmi e confesso che anche la
paura ormai mi offriva la sua scomoda compagnia.
</span></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">“Niente, fratello, niente. Sono passato di casa
in casa, come facevo un tempo: questuando. E l'ho fatto per anni e
annorum. Ora tutto è più facile: ci sono strade agevoli, ben
tenute, comode. Una volta, ai miei tempi voglio dire, solo sentieri e
stradette piccole piene di ciottoli aguzzi.
</span></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Non ho più sentito il muggire dei buoi nelle
stalle, ma solo il rumore assordante di quelle macchine infernali che
voi chiamate trattori. I monti sono deserti e se vuoi fare quattro
chiacchiere non trovi più nessuno: devi parlare con la tua ombra o
con i ricordi del passato. Non ho più percepito il canto lento dei
carbonari che erano tanto numerosi. Era così bello sentirli cantare
quelle vecchie nenie che oggi non conoscete più.<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5Irgtugejfb4oOMNJn1kSkVjjDOgWN-SwVusSFb1tfBg8x5k6iaHvTO0MK3ee8CltibxzMjnAcDtnFvU8R_EpdI3bwm8H71buGnGi9HhEfPJlugS6f-Hv4tZtgSxzUXQrz3UlSa4hB6U/s1600/cascapini.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="574" data-original-width="960" height="382" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5Irgtugejfb4oOMNJn1kSkVjjDOgWN-SwVusSFb1tfBg8x5k6iaHvTO0MK3ee8CltibxzMjnAcDtnFvU8R_EpdI3bwm8H71buGnGi9HhEfPJlugS6f-Hv4tZtgSxzUXQrz3UlSa4hB6U/s640/cascapini.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ca' Scapini, comune di Compiano</td></tr>
</tbody></table>
</span></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">E quante case vuote ho trovato nella zona! Presto
cadranno e buonanotte al secchio! È una tristezza grossa, ma che
vuoi, è il progresso e non ci si può fare niente!</span></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Ho visto i vecchi che sono ancora nelle rare case
abbarbicate alle due sponde del vecchio canale. Son cambiati
anch'essi, come tutto. Tu non puoi capire, fratello, cosa ho provato.</span></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Non capiresti mai! Ai miei tempi non esistevano
ricoveri, pensioni, case di riposo, assistenza sociale. La gente
campava vecchia perchè viveva bene, e quando raccoglieva i poveri
arnesi per il lungo viaggio dell'eternità, partiva serena e
tranquilla: come se andasse a coltivare un altro podere. Erano
poveri, ma felici.</span></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Ora tutti hanno la pensione, non buona ma
passabile almeno e vivono bene. Eppure sono soli e tristi: almeno
così li ho trovati io. I figli sono partiti per lontane sponde e
hanno fatto fortuna: mandano ai loro vecchi saluti e traveler's cheques,
ma non amore. E i vecchi è di questo che hanno bisogno. Vivono di
poco e tu lo sai bene: di ricordi, più che di pane. L'unica miseria
che hanno veramente è la solitudine. Perchè, vedi, quando c'è
amore, la miseria può sempre alleviare le strettezze della fame,
anche con una crosta di pane: ti pare?”</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYBrOGw03tUq35fUkSM3BiPyKZqqMXANbi7ExA1C_PNyhbMivXJsLLD9qi87bVXBHGF35Faoua31yiUvR0qXzm-FGf7a4vS_JhANb3eu0m4Ty8SNvLzdul9sxDZrkL8AnRQf4jRJ2_be4/s1600/anziano-solo.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="530" data-original-width="530" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYBrOGw03tUq35fUkSM3BiPyKZqqMXANbi7ExA1C_PNyhbMivXJsLLD9qi87bVXBHGF35Faoua31yiUvR0qXzm-FGf7a4vS_JhANb3eu0m4Ty8SNvLzdul9sxDZrkL8AnRQf4jRJ2_be4/s400/anziano-solo.jpg" width="400" /></a></span></div>
<br />
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">“Fai discorsi difficili, frate”, dissi io,
“roba di filosofia o di qualcosa del genere: sei istruito per la
tua categoria! Quasi non ti capisco”.</span></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">“È comodo, fratello, non voler capire”,
proseguì il monaco con voce sommessa, “molto comodo. Invece mi hai
capito benissimo! Se, invece di startene qui ad osservare lo
scricciolo, tu fossi andato dal tale (e qui mi fece il nome di un
vecchio che abita in una vecchia bicocca mezzo diroccata in riva al
torrentaccio) a tenergli un po' di compagnia, non ti pare che avresti
fatto migliore uso del tuo tempo? Anzi del tempo semplicemente,
che è di Dio e non tuo? Che ne dici? Oltre tutto hai una buona
macchina e ti sarebbe costato poca fatica, vero?</span></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Quel vecchio lassù, ora sta dormicchiando,
disteso sulla panca dura di castagno selvatico e sta pensando. Tu gli
avresti fatto un poco di compagnia: saresti stato per lui il Buon
Samaritano: altro che scricciolo!”</span></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Cominciavo ad innervosirmi perchè quel frate
ficcanaso diceva la verità e mi alzai in piedi avanzando bel bello
verso il monaco.</span></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">“Amico”, sbottai, “modera la tua predica e
misura le parole: la pazienza ha un limite. Capisci, frate della
malora?”</span></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">“Ti sei offeso?” interrogò lui, calmo come
sempre.</span></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">“Bene, è meglio così. Chissà che quello che
ti ho detto non serva a qualcosa: me lo auguro. Avrei ancora molte
cose da dirti, ma vedo che sei insofferente e iroso per giunta! Prova
a pensare se ho ragione o no: se ti riesce a pensare qualcosa con
quella baracca che ti ritrovi sopra le spalle e che tu chiami
cervello. Provaci fratello”.</span></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Mi avventai furente contro il monaco vecchio e
cercai di acciuffarlo alle spalle, ma le mie mani abbrancarono solo
il palo venato e rinsecchito del telefono: nero anche lui come la
notte.</span></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Mentre mi guardavo attorno per rendermi conto
della faccenda, strana e misteriosa per la verità, da su in alto,
portato dal vento leggero, percepivo il ridacchiare soddisfatto del
vecchio frate che si allontanava. Poi si affievolì lentamente fino a
confondersi con il cri cri dei grilli che salutavano, a modo loro, la
luna rossa spuntata dal crinale del monte che confina con il cielo.</span></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Ora, tutte le sere, quando scendo sull'imbrunire,
ritrovo il vecchio monaco appoggiato al terzo palo del telefono.</span></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">“Buona sera, amico” dico io, sporgendomi dal
finestrino della vettura.
</span></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">“Buona a te, fratello” risponde il frate
sorridendo, “buona a te”.</span></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Scendo pigiando forte sull'acceleratore e vado a
dormire.
</span></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Ed è un sonno tranquillo, non funestato da
incubi.</span></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span></div>
<div style="text-align: center;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span></div>
<div style="text-align: center;">
<b style="background-color: white; color: #1c1c1c; font-family: times, "times new roman", serif; text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><br /></span></b></div>
Massimo Beccarellihttp://www.blogger.com/profile/13872872721433163547noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5509219072534753541.post-39018680492911957522020-03-11T16:06:00.000+01:002020-03-11T16:06:29.911+01:00Vecchie storie e leggende delle frazioni di Borgotaro<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b>A cura di Rita Santini</b></span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8PfYP1blTQoymWvrzxniyO8P74vkLWnFkONquZ1zUiNKEi-LdjBQji4zAf8HRvaurNKVzb6YHGKwZi_Iew_D0pmq-GLOZBnEXo9kdUMvkO_jsYZFRroZ0e1IuRCJXGCp5Y2ltfgFhCk0/s1600/oasi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="480" data-original-width="640" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8PfYP1blTQoymWvrzxniyO8P74vkLWnFkONquZ1zUiNKEi-LdjBQji4zAf8HRvaurNKVzb6YHGKwZi_Iew_D0pmq-GLOZBnEXo9kdUMvkO_jsYZFRroZ0e1IuRCJXGCp5Y2ltfgFhCk0/s640/oasi.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Una
cosa che mi ha fatto molto piacere in questo periodo di triste
realtà, col presente incerto, in cui da ogni parte si parla di gravi malattie e di rischi per la salute di tutti, è stata la bella notizia che il mio scritto sui Mulini è stato molto apprezzato e gradito, e molti lo hanno letto con interesse. </span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">A me, personalmente, è stato
chiesto di continuare a parlare di leggende e storie accadute in
passato e di cose viste realmente da molte persone; cose piuttosto
strane, che alcuni forse stenteranno a credere. Mi ha raccontato, ad
esempio, Maria Rita di Valdena che, quando lei aveva circa 15 anni,
andò un giorno a San Vincenzo a trovare sua nonna, in località
Caminà. Era verso sera. Sua madre la lasciò a San Vincenzo e disse
che tornava a casa a Valdena. La ragazza guardò verso Valdena e
vide, là dove ora si trova una grossa frana, delle luci vivissime e
tremolanti, che si muovevano avanti e indietro. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiG63G5U62tvosxFXmjXw0dTmThhyds5BAFXHuU9I0kcX2rOmNxrskcWDbw3JVPK8Tsn9Lm0Ado4CGUe9ovcvuzxAUky0ftTAaJC4FLjzwnf7DGLHqjg8Fv2dhRW6i0FhktaNGV22cq-rU/s1600/fuochi+fatui.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="418" data-original-width="1080" height="244" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiG63G5U62tvosxFXmjXw0dTmThhyds5BAFXHuU9I0kcX2rOmNxrskcWDbw3JVPK8Tsn9Lm0Ado4CGUe9ovcvuzxAUky0ftTAaJC4FLjzwnf7DGLHqjg8Fv2dhRW6i0FhktaNGV22cq-rU/s640/fuochi+fatui.jpg" width="640" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Allora Maria Rita
chiamò la nonna e le chiese: “La mamma è già arrivata di là, e
mi fa segno con la pila”. Ma la madre, che era partito da pochi
istanti, rispose: “Ma che dici mai Maria Rita? Io sono ancora
qua!”. Allora le due donne chiamarono anche la nonna e tutte e tre
videro quelle luci ballare sul fianco della montagna. Maria Rita oggi
sostiene che, secondo lei, si trattava di fuochi fatui. Sempre lei ci
racconta che allora, di notte, tanta gente vedeva luci che sembravano
“processioni” che andavano avanti e indietro. Molti fecero così
celebrare Santissime Messe, perchè pensavano che fossero i morti che
tornavano perchè avevano bisogno di preghiere di suffragio. Oggi lei
mi dice che queste luci e queste “processioni” possono essere
anche fenomeni naturali correlati alle frane che, per ben tre volte,
hanno devastato quel versante della montagna; in particolare a gas
sprigionatosi dal sottosuolo. </span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Un altro amico, che non vuole essere
nominato, ci racconta che anche nelle vicinanze della frana di
Pontolo, ha visto quelle luci muoversi in processione e, dopo essersi
avvicinato, gli parve di udire bisbigliare, come se fossero persone
che pregavano sottovoce. </span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">La stessa persona ci ha raccontato di aver
visto un cane bianco che lo ha accompagnato per un tratto di strada,
per poi scomparire. Un fatto analogo mi è stato raccontato già
molti anni fa, da alcuni ragazzi di allora, che mi raccontarono a
loro volta di essere stati accompagnati da un grosso cane bianco, ma
loro, credendolo un cane qualsiasi, neanche ci badarono, dato che non
li molestava. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdKFCLGOPedvDlOTeTeOWU0JtJ_lzDDI1MAkB61qmi_Kal9Rcwmx3FKN6UMZbxq8E31wWbpqzRZ675IZ4_jxavTn5940VXUgWPFRxLH5rI1t1CXtses0eauwftoNlDp6kdaNrJRTRldOs/s1600/cane+bianco.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="461" data-original-width="932" height="196" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdKFCLGOPedvDlOTeTeOWU0JtJ_lzDDI1MAkB61qmi_Kal9Rcwmx3FKN6UMZbxq8E31wWbpqzRZ675IZ4_jxavTn5940VXUgWPFRxLH5rI1t1CXtses0eauwftoNlDp6kdaNrJRTRldOs/s400/cane+bianco.jpg" width="400" /></a></span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Però poi, dopo un tratto, quando si girarono per
cercarlo, non lo trovarono più. Un altro fatto alquanto strano mi è
stato raccontato da un uomo buono, onesto e lavoratore, ormai defunto
che, mentre si recava a una sua casella, nel primo mattino ebbe una
visione: vide una bellissima donna, di bianco vestita, venirgli
incontro. L'uomo si scansò educatamente per lasciarla passare, ma si
accorse che i piedi della donna non toccavano terra, perchè non
facevano nessun rumore sulle foglie secche. Lui pensò che fosse la
Madonna, o sua madre, che non aveva mai conosciuto, perchè era morta
quando aveva solo tre anni. Così piccolo, poiché suo padre era
stato richiamato alla guerra, aveva aiutato a crescere un fratellino
ancora più piccolo di lui.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrvCWLvVT49im_F_3xFUMY0LNziwMEywDaFn0E7jCaolfQuVsRDMmJcLL3PvlVndHlyMxHLW-rx628Xi0cmMA1fpruv3zR6gcvu1idWo-OM7VH4VjLm1a1ChbvHP71g9jx2QaJ8u3V7Wk/s1600/spirito.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="371" data-original-width="654" height="226" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrvCWLvVT49im_F_3xFUMY0LNziwMEywDaFn0E7jCaolfQuVsRDMmJcLL3PvlVndHlyMxHLW-rx628Xi0cmMA1fpruv3zR6gcvu1idWo-OM7VH4VjLm1a1ChbvHP71g9jx2QaJ8u3V7Wk/s400/spirito.jpg" width="400" /></a></span></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">
</span><br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Un'altra
persona, il signor Giorgio, oggi residente in San Rocco, mi ha
raccontato che quando era bambino, e abitava a Pieve di Campi, a lui
faceva molta impressione una strada che chiamavano la strada dei
morti. In seguito, ha scoperto che si chiamava così solo perchè lì
anticamente venivano seppelliti i morti. Sempre a Pieve di Campi,
continua Giorgio, c'è una strada strana che la gente chiama la
Strada del melo, dove molta gente racconta di aver visto l'ombra di
una persona che, quando ci si avvicina per parlargli, sparisce nel
nulla. Inoltre, conclude Giorgio, nei cimiteri, a seguito dei
fenomeni legati alla decomposizione dei morti, si vedono spesso
fiammelle, che poi svaniscono.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Un
altro fatto alquanto strano è accaduto a mia madre, che era molto
devota della Madonna; alcuni anni prima di morire, volle regalare una
bella tovaglia da mettere davanti alla Maestà dell'Immacolata
Concezione, sita in località Rovinaglia, e proprietà della famiglia
Beccarelli. Una delle notti successive, la sua camera fu illuminata
da una bianca luce splendente. Ella mi disse: “forse la Madonna ha
gradito il mio dono, e dal cielo mi ha mandato un raggio della sua
luce”.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>Massimo Beccarellihttp://www.blogger.com/profile/13872872721433163547noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5509219072534753541.post-66468422875392451232020-03-09T20:43:00.000+01:002020-03-09T20:43:08.688+01:00Napoli, 9 marzo 1562, divieto di baciarsi in pubblico. Per limitare i contagi?<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOGMoWWZn70_FaHimiT7H4I1kh8bjerNfG-wU1879aqS291CGWdlonA5pn5268oN3Mhw1qRRw3kTiztdAreWHVSqvD0-v-LoLa-eNRlJNRJKGDSjlH9ar8yXOENADdC-pDqGCUY1JGAo0/s1600/Napoli.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="410" data-original-width="800" height="328" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOGMoWWZn70_FaHimiT7H4I1kh8bjerNfG-wU1879aqS291CGWdlonA5pn5268oN3Mhw1qRRw3kTiztdAreWHVSqvD0-v-LoLa-eNRlJNRJKGDSjlH9ar8yXOENADdC-pDqGCUY1JGAo0/s640/Napoli.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">In
questi giorni in cui le televisioni, i giornali e i social ci
raccomandano continuamente di non baciarsi, abbracciarsi e stringersi
la mano, per evitare di propagare il contagio del Covid-19, mi è
tornato alla mente che proprio il 9 marzo di tanti secoli fa, una
legge analoga veniva approvata nel Regno di Napoli.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">In
verità, le ragioni per cui quella legge, che vietava di baciarsi in
pubblico, fosse stata approvata, non sono tanto chiare neppure oggi.
Secondo quanto scrive Agnese Palumbo, nel suo libro “101 storie su
Napoli che non ti hanno mai raccontato” potrebbe darsi che la
disposizione fosse legata al bisogno di proteggere le donne che, a
quei tempi, erano spesso soggette a tentativi di violenza. Non
potendo facilmente capire quando le effusioni pubbliche erano un
tentativo di approccio o una vera e propria violenza, i legislatori
pensarono bene di vietarle tutte, cercando di stroncare sul nascere i
tentativi di violenza e di stupro.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhR1I5n1t-ntqlUYWFIkClnt4qOKdNkaVUlRtu97QBaLfSXBPr5COKbTlzFTWSdzWiRrJVRSGB_oWj7rj2QBW8rPlEcs-K1S5H24aWgHeK_aMdtWmpVvfZRFPxXmPedYoKh0GFcibB8Lb8/s1600/bacio+hayez.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="450" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhR1I5n1t-ntqlUYWFIkClnt4qOKdNkaVUlRtu97QBaLfSXBPr5COKbTlzFTWSdzWiRrJVRSGB_oWj7rj2QBW8rPlEcs-K1S5H24aWgHeK_aMdtWmpVvfZRFPxXmPedYoKh0GFcibB8Lb8/s400/bacio+hayez.JPG" width="300" /></a></span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Altre
fonti, invece, considerando che la pena prevista era la condanna a
morte, hanno ritenuto che dovesse esserci qualcosa di più, e di più
pressante, che aveva spinto a un simile provvedimento. A quei tempi
regnava re Filippo II di Spagna, che governava il napoletano per
mezzo del suo Vicerè Pedro Afàn de Ribera.
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Quella
legge potrebbe essere stata approvata anche per evitare la
propagazione delle epidemie di peste che, in quei secoli, in modo
ricorrente colpivano la penisola.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Anche
a Napoli, purtroppo, la peste la conoscevano bene e solo pochi
decenni prima, nel 1527, la malattia si era rifatta viva e il rischio
di una recrudescenza della malattia era costante.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Una
decina di anni dopo, invece, la peste avrebbe colpito duramente
Venezia (1575-1577). I veneziani, poi, che navigavano nel
Mediterraneo e commerciavano in lungo e in largo, erano stati a loro
volta un ulteriore veicolo di diffusione dell'epidemia.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3GSJcGpCxwadUnU4aTYJyU3DjR_DV_Rb-KTpuyUt0JdBOQo3e2CghIHn1KB5vKEt3OeJwF6GiF9BMIQ86_tn19hGdk2ILwBd_yd1CMR0XtECneKDfJ9BtMZShCk2lkzcBWlqdW59mvEA/s1600/peste.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="394" data-original-width="359" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3GSJcGpCxwadUnU4aTYJyU3DjR_DV_Rb-KTpuyUt0JdBOQo3e2CghIHn1KB5vKEt3OeJwF6GiF9BMIQ86_tn19hGdk2ILwBd_yd1CMR0XtECneKDfJ9BtMZShCk2lkzcBWlqdW59mvEA/s400/peste.jpg" width="363" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Per
tornare al Regno di Napoli, come nel resto d'Italia, la peste sarebbe
tornata a colpire duramente nel '600. Nell'anno 1656, in particolare,
avrebbe ucciso circa 240.000 persone nella sola città partenopea,
cioè oltre il 50% della popolazione totale. Anche se forse non ne
avremo mai la certezza, mi piace pensare che quella strana legge del
1562 che vietava i baci, fosse stata pensata anche per limitare i
contagi. D'altronde allora, senza le cure disponibili oggi, la
prevenzione era ancora più importante.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">In
conclusione, anche se sono passati tanti secoli e se, grazie a Dio,
la mortalità di questo nuovo virus Covid-19 non è paragonabile a
quella della peste, certe buone pratiche, come quella di evitare
l'affollamento e lo scambio di effusioni e di baci, sono sempre
valide. E poi, se potete, restate in casa!</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<br />Massimo Beccarellihttp://www.blogger.com/profile/13872872721433163547noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5509219072534753541.post-20575795174309414972020-03-08T10:22:00.000+01:002020-03-08T10:22:05.828+01:00"Donna, mistero senza fine bello": tre poesie per la festa della donna<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">Anche se le donne vanno festeggiate in ogni momento dell'anno, in questo giorno a loro dedicato mi sembrava bello condividere con voi tre poesie che descrivono la figura femminile nelle sue diverse sfaccettature. William Shakespeare e Rabindranath Tagore celebrano quelle doti e quelle virtù che rendono la donna straordinaria ai loro occhi. Oriana Fallaci, invece, ci fa riflettere sulle difficoltà e sull'eterna sfida che comporta l'essere donna, ancora oggi. Buona lettura e buon 8 marzo!</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhudJrednNV6onYoXlUMiGYLRe3L9oee-F1M9jMN7SKGS6x57rKtmxCHGtzxaonMiMjS7dAaRRlGE1RL3bDZowg4SuyxpL3Su8wDB7jcVtQgPYSJ5ma83IOUuaWvLJ_1x2VVmcXQNKJaQ8/s1600/mimosa.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="420" data-original-width="640" height="420" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhudJrednNV6onYoXlUMiGYLRe3L9oee-F1M9jMN7SKGS6x57rKtmxCHGtzxaonMiMjS7dAaRRlGE1RL3bDZowg4SuyxpL3Su8wDB7jcVtQgPYSJ5ma83IOUuaWvLJ_1x2VVmcXQNKJaQ8/s640/mimosa.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: left;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif; font-size: 15pt;"><b>WILLIAM SHAKESPEARE - sonetto 18</b></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: "times new roman" , "times" , serif; font-size: 13pt;">Dovrò
paragonarti ad un giorno estivo?</span></div>
<span style="color: black;"></span><br />
<div style="text-align: left;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "times new roman" , "times" , serif; font-size: 13pt;">Tu sei più amabile e
temperato:</span></span></div>
<span style="color: black;">
<span style="font-family: "times new roman" , "times" , serif;"><div style="text-align: left;">
<span style="font-size: 13pt;">cari bocci scossi da vento eversivo</span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-size: 13pt;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmN9uQTiVgimHMB3-ly60cL03DAMUjAP2mDylM4V04bXV9lQ5CN1HNh3mqLRbHCkIdAJOsNRRznPYC7XaDN2rnQ8vPiJQuXB8zm7qdE6p7Kpk6P5UHMbFhaUKO8ebBcLxKYYynhOn4cIY/s1600/donna+0.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="766" data-original-width="1267" height="241" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmN9uQTiVgimHMB3-ly60cL03DAMUjAP2mDylM4V04bXV9lQ5CN1HNh3mqLRbHCkIdAJOsNRRznPYC7XaDN2rnQ8vPiJQuXB8zm7qdE6p7Kpk6P5UHMbFhaUKO8ebBcLxKYYynhOn4cIY/s400/donna+0.jpg" width="400" /></a></span></div>
<span style="font-size: 13pt;">
</span></div>
<div style="font-size: 13pt; text-align: left;">
<span style="font-size: 13pt;">e il nolo estivo
presto è consumato.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-size: 17.3333px;"><br /></span></div>
<span style="font-size: 13pt;"><div style="text-align: left;">
<span style="font-size: 13pt;">L’occhio del cielo è spesso troppo
caldo</span></div>
</span><span style="font-size: 13pt;"><div style="text-align: left;">
<span style="font-size: 13pt;">e la sua faccia sovente s’oscura,</span></div>
</span><span style="font-size: 13pt;"><div style="text-align: left;">
<span style="font-size: 13pt;">e il Bello al Bello
non è sempre saldo,</span></div>
</span><span style="font-size: 13pt;"><div style="text-align: left;">
<span style="font-size: 13pt;">per caso o per corso della natura.</span></div>
</span><div style="text-align: left;">
<br /></div>
<span style="font-size: 13pt;"><div style="text-align: left;">
<span style="font-size: 13pt;">Ma
la tua eterna Estate mai svanirà,</span></div>
</span><span style="font-size: 13pt;"><div style="text-align: left;">
<span style="font-size: 13pt;">né perderai la Bellezza ch’ora
hai,</span></div>
</span><span style="font-size: 13pt;"><div style="text-align: left;">
<span style="font-size: 13pt;">né la Morte di averti si vanterà</span></div>
</span></span></span><br />
<div style="text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: "times new roman" , "times" , serif; font-size: 17.3333px;"><br /></span></div>
<span style="color: black;"></span><br />
<div style="text-align: left;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "times new roman" , "times" , serif; font-size: 13pt;">quando
in questi versi eterni crescerai.</span></span></div>
<span style="color: black;">
<span style="font-family: "times new roman" , "times" , serif;"><div style="text-align: left;">
<span style="font-size: 13pt;">Finché uomo respira o con
occhio vedrà,</span></div>
<span style="font-size: 13pt;"><div style="text-align: left;">
<span style="font-size: 13pt;">fin lì vive Poesia che vita a te dà.</span></div>
</span></span></span><br />
<div style="border: none; line-height: 0.71cm; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="border: none; line-height: 0.71cm; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
</div>
<div style="border: none; line-height: 0.71cm; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; padding: 0cm; text-align: center; widows: 2;">
</div>
<div style="text-align: right;">
<strong style="text-align: left;"><span style="font-family: "times new roman" , "times" , serif;"><span style="font-size: 13pt;">RABINDRANATH
TAGORE - Donna</span></span></strong></div>
<span style="color: black;"></span><br />
<div style="text-align: right;">
<span style="color: black;"><br /></span></div>
<span style="color: black;">
<div style="text-align: right;">
<br /></div>
<span style="font-family: "times new roman" , "times" , serif;"><div style="text-align: right;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgK5EMYyujka-5uc6yF5dRdGPfbdRkpzPKYUw39BwyqS9GIanlagOtdTkgpMqwSgFOYHFdZMRLxx2qsTZGceEVYHDgj6PTIgcfepLJJiPFclmiIW-D07ibHMA18g3MkTBPPpPRl-IDk3tw/s1600/donna+3.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="599" data-original-width="374" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgK5EMYyujka-5uc6yF5dRdGPfbdRkpzPKYUw39BwyqS9GIanlagOtdTkgpMqwSgFOYHFdZMRLxx2qsTZGceEVYHDgj6PTIgcfepLJJiPFclmiIW-D07ibHMA18g3MkTBPPpPRl-IDk3tw/s400/donna+3.jpg" width="248" /></a><span style="font-size: 13pt; text-align: left;">Donna,
non sei soltanto l'opera di Dio,</span></div>
</span><span style="font-family: "times new roman" , "times" , serif;"><div style="text-align: right;">
<span style="font-size: 13pt; text-align: left;">ma
anche degli uomini, che sempre</span></div>
</span><span style="font-family: "times new roman" , "times" , serif;"><div style="text-align: right;">
<span style="font-size: 13pt; text-align: left;">ti
fanno bella con i loro cuori.</span></div>
</span><span style="font-family: "times new roman" , "times" , serif;"><div style="text-align: right;">
<span style="font-size: 13pt; text-align: left;">I
poeti ti tessono una rete</span></div>
</span><span style="font-family: "times new roman" , "times" , serif;"><div style="text-align: right;">
<span style="font-size: 13pt; text-align: left;">con
fili di dorate fantasie;</span></div>
</span><span style="font-family: "times new roman" , "times" , serif;"><div style="text-align: right;">
<span style="font-size: 13pt; text-align: left;">i
pittori danno alla tua forma</span></div>
</span><span style="font-family: "times new roman" , "times" , serif;"><div style="text-align: right;">
<span style="font-size: 13pt; text-align: left;">sempre
nuova immortalità.</span></div>
</span><span style="font-family: "times new roman" , "times" , serif;"><div style="text-align: right;">
<span style="font-size: 13pt; text-align: left;">Il
mare dona le sue perle,</span></div>
</span><span style="font-family: "times new roman" , "times" , serif;"><div style="text-align: right;">
<span style="font-size: 13pt; text-align: left;">le
miniere il loro oro,</span></div>
</span><span style="font-family: "times new roman" , "times" , serif;"><div style="text-align: right;">
<span style="font-size: 13pt; text-align: left;">i
giardini d'estate i loro fiori</span></div>
</span><span style="font-family: "times new roman" , "times" , serif;"><div style="text-align: right;">
<span style="font-size: 13pt; text-align: left;">per
adornarti, per coprirti,</span></div>
</span><span style="font-family: "times new roman" , "times" , serif;"><div style="text-align: right;">
<span style="font-size: 13pt; text-align: left;">per
renderti sempre più preziosa.</span></div>
</span><span style="font-family: "times new roman" , "times" , serif;"><div style="text-align: right;">
<span style="font-size: 13pt; text-align: left;">Il
desiderio del cuore degli uomini</span></div>
</span><span style="font-family: "times new roman" , "times" , serif;"><div style="text-align: right;">
<span style="font-size: 13pt; text-align: left;">ha
steso la sua gloria</span></div>
</span><span style="font-family: "times new roman" , "times" , serif;"><div style="text-align: right;">
<span style="font-size: 13pt; text-align: left;">sulla
tua giovinezza.</span></div>
</span><span style="font-family: "times new roman" , "times" , serif;"><div style="text-align: right;">
<span style="font-size: 13pt; text-align: left;">Per
metà sei donna,</span></div>
</span><span style="font-family: "times new roman" , "times" , serif;"><div style="text-align: right;">
<span style="font-size: 13pt; text-align: left;">e
per metà sei sogno.</span></div>
<div style="text-align: right;">
<span style="font-size: 13pt; text-align: left;"><br /></span></div>
<div style="text-align: right;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 13pt; text-align: center;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 13pt; text-align: center;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 13pt; text-align: center;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: left;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqp7aLPXXSI-eNxBGw_ydOjKPp8CJy-4JO1R7j9gEWWWvyGQEg_vGWKTNfh1ADhSS6jDTgv3nrwtVUxvRyJVfubYNSNMiyXDfNJwtoTlVNEWtDY9D4rx9JX_N5nu22jpoytKDrPlV_0KI/s1600/donna+leonardo.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1269" data-original-width="881" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqp7aLPXXSI-eNxBGw_ydOjKPp8CJy-4JO1R7j9gEWWWvyGQEg_vGWKTNfh1ADhSS6jDTgv3nrwtVUxvRyJVfubYNSNMiyXDfNJwtoTlVNEWtDY9D4rx9JX_N5nu22jpoytKDrPlV_0KI/s400/donna+leonardo.jpg" width="277" /></a><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 13pt; text-align: center;"><b>ORIANA FALLACI – L'avventura di essere donna</b></span></div>
</span></span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;"></span><br />
<div style="text-align: right;">
<div style="border: none; line-height: 0.71cm; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
<div style="border: none; line-height: 0.71cm; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm; text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 13pt; text-align: right;">Essere
donna</span></div>
<span style="color: black;"></span><br />
<div style="text-align: left;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 13pt; text-align: right;">è
così affascinante.</span></span></div>
<span style="color: black;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><div style="text-align: left;">
<span style="font-size: 13pt; text-align: right;">È
un’avventura</span></div>
<span style="font-size: 13pt;"><div style="text-align: left;">
<span style="font-size: 13pt; text-align: right;">che
richiede</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-size: 13pt; text-align: right;">un
tale coraggio,</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-size: 13pt; text-align: right;">una
sfida,</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-size: 13pt; text-align: right;">che
non finisce</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-size: 13pt; text-align: right;">mai.</span></div>
</span></span></span><br />
<div style="border: none; line-height: 0.71cm; margin-bottom: 0cm; padding: 0cm;">
<br /></div>
</div>
<div style="border: none; line-height: 0.71cm; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; padding: 0cm; text-align: center; widows: 2;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "times new roman" , "times" , serif;"></span></span></div>
<div style="text-align: right;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "times new roman" , "times" , serif;"><span style="font-size: 13pt; text-align: left;"><br /></span></span></span></div>
<div style="text-align: right;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "times new roman" , "times" , serif;"><span style="font-size: 13pt; text-align: left;"><br /></span></span></span></div>
Massimo Beccarellihttp://www.blogger.com/profile/13872872721433163547noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5509219072534753541.post-80744086940883882422020-03-06T16:20:00.000+01:002020-03-06T16:21:22.724+01:00Tex l'inesorabile – il Texone di Claudio Villa<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjI2z2jXXppCuMDxs3TDZCH-XrGYqWPuBxoBmKEI_sXbJ8SqeSpSnsPhdFU5Smi69hSuNacI_atcLSYOf_nIYIphFdDCHzFKB2GgiK5UggttmGvwbRWD5a6hEWShjPQKQ7v0eq_1_Vk_5Q/s1600/inesorabile.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1417" data-original-width="1000" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjI2z2jXXppCuMDxs3TDZCH-XrGYqWPuBxoBmKEI_sXbJ8SqeSpSnsPhdFU5Smi69hSuNacI_atcLSYOf_nIYIphFdDCHzFKB2GgiK5UggttmGvwbRWD5a6hEWShjPQKQ7v0eq_1_Vk_5Q/s640/inesorabile.jpg" width="449" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Dire
che lo stavamo aspettando “da tempo” è un eufemismo, visto che
erano ormai 17 anni che il maestro Claudio Villa ci stava lavorando.
Qualcuno stava persino pensando che non sarebbe mai stato
concluso. E invece eccolo qui, tra le nostre mani. L'attesa è stata
ripagata tutta, perchè il volume disegnato da Villa è un piccolo
capolavoro, nel mondo della Nona Arte. Tanto grande era l'aspettativa
da far quasi dimenticare che lo sceneggiatore della storia è un
altro mito del mondo di Aquila della Notte, ossia Mauro Boselli.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Bisognerebbe
quindi dire il Texone di Villa e Boselli, se non fosse che questi
volumi di grande formato sono nati proprio una trentina di anni fa
per ospitare i più grandi maestri della china e del pennello e hanno
ospitato tanti maestri del disegno, anche stranieri, ognuno dei quali
ha dato una propria interpretazione personale del personaggio, spesso
raffigurandolo con tratti somatici ben diversi da quelli delineati in
origine, solo per fare un esempio, da Aurelio Galleppini.
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLM4GCTZ-LUCiIRURPIzmdykbOP7xYf10OIUZ-Sv8FmBJs76i9qBkYfToLiAgKzFK-WUAFRo7POyh3ck85jIl4P1mNCdSsPPJte4MijaYFm5JxgDQH3ylBFl8CpH6Qkkpa_3TU0tAKmsY/s1600/tex2.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="471" data-original-width="330" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLM4GCTZ-LUCiIRURPIzmdykbOP7xYf10OIUZ-Sv8FmBJs76i9qBkYfToLiAgKzFK-WUAFRo7POyh3ck85jIl4P1mNCdSsPPJte4MijaYFm5JxgDQH3ylBFl8CpH6Qkkpa_3TU0tAKmsY/s400/tex2.JPG" width="280" /></a><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Questo
non poteva accadere con Villa, perchè Tex è ormai il Tex di Villa.
La sua arte, tutti i mesi, risalta sulle copertine della serie
regolare, da cui si evince in modo straordinario la capacità di
cogliere il particolare e ritrasmetterlo con grande forza evocatica.
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Nel
Texone, tutto questo si nota ancora di più, fin dalla copertina. Tex
con il winchester in pugno, il tramonto sullo sfondo, assume un
rilievo epico, quasi da eroe della mitologia greca. Lo sguardo
stesso, sicuro e deciso, mostra tutte le caratteristiche di quello
che Tex è, e resterà sempre, nel sentire dei lettori.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmSE7dbFsvnMNsh0qIHrewUjD_acfHcCHnInMdCH0ZEIOSwNRslxcYhDwzMKAqZIfB5lJlPzH9wgGI3v_Cl_o0raY_yMsblzZprr1QIZprEgSi9OGSJ6macXpQcE0pjVKagxOZ10D0RXs/s1600/tex1.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="472" data-original-width="332" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmSE7dbFsvnMNsh0qIHrewUjD_acfHcCHnInMdCH0ZEIOSwNRslxcYhDwzMKAqZIfB5lJlPzH9wgGI3v_Cl_o0raY_yMsblzZprr1QIZprEgSi9OGSJ6macXpQcE0pjVKagxOZ10D0RXs/s400/tex1.JPG" width="281" /></a><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">La
sceneggiatura di Boselli lo vede sulle tracce dei fratelli Logan, un
trio di fuorilegge che metterà a dura prova lui e i suoi pards. I
dialoghi tra Tex e Carson sono brillanti come sempre, e la storia si
dipana su temi da western classico, dove non c'è spazio per elementi
di soprannaturale o fantastico. Claudio Villa illustra la vicenda con
un andamento fatto da carrellate quasi cinematografiche, che
raggiungono il top nei primi piani alla Sergio Leone.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Lì
l'arte di Villa emerge in tutta la sua classe, con dettagli specifici
e minimali, come il sudore e le rughe di espressione del viso, che
evidenziano un lavoro certosino di cesellatura del disegno che
raramente si riscontra nel disegno popolare e che forse trova un
paragone, per quanto molto distante nello stile, in un altro Texone,
quello mitico di Magnus, “La valle del terrore”. </span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgumeZSZUcs1mBqxnHmoMKS-Na-BLL5dsVd9ziFunXTuj0IQSqVOKpL2PIJmVGp7srYW_ffvVAV-FIeuUQQ0Cuyi2D2zioRwilb6WJ26kh9XQ1P_h2GyGZjwtL3xQl9HQ5WcM06RkdRk2s/s1600/perunpugnodidollari2.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="461" data-original-width="820" height="223" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgumeZSZUcs1mBqxnHmoMKS-Na-BLL5dsVd9ziFunXTuj0IQSqVOKpL2PIJmVGp7srYW_ffvVAV-FIeuUQQ0Cuyi2D2zioRwilb6WJ26kh9XQ1P_h2GyGZjwtL3xQl9HQ5WcM06RkdRk2s/s400/perunpugnodidollari2.jpg" width="400" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">I richiami a
Sergio Leone, a mio modesto parere, si colgono anche nella scena del duello, dove i nostri quattro pards affronteranno i
quattro fuorilegge e, ancora una volta, i primi piani la faranno da
padrone.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Che
aggiungere ancora? Non vi resta che leggerlo e farvi una vostra
opinione in merito. </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<br />Massimo Beccarellihttp://www.blogger.com/profile/13872872721433163547noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5509219072534753541.post-50678336877776435582020-03-04T15:47:00.000+01:002020-03-04T15:47:14.791+01:00Traduci nella tua lingua gli articoli del blog!<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Da oggi, sul mio blog è presente una nuova funzione, che credo possa essere utile per i lettori non di lingua italiana che, per diverse ragioni, possono trovarsi a leggere queste pagine. In alto a destra trovate il pulsante "Translate", che vi permetterà di scegliere la lingua preferita e leggere poi direttamente gli articoli tradotti.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Spero si tratti di una gradita novità. A presto!</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxdmkz8ewaNCe87E6O3n2F52Cdbp38uzt5AtI_VSRcCXDd1yN6mxBoAn7zXpmR16GOHd_NKQqqLnVX5BMgWmRcyphBGvTRqG8UttqF2cjXyy9OLsn8XoIvCuXLuRsLpVh3y0ub6KLrgbg/s1600/google+traduttore.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="107" data-original-width="239" height="177" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxdmkz8ewaNCe87E6O3n2F52Cdbp38uzt5AtI_VSRcCXDd1yN6mxBoAn7zXpmR16GOHd_NKQqqLnVX5BMgWmRcyphBGvTRqG8UttqF2cjXyy9OLsn8XoIvCuXLuRsLpVh3y0ub6KLrgbg/s400/google+traduttore.JPG" width="400" /></a></div>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>Massimo Beccarellihttp://www.blogger.com/profile/13872872721433163547noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5509219072534753541.post-44865128214380173942020-03-03T19:02:00.000+01:002020-03-03T19:03:50.840+01:00Una settimana da... cane: la settimana di una famiglia vista dal cane di casa<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4fqDNZPBJTWAqEd_gkh5WObMLe-rUa0y0di8Inb9Q542OXUtcAJ5A1Xazs_5JUwOwFgu3_HQTbyn6cs_P3jnCb3cGxwrspDDBFJABGNg-LuMJKeOpGMVVV-BjPlf5yf6z2IMSkBDFeS8/s1600/Una+settimana+da+cane.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1578" data-original-width="1600" height="392" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4fqDNZPBJTWAqEd_gkh5WObMLe-rUa0y0di8Inb9Q542OXUtcAJ5A1Xazs_5JUwOwFgu3_HQTbyn6cs_P3jnCb3cGxwrspDDBFJABGNg-LuMJKeOpGMVVV-BjPlf5yf6z2IMSkBDFeS8/s400/Una+settimana+da+cane.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<br />
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">Cosa
pensano di noi i nostri animali domestici?
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">Per
rispondere a questo curioso interrogativo è necessaria una buona
dose di fantasia e inventiva e la capacità di mettersi nei panni
dell'altro. Non facile, soprattutto se l'altro in questione è nientemeno che il cane di casa. Un cane un po' particolare, fin dal nome,
che è tutto un programma: Mefi, diminutivo di
Mefistofele. “Forse in questa casa avevano bisogno di un nome
importante, giusto per sconsigliare l'ingresso non autorizzato a
qualche cattivo intenzionato di passaggio da queste parti”. Già,
perchè Mefistofele richiama alla memoria diavoli, fiamme infernali e
puzza di zolfo. Peccato che i ladri di oggi non siano proprio tutti
formati nella cultura classica e accademica, per cui il nome solo non
li spaventa di certo.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">Attorno
a lui, gravitano una serie di personaggi e di animali, che da lui
vengono descritti e presentati nelle loro comuni attività
settimanali.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">I
rapporti all'interno della famiglia di Mefi non sono proprio
idilliaci e ci sono costanti tensioni tra i vari componenti. Anche i
rapporti con il gatto di casa, Miciogatto, non funzionano a dovere.
Se quest'ultimo vuole giocare con lui, infatti, Mefi non intende
certo abbassarsi al suo livello.
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">In
casa ci sono poi il capofamiglia, o meglio “il capobranco”, anche
se Mefi, un po' perfidamente, aggiunge che in verità è lui che
pensa di esserlo, visto che in realtà non è così, e la moglie, la
padrona, donna decisa e volitiva. Ci sono poi i loro due figli. Il
maschio, che va ancora a scuola ed è sempre di corsa, e la figlia,
che frequenta l'Università ed è sempre attenta al proprio look.
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">Per
un'intera settimana seguiremo questa famiglia attraverso gli occhi di
Mefi. Anche gli aspetti più seri o preoccupanti dei rapporti
famigliari assumono così, spesso involontariamente, aspetti
grotteschi e ironici. Eh sì, perchè Mefi è spesso vittima
designata, a cui tocca assistere a scene di vario genere.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">Si
trova così ad accompagnare la padrona in un'agenzia investigativa,
oppure la figlia in montagna, pur non avendone nessuna voglia. Cerca
di svolgere al meglio il suo ruolo di cane da guardia, salvo poi
scoprire che il presunto ladro altri non è che il figlio dei padroni
intento ad appartarsi con la fidanzatina.</span></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrbbMAZhSU4Ia9KpEaMFBSpMwXfGSSu31s0CEdeSZq1x4msX8I37sn3Xd1bKlAnnM5dkd0lI-jGtciN4r8bggGS_0bUwZKIwn2bSFSFNWpukTRMR0MAf8gWlkohfjr7Ci-IKlZCINNaH4/s1600/Massimo+Pasciuti+-+Copia.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1089" data-original-width="849" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrbbMAZhSU4Ia9KpEaMFBSpMwXfGSSu31s0CEdeSZq1x4msX8I37sn3Xd1bKlAnnM5dkd0lI-jGtciN4r8bggGS_0bUwZKIwn2bSFSFNWpukTRMR0MAf8gWlkohfjr7Ci-IKlZCINNaH4/s320/Massimo+Pasciuti+-+Copia.jpg" width="249" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: small;">Mariangela Pasciuti</span></td></tr>
</tbody></table>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">Ma
alla fine di tutto, quando arriva la domenica, tutto si sistema:
“Siamo proprio una bella famiglia. Cane tatone compreso,
conclude il capobranco".</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;"><a href="https://www.mondadoristore.it/settimana-da-cane-settimana-Mariangela-Pasciuti/eai978889771283/">Un libro molto divertente</a>, dal taglio originale, che si legge in un
soffio ed è da consigliare quando si cerca un'oretta di svago
intelligente. Opera di Mariangela Pasciuti, pedagogista, dirigente
scolastico e docente universitario, che abbiamo già recensito su
questo blog per il suo bel romanzo <a href="https://lettorediprovincia.blogspot.com/2019/08/la-casa-liberty-un-romanzo-declinato-al.html">“La casa Liberty”</a>.
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">La
lettura è resa ancora più piacevole dalla presenza di tante buffe
illustrazioni di Giuseppe Vitale.</span></div>
<br />Massimo Beccarellihttp://www.blogger.com/profile/13872872721433163547noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5509219072534753541.post-45264237822423731222020-03-02T19:31:00.000+01:002020-03-02T19:31:14.976+01:00La vanga dalla punta d’oro<b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Tra Leggenda e realtà - a cura di Rita Santini</span></b><br />
<b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></b>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYRW6ry64W5V6Hp8N1JcOfIIxMszy9cOZcOqBE2Na6B2j1W4k4x_Mp6NvMq31BRVr6tEfBP_6i9AqFH0_T3XVoAe0pAi6Yyy1QBj3uyir6yvN9-VFKmueCkF7c9mHdChwODD9CuLLu6ZE/s1600/vanga+punta+d%2527oro.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="386" data-original-width="500" height="494" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYRW6ry64W5V6Hp8N1JcOfIIxMszy9cOZcOqBE2Na6B2j1W4k4x_Mp6NvMq31BRVr6tEfBP_6i9AqFH0_T3XVoAe0pAi6Yyy1QBj3uyir6yvN9-VFKmueCkF7c9mHdChwODD9CuLLu6ZE/s640/vanga+punta+d%2527oro.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Un giorno, un giovane disse al padre: “Anch’io vorrei trovare un tesoro!” Il padre, uomo anziano, saggio e accorto, rispose al figlio: “Io ti do questa vanga e, mi raccomando, sappila usare, perché possiede una speciale qualità. È la vanga dalla punta d’oro. Se saprai usarla, non avrai più fame, se ne farai buon uso vivrai bene”. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Il ragazzo, dapprima, rimase deluso e disorientato, perchè non riusciva a capire come una semplice vanga potesse portargli tanto benessere. Credeva di ricevere un tesoro fatto di monete d'oro, e non capiva in quale modo quello strumento potesse portargli ricchezza.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Il giovane, tuttavia, iniziò ad usare la vanga. Le fece smuovere la terra dal mattino a sera, ed egli ne osservava con orgoglio la punta che brillava e sembrava d’oro, dal primo sorgere del sole fino allo spuntare della luna. Ella roteava nelle sue mani, smuovendo il terreno, che sotto la punta della vanga sembrava un fuscello. Seminò ogni sorta di legumi e verdure, e tutto ciò che potè. Poi attese… e, in poco tempo, la casa gli si riempì di ogni ben di Dio. Allora il giovane comprese che il vecchio padre aveva avuto ragione. Nella vita basta lavorare con lena e con buona volontà per possedere ciò che si vuole. E a lui era bastato fare questo, mentre romanticamente pensava che la sua vanga fosse magica e possedesse, come gli aveva detto il padre, la punta d’oro. </span></div>
<br />
<br />
<b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></b>Massimo Beccarellihttp://www.blogger.com/profile/13872872721433163547noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5509219072534753541.post-56615601743352611142020-03-01T22:59:00.000+01:002020-03-02T19:31:46.986+01:00"Svolvaer, i fiordi del perdono", romanzo di Michele Bussoni<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0FKomp0ZFy4GsUmAbgBhgYi0cbfFbV513cLYKFhZB_5JCmCN4nwkBQw7cfiNZ9DCShpxJYXiA43WhaAGRQrlB2pFY1935w9joH4dNPZmdgPE8IC8rTaixVzH7VlTRrqqhr4Hr5qOIo4k/s1600/svolvaer+foto.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="355" data-original-width="530" height="428" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0FKomp0ZFy4GsUmAbgBhgYi0cbfFbV513cLYKFhZB_5JCmCN4nwkBQw7cfiNZ9DCShpxJYXiA43WhaAGRQrlB2pFY1935w9joH4dNPZmdgPE8IC8rTaixVzH7VlTRrqqhr4Hr5qOIo4k/s640/svolvaer+foto.JPG" width="640" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;"><a href="https://www.amazon.it/Svolv%C3%A6r-I-fiordi-del-perdono/dp/1797629980">Svolvaer</a>
è una piccola cittadina nelle Isole Lofoten, adagiata sul circolo
polare artico. In questo paese, che ha qualcosa di fiabesco, vive
Bjarne Petersen, vecchio pescatore. Segnato dalla vita, carico di
ricordi che lo opprimono e lo attanagliano, trascina un'esistenza
solitaria, fuori dal consorzio umano. E' passato tanto tempo, ma
tutto è rimasto fermo a quel giorno. “Tutto quel tempo trascorso
nella solitudine e nella paura, emozione quest'ultima mai provata
prima di quel tragico evento, mai così potente e levigante
quantomeno”. Il giorno del naufragio, che ha segnato un tragico
spartiacque nella sua esistenza, emerge pian piano dalle pagine, e si
alterna al racconto delle vicende del presente, caratterizzate da
semplici e comuni vicende della vita quotidiana.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrnlvWIJzsn-sk4rg5HHW_w4Y6njU-g6c76zEGIG4_fxGsk7pfOkOcqvM9w4jMqt87klcGdozdGqdvFraYgieE2itN1jaip2zeHT_L9jeA9JubIELTEstzkwwl3sc2pJLKSTaoUNzOjk4/s1600/svolvaer-copertina-ebook.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="413" data-original-width="268" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrnlvWIJzsn-sk4rg5HHW_w4Y6njU-g6c76zEGIG4_fxGsk7pfOkOcqvM9w4jMqt87klcGdozdGqdvFraYgieE2itN1jaip2zeHT_L9jeA9JubIELTEstzkwwl3sc2pJLKSTaoUNzOjk4/s400/svolvaer-copertina-ebook.jpg" width="258" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">Il
ricordo, costante e inquietante compagno di viaggio, è mediato dalla
lettura del vecchio diario di bordo. In queste prime pagine la figura
di Bjarne assume a tratti caratteristiche epiche, quasi titaniche,
nel suo scontro con il destino malvagio e rio. Sembra di rivedere,
nella descrizione delle scene del naufragio, quasi un nuovo capitano
Achab, non in lotta con Moby Dick ma con il Fato.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">Quando
l'anima entra</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">tra
i gorghi vorticosi,</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">anche
la più debole luce
</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">acceca
gli occhi.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">I
versi di Edgar Allan Poe, imparati a memoria, quasi come fossero “una
preghiera salvifica”, sembrano una metafora della figura di Bjarne,
che sembra ormai perduto alla vita. Lo stesso trascorrere del tempo,
infatti, non sembra più avere alcun senso: “Il tempo per lui aveva
ormai perso tutti i suoi significati, la sua utilità e i suoi
misteri. Pertanto, ogni ora era tarda, ogni ora era inopportuna per
qualsiasi cosa, fosse una visita o un appuntamento”.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">D'altronde,
dopo la morte della moglie Hilde Marie e la fuga del figlio Edvard,
il suo stile di vita viene additato come folle e si trova escluso
quasi da tutti. Lo sottolineerà lo stesso Bjarne, con poche parole
di grande lucidità, tutt'altro che folli, che anzi andranno a
cogliere le ipocrisie di una società che non ammette le debolezze
del prossimo: “Certo, certo... bene... ad un uomo che ha perso
tutto, la sua famiglia, il suo peschereccio, la dignità della sua
vita non è concesso nemmeno di essere matto ormai, in questo mondo
piatto e buio”.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">Ad
un certo punto però, Bjarne, dopo aver letto le lettere scritte dal
figlio Edvard alla sua vecchia fidanzata Krista, si pone un obiettivo
che ridarà un senso alla sua vita. Prima di morire vuole rivedere il
figlio, che oggi vive a Trondheim. Il viaggio stesso assumerà una
funzione quasi catartica, di purificazione, nel corso del quale
Bjarne conoscerà molte cose che non sapeva del figlio ed imparerà a
conoscere meglio anche se stesso.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNLfctJNSySeFDwKijkx02G-Z6BdsHynXlF3vlh3l_RV1mXB_q1Px3U7dF-Iau7kLurmF6F6125ydBr4h9RLSeLomzlFgpMtXwnEza1ASpvoHNsHIvGwGG2kSREoAokwXmqIeN-WhRjz8/s1600/bussoni.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="392" data-original-width="320" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNLfctJNSySeFDwKijkx02G-Z6BdsHynXlF3vlh3l_RV1mXB_q1Px3U7dF-Iau7kLurmF6F6125ydBr4h9RLSeLomzlFgpMtXwnEza1ASpvoHNsHIvGwGG2kSREoAokwXmqIeN-WhRjz8/s320/bussoni.jpg" width="261" /></a><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">Quando
si ritroveranno, scopriranno di avere molto in comune, forse anche
troppo. La realtà del dolore, purtroppo, non aveva ancora concluso
il suo compito e avrebbe ben presto chiesto il conto.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">Un
libro interessante, Svolvaer, che denota una profonda conoscenza
dell'animo umano e dei paesaggi descritti. Una Norvegia che l'autore
conosce molte bene e che viene descritta con un linguaggio raffinato
e coinvolgente, che invita alla visita.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">L'autore
del libro è Michele Bussoni. Parmigiano, fin da ragazzo si dedica
alla scrittura in tutte le sue forme: poesia, haiku, romanzi,
racconti. E' stato premiato in diversi concorsi letterari. Ha
pubblicato nel 2011 il libro “Rerum Natura” in collaborazione con
la scrittrice Chiara Taormina. Dal 2008 è co-fondatore e membro
permanente del premio letterario “Cittadella Poesia” di Parma. </span></div>
Massimo Beccarellihttp://www.blogger.com/profile/13872872721433163547noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5509219072534753541.post-36216989984096414282020-03-01T11:35:00.000+01:002020-03-03T10:48:59.071+01:00Quei misteri celati nelle tombe: i casi di Alessandro Farnese e di Federico II<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: small;"><br /></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlawIrNmAIT1NfU2wIEiPu14i7I6HKAUbYMR1H-dxVsjIjBCpmO9l5BUqLHjn2qhihNlEbIDkRXd2dxvqtyJU3uC6uDpffMuAvUfTkMeE6VTKLB-cJDiYxI_Rqwp4NbDt11_I8BhLjn28/s1600/TW_Alessandro_Farnese.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="1200" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlawIrNmAIT1NfU2wIEiPu14i7I6HKAUbYMR1H-dxVsjIjBCpmO9l5BUqLHjn2qhihNlEbIDkRXd2dxvqtyJU3uC6uDpffMuAvUfTkMeE6VTKLB-cJDiYxI_Rqwp4NbDt11_I8BhLjn28/s640/TW_Alessandro_Farnese.jpg" width="640" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: small;"><br /></span></span></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">Nel mese di gennaio, come reso noto dalla <a href="https://www.gazzettadiparma.it/gweb/2020/01/22/news/alessandro_farnese_fu_avvelenato_esumata_la_salma-2536040/">“Gazzetta di Parma”</a>, è stata riesumata la salma dell'illustre condottiero parmigiano Alessandro Farnese. La delicata operazione, effettuata dall’equipe di Arché restauri, promossa dall’Ordine Costantiniano e svoltasi alla presenza di illustri testimoni, potrà fare luce su un mistero lungo quattro secoli. L’idea di riesumare la salma di Alessandro Farnese è nata da Anna Zaniboni Mattioli, grande appassionata di storia, e dallo studioso Giuseppe Bertini, autore di importanti saggi sulla storia dei Farnese. </span></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">
</span>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">
<div style="text-align: justify;">
Figlio di Ottavio e di Margherita d'Austria, Alessandro Farnese trascorse i primi anni della sua vita a Parma. Ben presto, tuttavia, conquistatosi la stima del re Filippo II di Spagna, che era suo zio, diventò uno dei suoi più stretti consiglieri ed accompagnatori. Le sue doti militari risultarono ben presto evidenti a tutti e Alessandro ebbe un ruolo decisivo nella battaglia di Lepanto che, nel 1571, arrestò l'avanzata turca in Europa e, in seguito, anche nella gestione della rivolta nelle Fiandre. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRrsS5ewQMR2IimfyaYzkJOITewsJRfvmg3bq2weNdHT7URVJJHZOBELGgCTAvDSowF76vfeV49IVN0SvZxe6zVc9UKGVfQ64tut8DWmIWTiyFpZm7bK5EHfulubEvCymZFtKSi0GFYvk/s1600/alexander.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="600" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRrsS5ewQMR2IimfyaYzkJOITewsJRfvmg3bq2weNdHT7URVJJHZOBELGgCTAvDSowF76vfeV49IVN0SvZxe6zVc9UKGVfQ64tut8DWmIWTiyFpZm7bK5EHfulubEvCymZFtKSi0GFYvk/s400/alexander.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Alla morte del padre Ottavio, nel 1586, Alessandro divenne il terzo duca di Parma e Piacenza. Alcuni anni dopo, nel 1592, Alessandro moriva in circostanze misteriose, mentre si trovava in Francia impegnato ancora una volta come soldato. Aveva solo 47 anni e la sua morte, a distanza di secoli, è ancora avvolta dal mistero. C'è chi ha parlato di morte per polmonite, chi di morte per cancrena. Secondo alcuni storici, potrebbe essere stato avvelenato. Dopo la sua morte, il corpo venne imbalsamato in un saio francescano. Arrivato a Parma, il cadavere fu sepolto nella chiesa dei cappuccini. Nel 1823, le spoglie del Duca furono traslate nella chiesa della Steccata, e inumate nell'urna su cui campeggia la semplice scritta “Alexander”. Da dove, in questi giorni, come detto, sono state riesumate. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Mentre pensavo a queste vicende, e in curiosa attesa degli esiti dell'autopsia, mi è tornato alla mente un libro che ho letto qualche tempo fa e che tratta una vicenda analoga, ossia la riesumazione delle spoglie di un altro illustre condottiero, a suo modo legato anche lui strettamente alla storia di Parma: Federico II. Il libro in questione di intitola <a href="https://www.ibs.it/mistero-della-tomba-di-federico-libro-daniela-scimeca/e/9788862721936">“Il mistero della tomba di Federico II” </a>e, pur essendo un romanzo, trae spunto da fatti realmente accaduti. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhR1CZBkCzCTz_6k62C5CvemmqtMeYn2OUmSXFh02OPdKCplnYrvTMc5o8rwWjbGmK-5Y145B9mDI81K03OnWo9A-yhF2WLdiejWn2TPpzfCWILApJXSn1RucVtOkw3bqmGLssIBwmiqAM/s1600/libro+mistero+fede+II.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="342" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhR1CZBkCzCTz_6k62C5CvemmqtMeYn2OUmSXFh02OPdKCplnYrvTMc5o8rwWjbGmK-5Y145B9mDI81K03OnWo9A-yhF2WLdiejWn2TPpzfCWILApJXSn1RucVtOkw3bqmGLssIBwmiqAM/s400/libro+mistero+fede+II.jpg" width="272" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Come noto, sconfitto nella battaglia di Parma (1247-1248), Federico si avviava ad un triste declino. Quando la morte lo raggiunse, nel 1250, la sua salma venne imbalsamata e traslata nella cattedrale di Palermo, dove fu collocata all'interno di un'urna di porfido rosso. In seguito, presumibilmente nel corso del '300, il sarcofago fu aperto per accogliere i resti di altri due cadaveri, quello di Pietro II d'Aragona e un altro di cui rimane tuttora ignoto il nome. Secondo alcuni si tratterebbe di quello di Guglielmo duca di Atene, ma già nella prima ricognizione ufficiale, compiuta nel 1781 in occasione del restauro della cattedrale, questo terzo cadavere risultò essere quello di una donna. Chi era dunque quella donna misteriosa tumulata con Federico e perchè le era stata riconosciuta una tale importanza e dignità?<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOTe3KCUA_EnoJYHwEt4GtvU78pCbuJ5A2D7InYZawDFNXCV8-WwVJkKo4aTyyLl5N6Io2dMJx2wVfdsB9r1m_d1eyjUzJvicaGZKvXUloLs707knCbLO1aus6UDRQ-iREE16TmM8e1I0/s1600/tomba+fede+II.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="491" data-original-width="685" height="286" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOTe3KCUA_EnoJYHwEt4GtvU78pCbuJ5A2D7InYZawDFNXCV8-WwVJkKo4aTyyLl5N6Io2dMJx2wVfdsB9r1m_d1eyjUzJvicaGZKvXUloLs707knCbLO1aus6UDRQ-iREE16TmM8e1I0/s400/tomba+fede+II.JPG" width="400" /></a></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
L'autrice del libro, Daniela Scimeca, ci accompagna in questo viaggio avvincente e ricco di curiosità, che trae spunto da questo elemento discordante per imbastire un romanzo gradevole e raffinato, assumendo ben presto le tinte del giallo storico. La protagonista, Caterina, interpretando antichi documenti e collegando indizi, giungerà ad una conclusione plausibile, per quanto romanzesca che, ovviamente, non vi riveliamo. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Un consiglio di lettura, dunque, che, se volete, potrà accompagnarvi in questi giorni, in attesa di sapere quali saranno gli esiti dell'autopsia sui resti mortali di Alessandro Farnese.</div>
</span>Massimo Beccarellihttp://www.blogger.com/profile/13872872721433163547noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5509219072534753541.post-38012442437291833732020-01-20T19:14:00.000+01:002020-01-20T19:15:43.463+01:00L'estrazione del carbone a Borgotaro nell'800<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOGAJH6lAYtPpeIGJddI3UiNdspXzIn7FZGEtPyLtk3VkElEqjzr4N6MMZt3p2jskVqsIoGURrA-eBFToPXA8zZmaIqx6AGuMu2loz0lfEBJGDlriCgirQHkWROr0ZzRFPHce4pFiCEGo/s1600/Carbone-696x369.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="369" data-original-width="696" height="337" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOGAJH6lAYtPpeIGJddI3UiNdspXzIn7FZGEtPyLtk3VkElEqjzr4N6MMZt3p2jskVqsIoGURrA-eBFToPXA8zZmaIqx6AGuMu2loz0lfEBJGDlriCgirQHkWROr0ZzRFPHce4pFiCEGo/s640/Carbone-696x369.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Un po' di tempo fa, mi sono imbattuto in un breve scritto di Giovannino Guareschi dove si parla del carbone e di Borgotaro. Il testo è tratto da “Bianco e nero - Giovannino Guareschi a Parma 1929-1938” (BUR Rizzoli) e il tono, tra l'allusivo e il divertito, merita di essere condiviso con voi lettori. Traendo spunto da un titolo della “Gazzetta di Parma” di allora, Guareschi scrive: “C'è il carbone a Borgotaro? Per conto mio io dico che ci dovrebbe essere: ci farebbe comodo in una maniera straordinaria. Ci dovrebbe essere il carbone, a Borgotaro, come ci dovrebbe essere un pingue conto corrente, intestato a mio nome, presso almeno una delle più accreditate banche della penisola”. Del resto, prosegue, molta gente si è sempre posta, a proposito di Borgotaro, anche un altro interrogativo, ossia: “Ci sono i funghi a Borgotaro?”</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">E poi i funghi c'erano di sicuro, un anno più abbondanti e un anno meno...</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Perchè dunque non dovrebbe esserci il carbone?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Guareschi strizza l'occhio al lettore, perchè il tema in questione, ossia la presenza o meno del carbone a Borgotaro, era argomento allora piuttosto discusso. Facendo qualche ricerca, si trovano infatti diversi riferimenti alla presenza del prezioso minerale nel nostro paese, e si può risalire a ritroso di oltre un secolo. In “Cenni storici intorno alla miniera di carbon fossile nel Valtarese” di Leonardi Eugenio si legge che “da una Relazione Ufficiale del signor Professore Ingegnere Zilioli, datata da Parma lì 13 dicembre 1849, risulta che fino dal 1837 il fu Andrea Piroli di Parma, Professore di Chimica Farmaceutica e Mineralogo dei Ducati di Parma e Piacenza, in una sua escursione scientifica negli Appennini di queste Provincie ebbe a rilevare la esistenza di un vero litantrace nella vallata del Taro; e più specialmente in quella parte di terreno racchiusa a Settentrione dal Ceno, a Ponente dal Rio Limone, a Mezzogiorno dal Rio Ingegna e Torrente Tolzina, ed a Levante dal Torrente Taro, su una superficie di circa 10 mila Ettari”. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Con litantrace, infatti, è da intendersi una varietà di carbone. Questa sua scoperta venne però vista con scetticismo dagli scienziati e con incredulità dai più. Precedenti studi sulla natura e conformazione dei monti nei terreni dell'Abruzzo e nel Riminese avevano rilevato la presenza del Carbon fossile e proprio questi presentavano le stesse caratteristiche di quelli del Valtarese. “Potè constatare l'esistenza di diversi strati di Carbone a Gravago, […] S. Pietro, Brunelli, e S. Martino Rio-Secco nel Canal Vona”. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Il Professor Piroli pensò bene, in vista delle ingenti spese necessarie per sostenere ulteriori ricerche per ottenere la concessione della Miniera, di rivolgersi ad un Banchiere di Piacenza, un certo Gaetano Ponti, (che divenne suo socio) e ad un Ingegnere Prussiano di nome Hajerman. </span></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><img border="0" data-original-height="239" data-original-width="599" height="252" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxhVz5qkPzhsZ0XN_xgxETBvTp8BVUT5u1YT4ZsTivF2Q2oOpP9M9u587QDix7-eAlOvkd_JizFu5_8-i_-70PMCbN7bGiGyaH62GgXmXLXhumGmawPc6eT1AYq8XnGIEu5iRMDVo1y8M/s640/san+martino.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;" width="640" /></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Chiesa di San Martino</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxhVz5qkPzhsZ0XN_xgxETBvTp8BVUT5u1YT4ZsTivF2Q2oOpP9M9u587QDix7-eAlOvkd_JizFu5_8-i_-70PMCbN7bGiGyaH62GgXmXLXhumGmawPc6eT1AYq8XnGIEu5iRMDVo1y8M/s1600/san+martino.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span></a><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Poco oltre Leonardi aggiunge: “Per mezzo della trivella in un affluente al Canal di Vona, detto San Martino Rio-Secco, alla profondità di 25 metri fu constatata l'esistenza di uno strato di carbone di centimetri 60; se ne erano attraversati prima alcuni altri di minore importanza”. Per questi lavori, per l'acquisto di una trivella e per il compenso dell'Ingegnere, in poco più di un anno si spesero circa 25 mila franchi. Occorrevano però nuovi soci finanziatori e Piroli li trovò. Questi soci milanesi prima di intraprendere questa avventura si affidarono al parere di un loro esperto, il Professor Curioni, il quale dopo una breve osservazione del terreno, stando a cavallo, stabilì però che non si trattava di un terreno carbonifero. Essi si ritirarono dall'affare, si interruppero i lavori per mancanza di fondi e venne meno la concessione della miniera già ottenuta con Decreto del 31 marzo 1857. </span></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><img border="0" data-original-height="546" data-original-width="404" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjn25rBgAUtN_OJNw7mAZVhmzqk1hyphenhyphengIg0JKGWP8wM2V4raMysmED5XteyNbKdO5uQ2YQyJHNW-F9Zpn1m_rTA_86BQYwBxMzaelBxgzKMA7MFBiSXFjKz-5SwwH4AB8EyFLWsmvuKtCNg/s400/Quintino_Sella3.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;" width="295" /></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Quintino Sella</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjn25rBgAUtN_OJNw7mAZVhmzqk1hyphenhyphengIg0JKGWP8wM2V4raMysmED5XteyNbKdO5uQ2YQyJHNW-F9Zpn1m_rTA_86BQYwBxMzaelBxgzKMA7MFBiSXFjKz-5SwwH4AB8EyFLWsmvuKtCNg/s1600/Quintino_Sella3.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span></a><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Solo nel 1863, l'aumento del prezzo del carbon fossile inglese, che si adoperava nella Regia Fonderia d'Artiglieria a Parma, spinse il suo Direttore Tenente Colonnello Leonardi, a riprendere gli studi sul carbone di Borgotaro e a rivalutare le ricerche del Piroli, procedendo con una ispezione in loco. Nel 1865 Leonardi ottenne tre concessioni di ricerca su una superficie di 1200 ettari. Dal 1867 al 1873 si spesero ingenti cifre per analisi, macchinari e ricerche. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Se ne occupò persino Quintino Sella, geologo e Ministro dell'epoca che disse: “A dir lo vero la qualità della lignite di Val di Taro è veramente eccellente, come si scorge all'aspetto, come indicarono le analisi chimiche, come dimostrarono splendidamente i risultati che si ottennero colle prove sui piroscafi e nella illuminazione della Città di Piacenza e Spezia”. Si pensi che, nel 1870, il carbone di Borgotaro ebbe persino una medaglia d'argento all'Esposizione Artistica e Industriale della provincia di Parma. La documentazione che abbiamo potuto consultare arriva fino al 1884. </span></div>
Massimo Beccarellihttp://www.blogger.com/profile/13872872721433163547noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5509219072534753541.post-16521918852863747982019-11-26T20:45:00.000+01:002019-11-26T20:46:07.573+01:00Quando c'erano i mulini in Val Tarodine<br />
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-size: large;">Ringraziamo Rita Santini per questo interessante contributo che ci fa ricordare un tempo non tanto lontano che però, purtroppo, non tornerà più. In questi anni ci ha parlato di ombrellai, frati cerconi, omini dell'olio e ci ha donato tante altre storie e leggende simpatiche e curiose. Oggi ci parla dei vecchi mulini della Val Tarodine, frazione di Borgotaro (PR).</span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXwXJGfcFqMlRGH7pDKZW_o7UKz7fYuI5o-mN4elOS8SDzHEXqIsPhnLjZa8SAJmKNSuhBdYASx-HBY397K2odeJtucg64eaOy1q21fSdSOwOEE-mcIojYQ4YzDKCEDrnVtVIbLWPagQg/s1600/mulino+aglio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXwXJGfcFqMlRGH7pDKZW_o7UKz7fYuI5o-mN4elOS8SDzHEXqIsPhnLjZa8SAJmKNSuhBdYASx-HBY397K2odeJtucg64eaOy1q21fSdSOwOEE-mcIojYQ4YzDKCEDrnVtVIbLWPagQg/s640/mulino+aglio.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">La
guerra aveva portato nei paesi della nostra valle problemi e disagi
enormi. la miseria era nera e le bocche da sfamare erano tante. Un
pezzo di pane era sostentamento vitale, unito alla farina di mais, di
segale e di avena. Allora era una gioia un’abbondante raccolta di
castagne, pensando che per anziani e giovani la farina che se ne
traeva era dolce leccornia, perché serviva per preparare polenta,
tortelli, frittelle e quanto altro la fantasia ispirava. Nelle nostre
campagne i contadini, in quel periodo, mandavano avanti il lavoro
manualmente, a forza di braccia, con tanta lena e buona volontà.
Utilizzavano anche gli animali per trasportare varie cose. Gli
animali, in particolare, erano molto utili per portare i cereali ai
vari mulini della valle. Io, essendo originaria della Val Tarodine,
vorrei parlare dei mulini ad acqua che a quell’epoca erano
dislocati in gran numero lungo il greto del fiume Tarodine. Quando
ero piccola, con i miei genitori andavo spesso a portare a macinare
grano, mais e castagne con il carro dei buoi. Noi eravamo abbastanza
fortunati perché possedevamo un carro trainato dagli animali, mentre
gli altri erano obbligati a portare i sacchi in spalla. I primi due
mulini si trovavano in località <i>la
pessa</i> di Rovinaglia ed
erano gestiti dal signor Lorenzo Beccarelli (detto <i>zaccarën</i>),
il quale, fra una macinata e l’altra, estraeva anche i denti
doloranti a chi non poteva recarsi in città, data la lontananza, e
la totale mancanza di soldi, di strade, di mezzi pubblici. Lui questo
lo faceva gratuitamente, o qualche volta in cambio di un bicchiere di
vino. Ancora oggi, dopo tanti anni, non è difficile trovare anche
nei paesi limitrofi persone anziane che lo ricordano. Scendendo a
valle si incontrava il mulino di Baruffati e quello di <i>pròn
</i>a San Vincenzo.
Proseguendo si trovava il mulino dei <i>cocchi</i>
(Giulianotti di Valdena), al quale si accedeva tramite un ponte di
legno, e un artistico ponte romano. Di seguito si trovava il mulino
di Giuseppe Beccarelli, detto <i>pinetto</i>,
a San Vincenzo. Alla fine della Val Tarodine, alle porte di San
Rocco, c’era il mitico Mulino dell’Aglio, che è stato l’ultimo
a cedere le armi. Questo mulino, a me e ad altra gente penso sia
rimasto ancora oggi nel cuore, forse perché era così bello sentire
girare le sue mole mentre macinava. Spesso le scolaresche, scortate
dai loro insegnanti, giungevano a vedere l’ultimo mulino all’opera.
Era gestito da un mugnaio simpaticissimo di nome Egidio che, ogni
volta che si arrivava, tutto bianco di farina ci correva incontro
come fosse una festa, e sorridente ci raccontava un sacco di
barzellette divertenti. Dopo tanti anni, io sono tornata a cercare
questi vecchi mulini, ma ho provato una cocente delusione: non
esistevano più! Forse troppo tempo era passato…
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">I
primi due mulini della <i>pessa
</i>esistono ancora, ma
venduti a privati vengono usati per altri scopi. I mulini di
Baruffati, <i>cocchi </i>e
<i>pròn</i>
sono stati travolti dalla frana di Valdena e inghiottiti dalla piena
del Tarodine. Il mulino di <i>pinetto</i>
è stato venduto a certi signori di Milano, che ora lo utilizzano per
le loro ferie estive. La gente di oggi non macina più! Il Mulino
dell’Aglio è stato tramutato in un moderno agriturismo.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">L’anziano
mugnaio Egidio vive ancora nel quartiere di San Rocco: è sempre
simpaticissimo e, quando passando lo vedo, è come se rivedessi il
mulino andare coi suoi ritmici rumori al suono veloce dell’acqua, e
le farine colorate uscire ancora gagliarde dalle mole. Un mondo
scomparso, che sarà sempre bello ricordare e impossibile
dimenticare.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span></div>
<br />Massimo Beccarellihttp://www.blogger.com/profile/13872872721433163547noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5509219072534753541.post-91554824856290717392019-10-30T19:53:00.000+01:002019-10-30T19:53:24.485+01:00Il sentiero dei profumi - la recensione di Amore moda e fantasia<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjsJjJJRKaYE62ah9UG6TpPWvreqz5SJDFYMIotPvQ60POBczlUoHt3hgwAShA3RWW_B4YkL6-ZfAgdGfRSpJVZGkmighyphenhyphenRdcLeicBucxo1Hz4feq7gd5PIKrX7NZVs2_IL1x-Rdofy978/s1600/foto+Cristina+Caboni%252C+Il+sentiero+dei+profumi.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="522" data-original-width="343" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjsJjJJRKaYE62ah9UG6TpPWvreqz5SJDFYMIotPvQ60POBczlUoHt3hgwAShA3RWW_B4YkL6-ZfAgdGfRSpJVZGkmighyphenhyphenRdcLeicBucxo1Hz4feq7gd5PIKrX7NZVs2_IL1x-Rdofy978/s400/foto+Cristina+Caboni%252C+Il+sentiero+dei+profumi.JPG" width="262" /></a><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-style: italic;"><span style="font-size: large;"><br /></span></span></span></div>
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><i></i></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><i><span style="font-size: large;"><br /></span></i></span></div>
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><i>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-size: large;">Cari amici del "Lettore di Provincia", vi voglio oggi presentare una brava blogger che condividerà con noi alcuni dei suoi consigli di lettura. Si tratta di <a href="https://amoremodaefantasia.blogspot.com/">"Amore moda e fantasia"</a> che, dal 2016, parla sul web di moda, tendenze, attività creative di vario genere, e poi ancora di cucito, rimedi della nonna, ricette, cinema e musica. La <a href="https://www.facebook.com/amoremodaefantasia/">sua pagina Facebook</a> è molto seguita ed ha quasi 2.000 iscritti. </span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-size: large;">Una blogger dall'attività multiforme che la vede anche, tra le altre cose, dare interessanti spunti di lettura. Proprio in quest'ultima veste collaborerà con noi.</span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-size: large;">Il primo libro consigliato da Amore moda e fantasia è: "Il sentiero dei profumi" di Cristina Caboni, del 2014, edito da Garzanti editore. Lasciamo la parola a lei:</span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><br /></span></div>
</i></span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">L'autrice ha molto in comune con la protagonista: le rose, le essenze e le fragranze naturali. Dal 2014 ci racconta storie appassionanti e non si è più fermata, infatti il suo ultimo romanzo risale al 2019, si tratta de "La casa degli specchi"(Garzanti). </span><br />
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">La protagonista del "sentiero dei profumi" è Elena, una donna sensibile, che vive
un amore complicato, non corrisposto e un rapporto conflittuale con
la madre. Non ha più certezze. L'unica cosa che la rende piena di
entusiasmo è la sua passione per gli odori, per i profumi. Quando
crea nuove combinazioni o nuove essenze si sente viva: in questo modo
riesce a dare sfogo alla sua creatività. Elena è una profumiera con
il dono di leggere l'animo umano “e di trasformarlo in un'armonia
di fragranze in una vera e propria melodia”.</span></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">Il passato ha radici profonde e tutto
quello che ha visto e sentito da piccola e che aveva cercato di
cancellare, come un desiderio irrefrenabile e incontenibile, torna in
modo dirompente a stravolgerle l'esistenza.
</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">Si trova così ad affrontare nuove sfide.
Cambia città, cambia lavoro... ed ecco affiorare nuove paure
e ricordi assopiti, ma il suo coraggio e la sua forza d'animo la
condurranno dove non avrebbe mai pensato. Un incontro inaspettato con Cail, uomo enigmatico, di poche parole, ma capace di gesti sinceri ed essenziali le daranno maggiore fiducia in sé stessa. Riuscirà a ritornare a credere all'amore? E l'amore riuscirà a rimarginare le sue
ferite? Un mistero celato da un diario di famiglia indecifrabile,
pieno di amore e sofferenza e le note della canzone di “La vie en
rose” ci accompagneranno nella lettura di questo romanzo e ci
faranno sognare.
</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">Romanzo famoso in Italia, ha riscosso
un notevole successo anche internazionale.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="270" src="https://www.youtube.com/embed/yDI4jV1bsxc" width="480"></iframe>Massimo Beccarellihttp://www.blogger.com/profile/13872872721433163547noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5509219072534753541.post-2920044555154346212019-10-01T14:52:00.000+02:002019-10-01T14:52:50.880+02:00Nuovi colori e nuova veste per il "Lettore"<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTUB_zc4Mn6slvILyxA8WmyNX4VES7wtxMyI-sModxskoQGcpm42jJho4XuW1y6WxBhu-H0WigkcCcJm8ii7keGji4RVW-Abo84ktq_yNbiMqOFKQ7yMDwUXHijawEPpsQS4y3OiwQLk0/s1600/work+in+progress.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="470" data-original-width="770" height="388" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTUB_zc4Mn6slvILyxA8WmyNX4VES7wtxMyI-sModxskoQGcpm42jJho4XuW1y6WxBhu-H0WigkcCcJm8ii7keGji4RVW-Abo84ktq_yNbiMqOFKQ7yMDwUXHijawEPpsQS4y3OiwQLk0/s640/work+in+progress.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Cari amici e lettori, forse qualcuno si sarà accorto che oggi questo blog si presenta con una nuova veste e con colori nuovi. L'azzurro, colore che mi piace particolarmente perchè trasmette un senso di serenità e pace, sarà predominante su queste pagine. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Ho modificato, contemporaneamente, anche i caratteri dei titoli, rendendoli più grandi e più marcati. Mi sembrava, infatti, che talvolta si confondessero con il testo vero e proprio degli articoli. Non era giusto! Anche le sezioni sono state rese più asciutte e ridotte di numero, per garantire una maggiore e più semplice fruibilità dei contenuti. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Di pari passo con queste modifiche grafiche, cercherò di riempire di contenuti queste pagine che, per tutta una serie di ragioni, soprattutto di carattere personale e lavorativo, ho talvolta tralasciato di aggiornare anche per periodi piuttosto lunghi. Recupererò testi già scritti e ne scriverò di nuovi. Spero che vogliate continuare a seguirmi con la solita attenzione! A presto!</span></div>
Massimo Beccarellihttp://www.blogger.com/profile/13872872721433163547noreply@blogger.com0