martedì 26 novembre 2019

Quando c'erano i mulini in Val Tarodine


Ringraziamo Rita Santini per questo interessante contributo che ci fa ricordare un tempo non tanto lontano che però, purtroppo, non tornerà più. In questi anni ci ha parlato di ombrellai, frati cerconi, omini dell'olio e ci ha donato tante altre storie e leggende simpatiche e curiose. Oggi ci parla dei vecchi mulini della Val Tarodine, frazione di Borgotaro (PR).


La guerra aveva portato nei paesi della nostra valle problemi e disagi enormi. la miseria era nera e le bocche da sfamare erano tante. Un pezzo di pane era sostentamento vitale, unito alla farina di mais, di segale e di avena. Allora era una gioia un’abbondante raccolta di castagne, pensando che per anziani e giovani la farina che se ne traeva era dolce leccornia, perché serviva per preparare polenta, tortelli, frittelle e quanto altro la fantasia ispirava. Nelle nostre campagne i contadini, in quel periodo, mandavano avanti il lavoro manualmente, a forza di braccia, con tanta lena e buona volontà. Utilizzavano anche gli animali per trasportare varie cose. Gli animali, in particolare, erano molto utili per portare i cereali ai vari mulini della valle. Io, essendo originaria della Val Tarodine, vorrei parlare dei mulini ad acqua che a quell’epoca erano dislocati in gran numero lungo il greto del fiume Tarodine. Quando ero piccola, con i miei genitori andavo spesso a portare a macinare grano, mais e castagne con il carro dei buoi. Noi eravamo abbastanza fortunati perché possedevamo un carro trainato dagli animali, mentre gli altri erano obbligati a portare i sacchi in spalla. I primi due mulini si trovavano in località la pessa di Rovinaglia ed erano gestiti dal signor Lorenzo Beccarelli (detto zaccarën), il quale, fra una macinata e l’altra, estraeva anche i denti doloranti a chi non poteva recarsi in città, data la lontananza, e la totale mancanza di soldi, di strade, di mezzi pubblici. Lui questo lo faceva gratuitamente, o qualche volta in cambio di un bicchiere di vino. Ancora oggi, dopo tanti anni, non è difficile trovare anche nei paesi limitrofi persone anziane che lo ricordano. Scendendo a valle si incontrava il mulino di Baruffati e quello di pròn a San Vincenzo. Proseguendo si trovava il mulino dei cocchi (Giulianotti di Valdena), al quale si accedeva tramite un ponte di legno, e un artistico ponte romano. Di seguito si trovava il mulino di Giuseppe Beccarelli, detto pinetto, a San Vincenzo. Alla fine della Val Tarodine, alle porte di San Rocco, c’era il mitico Mulino dell’Aglio, che è stato l’ultimo a cedere le armi. Questo mulino, a me e ad altra gente penso sia rimasto ancora oggi nel cuore, forse perché era così bello sentire girare le sue mole mentre macinava. Spesso le scolaresche, scortate dai loro insegnanti, giungevano a vedere l’ultimo mulino all’opera. Era gestito da un mugnaio simpaticissimo di nome Egidio che, ogni volta che si arrivava, tutto bianco di farina ci correva incontro come fosse una festa, e sorridente ci raccontava un sacco di barzellette divertenti. Dopo tanti anni, io sono tornata a cercare questi vecchi mulini, ma ho provato una cocente delusione: non esistevano più! Forse troppo tempo era passato…
I primi due mulini della pessa esistono ancora, ma venduti a privati vengono usati per altri scopi. I mulini di Baruffati, cocchi e pròn sono stati travolti dalla frana di Valdena e inghiottiti dalla piena del Tarodine. Il mulino di pinetto è stato venduto a certi signori di Milano, che ora lo utilizzano per le loro ferie estive. La gente di oggi non macina più! Il Mulino dell’Aglio è stato tramutato in un moderno agriturismo.
L’anziano mugnaio Egidio vive ancora nel quartiere di San Rocco: è sempre simpaticissimo e, quando passando lo vedo, è come se rivedessi il mulino andare coi suoi ritmici rumori al suono veloce dell’acqua, e le farine colorate uscire ancora gagliarde dalle mole. Un mondo scomparso, che sarà sempre bello ricordare e impossibile dimenticare.








mercoledì 30 ottobre 2019

Il sentiero dei profumi - la recensione di Amore moda e fantasia





Cari amici del "Lettore di Provincia", vi voglio oggi presentare una brava blogger che condividerà con noi alcuni dei suoi consigli di lettura. Si tratta di "Amore moda e fantasia" che, dal 2016, parla sul web di moda, tendenze, attività creative di vario genere, e poi ancora di cucito, rimedi della nonna, ricette, cinema e musica. La sua pagina Facebook è molto seguita ed ha quasi 2.000 iscritti. 
Una blogger dall'attività multiforme che la vede anche, tra le altre cose, dare interessanti spunti di lettura. Proprio in quest'ultima veste collaborerà con noi.
Il primo libro consigliato da Amore moda e fantasia è: "Il sentiero dei profumi" di Cristina Caboni, del 2014, edito da Garzanti editore. Lasciamo la parola a lei:


L'autrice ha molto in comune con la protagonista: le rose, le essenze e le fragranze naturali. Dal 2014 ci racconta storie appassionanti e non si è più fermata, infatti il suo ultimo romanzo risale al 2019, si tratta de "La casa degli specchi"(Garzanti).
La protagonista del "sentiero dei profumi" è Elena, una donna sensibile, che vive un amore complicato, non corrisposto e un rapporto conflittuale con la madre. Non ha più certezze. L'unica cosa che la rende piena di entusiasmo è la sua passione per gli odori, per i profumi. Quando crea nuove combinazioni o nuove essenze si sente viva: in questo modo riesce a dare sfogo alla sua creatività. Elena è una profumiera con il dono di leggere l'animo umano “e di trasformarlo in un'armonia di fragranze in una vera e propria melodia”.

Il passato ha radici profonde e tutto quello che ha visto e sentito da piccola e che aveva cercato di cancellare, come un desiderio irrefrenabile e incontenibile, torna in modo dirompente a stravolgerle l'esistenza.
Si trova così ad affrontare nuove sfide. Cambia città, cambia lavoro... ed ecco affiorare nuove paure e ricordi assopiti, ma il suo coraggio e la sua forza d'animo la condurranno dove non avrebbe mai pensato. Un incontro inaspettato con Cail, uomo enigmatico, di poche parole, ma capace di gesti sinceri ed essenziali le daranno maggiore fiducia in sé stessa. Riuscirà a ritornare a credere all'amore? E l'amore riuscirà a rimarginare le sue ferite? Un mistero celato da un diario di famiglia indecifrabile, pieno di amore e sofferenza e le note della canzone di “La vie en rose” ci accompagneranno nella lettura di questo romanzo e ci faranno sognare.
Romanzo famoso in Italia, ha riscosso un notevole successo anche internazionale.


martedì 1 ottobre 2019

Nuovi colori e nuova veste per il "Lettore"


Cari amici e lettori, forse qualcuno si sarà accorto che oggi questo blog si presenta con una nuova veste e con colori nuovi. L'azzurro, colore che mi piace particolarmente perchè trasmette un senso di serenità e pace, sarà predominante su queste pagine. 
Ho modificato, contemporaneamente, anche i caratteri dei titoli, rendendoli più grandi e più marcati. Mi sembrava, infatti, che talvolta si confondessero con il testo vero e proprio degli articoli. Non era giusto! Anche le sezioni sono state rese più asciutte e ridotte di numero, per garantire una maggiore e più semplice fruibilità dei contenuti. 
Di pari passo con queste modifiche grafiche, cercherò di riempire di contenuti queste pagine che, per tutta una serie di ragioni, soprattutto di carattere personale e lavorativo, ho talvolta tralasciato di aggiornare anche per periodi piuttosto lunghi. Recupererò testi già scritti e ne scriverò di nuovi. Spero che vogliate continuare a seguirmi con la solita attenzione! A presto!

domenica 29 settembre 2019

Emilio Salgari: un ritorno in grande stile




Emilio Salgari è sinonimo di avventura. Il suo nome richiama alla memoria tanti romanzi e tanti personaggi indimenticabili, spesso facenti parte di veri e propri cicli narrativi. Si ricordino solo il Ciclo dei pirati della Malesia e l'indimenticabile Sandokan, oppure quello dei Corsari delle Antille, il Corsaro nero e sua figlia Jolanda. Libri che tutti abbiamo letto, spesso nel corso dell'infanzia, con avidità e con vero piacere, accompagnati da uno stile inconfondibile e dal richiamo invincibile di mondi lontani e misteriosi.
E pazienza, viene da aggiungere oggi, se, come noto, Salgari quei viaggi e quelle avventure non le visse mai realmente in prima persona, ma fossero frutto dei suoi studi e del suo continuo documentarsi su libri e atlanti.
Rimane comunque un autore da riproporre ai più giovani e non deve essere dimenticato. Non tutti i suoi libri, però, sono facili da reperire. Se si escludono infatti i suoi grandi classici, che abbiamo citato sopra, molti altri libri bellissimi di Salgari sono ormai fuori catalogo. Era il caso de “I corsari delle Bermude” che però è stato “salvato” e recentemente ripubblicato da Edizioni della Sera, prima uscita della Collana di Classici Junior. Un'iniziativa lodevole, che ripropone ai lettori un testo del 1909, che conserva tuttora una notevole freschezza e, soprattutto, il marchio inconfondibile dello stile salgariano.

La storia è ambientata al tempo della guerra d'indipendenza americana e il protagonista è Sir William, capitano della nave corsara “Il Tuonante”, che sta facendo rotta su Boston per andare a liberare la sua promessa sposa, Mary di Wentwort, prigioniera del malvagio Marchese d'Halifax. Un'impresa ardua, in cui il capitano verrà assistito da due fedeli e curiosi amici, il mastro d'equipaggio Testa di Pietra e il gabbiere Piccolo Flocco. Un trio irresistibile che ci accompagna lungo le quasi 400 pagine del romanzo, tra assalti impetuosi e astuti stratagemmi, fino a giungere al castello dove è rinchiusa la fanciulla, dove una serie di imprevisti metteranno a dura prova i nostri eroi.
Un libro avvincente e ricco di spunti anche ironici, di una comicità che non ti aspetti e che rende ancora più gradevole la lettura. Un libro corredato da interessanti apparati che svelano aspetti della vita dei corsari e da un utile glossario che spiega i termini più difficili del linguaggio marinaresco.
Un buon punto di partenza per avvicinare i giovani alla lettura e, per gli adulti, l'occasione di fare un tuffo nel passato. Un grazie a Stefano Giovinazzo di Edizioni della Sera che ci ha regalato questa interessante riedizione.



mercoledì 4 settembre 2019

“Voci di libertà”, un poemetto celebra Guido Picelli e le barricate del '22



“Voci di libertà, ovvero l'enigma di Picelli” è un breve poemetto, di stile elevato e condito di riminiscenze classiche, con cui la scrittrice bedoniese Loredana Squeri ricorda e celebra la memoria di Guido Picelli. Un testo a più voci, che dà la parola, alternativamente, allo stesso Picelli e a un Ardito del Popolo, uno di quelli che a Parma presero le armi, insieme a lui, per opporsi all'avanzata in città delle truppe fasciste guidate da Italo Balbo. 
Guido Picelli

A fine luglio del '22, come noto, anche a Parma era in corso un'operazione di sciopero “legalitario”, indetto dall'Alleanza del Lavoro, i sindacati di sinistra di allora, per protestare contro le violenze fasciste. In città l'adesione dei lavoratori allo sciopero fu massiccia. Mussolini aveva dato ordini precisi. Se entro pochi giorni il Governo non avesse saputo reprimere lo sciopero, ci avrebbero pensato i fascisti. Visto che lo sciopero perdurava, furono inviate a Parma 10.000 camicie nere, provenienti dai paesi del parmense e dalle province vicine, al comando di Italo Balbo. 
L'Oltretorrente sarà il luogo simbolo di questi che passeranno alla storia come i “Fatti di Parma”. Furono erette barricate, trincee, e il comando delle operazioni fu affidato a Guido Picelli e ai suoi Arditi del Popolo, che riuscirono a respingere l'assalto. 
L'eroica resistenza fu celebrata anche, alcuni decenni dopo, dalla celebre scritta: “Balbo t'è pasè l'Atlantic ma miga la Pèrma”, apparsa su alcuni muri del lungoparma. 
Il testo di Loredana Squeri, pur rispettoso degli aspetti storici, va visto e apprezzato per i suoi aspetti poetici e emozionali. La scelta azzeccata di far parlare in prima persona Picelli permette di scampare al rischio di cadere nella retorica. Picelli, qui, è prima di tutto l'uomo, con i suoi dubbi e le sue incertezze: 

Qualche volta mi sono domandato
perchè a me questo cuore scoppiato
all'ingiustizia, che tanti in vita loro
mai saranno ribelli, anche senza far male.

E poi c'è l''Oltretorrente, luogo della resistenza, in quell'estate del 1922, che è sempre nei pensieri di Guido, e Parma, la sua città:

Parma, mia madre e amante,
nutre di forza chi la sa godere.
A me è toccata in sorte la forza
di questo mio destino di Oltretorrentino.

Emanuele Ghelfi, Loredana Squeri, Massimo Beccarelli

Un testo ricco di suggestioni, che vi consigliamo di leggere e che speriamo venga presto presentato anche a Parma, dopo essere stato letto e apprezzato dal pubblico in valtaro.
L'autrice Loredana Squeri, bedoniese, ha fatto parte della scuola bolognese del “Giallo”, insieme ad autori del calibro di Carlo Lucarelli, Pino Cacucci e Loriano Macchiavelli.
Autrice di romanzi e racconti, è insegnante di scuola secondaria.



giovedì 29 agosto 2019

C'è il carbone a Borgotaro? Ce lo svela Giovannino Guareschi...


Curiosando su Google Books si fanno spesso delle scoperte curiose, o almeno così sembra a me. Ad esempio ci si può imbattere in un breve scritto di Giovannino Guareschi dove si parla del carbone e di Borgotaro. Il testo è tratto da “Bianco e nero - Giovannino Guareschi a Parma 1929-1938” (BUR Rizzoli) e il tono è il solito del nostro, tra l'allusivo e il divertito, e merita di essere condiviso con voi lettori del blog. Tornando a Guareschi, lasciamo la parola a lui: “C'è il carbone a Borgotaro? Per conto mio io dico che ci dovrebbe essere: ci farebbe comodo in una maniera straordinaria. Ci dovrebbe essere il carbone, a Borgotaro, come ci dovrebbe essere un pingue conto corrente, intestato a mio nome, presso almeno una delle più accreditate banche della penisola”. Del resto, prosegue, molta gente si è sempre posta, a proposito di Borgotaro, anche un altro interrogativo, ossia: “Ci sono i funghi a Borgotaro?”
E poi i funghi c'erano di sicuro, un anno più abbondanti e un anno meno...
Perchè dunque non dovrebbe esserci il carbone?
Il carbone c'era anche nei sacchi della signora Maria, che abitava in via Cocconi ma, scesa in cantina per svolgere alcuni lavori, li aveva urtati, e li aveva fatti cadere. Immaginarsi la meraviglia nel vedere che il carbone c'era, ma era di colore bianco. Di carbone solo uno strato superficiale e, sotto, tanti ciottoli bianchi. La signora Maria, angosciata, rovesciò gli altri tre sacchi e fece la stessa identica scoperta! Una stregoneria, un orribile sortilegio!
Il responsabile era il marito Antonio che aveva pensato bene di scambiare l'antracite con del gagliardo barbera.
Insomma, direte voi, ma il carbone a Borgotaro c'è o no? Lasciamo le parole al nostro Giovannino: “A Borgotaro il carbone c'è o, almeno, ci dovrebbe essere. Ma non mi azzardo a dire altro perchè qualcuno potrebbe obiettarmi; ma anche nei quattro sacchi della signora Maria il carbone c'era o, almeno, ci doveva essere...”
Forse, concludo io, è meglio venire a Borgotaro a cercare i funghi.
Quelli ci sono di certo.



La casa liberty, un romanzo declinato al femminile


          Nuova pubblicazione di Mariangela Pasciuti


Mariangela Pasciuti ha una lunga esperienza nell'ambito della didattica e della scuola, come pedagogista, docente universitaria e formatrice dei docenti, oltre che come autrice di libri tecnici, dedicati al mondo della formazione e dell'insegnamento. Non sapevo che fosse anche una scrittrice di romanzi. Ho letto con curiosità “La casa Liberty” (Bologna, Epika edizioni, 2018) e non sono rimasto deluso. E' un libro scorrevole, ben scritto, che rivela soprattutto un'ottima conoscenza dell'animo femminile. Un aspetto, quest'ultimo, fondamentale per comprendere le vicende narrate, che seguono le diverse generazioni di una famiglia sullo sfondo della storia del '900. Una storia declinata al femminile, però, visto che le figure più rilevanti, che emergono e spiccano decisamente, sono quelle delle donne.

Il romanzo si articola così, tra storia generale e storia personale che, alternativamente, si pongono al centro della scena. A volte si tratta di grandi eventi storici, che travolgono prepotentemente le protagoniste. Si pensi, in particolare, alla figura di Anita, infermiera coraggiosa che contribuirà alla salvezza di una ragazza ebrea. Fascismo, Nazismo, Resistenza, fanno da sfondo alla vicenda, ma si tratta solo di un aspetto del libro, che non ha finalità di ricostruzione storica, quanto piuttosto quello di indagare aspetti dell'animo umano. Spesso, infatti, è la storia personale dei personaggi, forti e fragili allo stesso tempo, a diventare centrale, con i loro percorsi di vita e le loro scelte. E così Adele, protagonista principale cede il passo alle altre donne, Michela, Laura, Sara, in una spirale avvolgente in cui le loro vite si rincorrono, tra richiami e riferimenti famigliari.
E poi c'è la casa Liberty, vero elemento di raccordo, cardine attorno a cui tutto ruota, luogo di vita prima e di ricordi poi, così importante da muovere la protagonista a rivendicarne il possesso, in un percorso di recupero e riscoperta delle proprie radici.

La parte centrale del romanzo, poi, ci riserva una sorpresa: “Ad Adele piaceva fare la mamma. La sua piccola, Laura, cresceva serena e curiosa del mondo. Vivace e intelligente. Amava che sua madre le raccontasse fiabe e a sua madre piaceva raccontargliele. Le inventava sul momento, le venivano così...”
Inizia qui un vero e proprio libro dentro il libro, un riuscito esperimento meta-narrativo, che rivela la grande capacità affabulatoria della scrittrice, che avrebbe forse meritato un libro a sé stante, un “libro che non c'è”, ma che meriterebbe la pubblicazione, e sarebbe un valido strumento per l'utilizzo didattico.


sabato 25 maggio 2019

Il libro perfetto per te! Perfectbook, motore di ricerca emozionale





Attivo dal dicembre 2013, Perfectbook ti consiglia la prossima lettura in modo originale e innovativo. Amate leggere, ma non sapete mai quale libro scegliere? Quando entrate in libreria o in biblioteca non riuscite mai a decidervi? Perfectbook.it è proprio il sito che fa per voi. Ideato da due giovani, Andrea Vassallo e Margherita Bauducco, coniuga la loro passione per la lettura con l'informatica. 

Si tratta di un motore di ricerca emozionale che, attraverso due diversi tipi di ricerca, ti guida nel “mare magnum” delle pubblicazioni letterarie. Si può provare la “ricerca classica”, che consiste nel descrivere te stesso: il tuo stato d'animo, i tuoi interessi e i tuoi generi preferiti. A quel punto entrerà in scena “L'algoritmo del libraio”, che penserà a tutto il resto! È anche possibile provare la “ricerca per affinità”. Si tratta, in questo caso, di selezionare un libro che hai appena letto, e che ti è piaciuto, all'interno della libreria di Perfectbook. Poi, la ricerca per affinità avrà inizio. Il motore di ricerca troverà per te un libro che potrà darti le stesse emozioni! 

Sul sito non vengono proposti semplici cataloghi di libri, ma ci si trova di fronte a un vero e proprio questionario da compilare. Ci verrà chiesta l'età, il sesso, il nostro stato d'animo, i nostri interessi e i generi letterari preferiti. Alla fine il motore di ricerca, sulla base delle nostre risposte, segnalerà i libri più adatti per noi.


Ancora più immediata è la sezione "Gocce di emozioni" dove basta segnalare lo stato d'animo attuale e vi viene assegnato un consiglio di lettura. Alla fine della ricerca, è sempre possibile accedere facilmente ai principali store on-line e acquistare i libri. Il sito ha riscosso grande interesse e ne hanno parlato tutti i principali quotidiani italiani; nella sezione "Press" potete trovare tutta la rassegna stampa con i relativi link. 

Allora, siete pronti a compilare il questionario e a scoprire il #libroperfetto per voi? Io l'ho già fatto e devo dire che i risultati mi hanno piacevolmente sorpreso! 



venerdì 24 maggio 2019

1915, la Grande Guerra e quel Campionato di calcio senza vincitori






Si sono da poco concluse le commemorazioni e i ricordi della Grande Guerra e sono state molte, negli ultimi anni, le pubblicazioni, di vario genere e di diverso tenore, che hanno messo al centro un momento così drammatico della nostra storia e della storia d'Europa. 
C'è però una pubblicazione, tra le tante che si potrebbero citare, che mi ha colpito in modo particolare, visto che pone l'accento su un aspetto tralasciato e quasi sconosciuto di quella storia. Un aspetto che si lega alla storia sportiva del nostro paese, e ricostruisce le vicende di un campionato di calcio un po' particolare, l'unico a venire sospeso, per evidenti ragioni, nel 1915. 
Un libro fatto di sport e vicende belliche e diplomatiche, connesse in un intreccio inscindibile. Si tratta di “1915, dal football alle trincee” di Alessandro Bassi (Bradipo Libri editore, 2015). L'autore, nato a Reggio Emilia nel 1973, ha già pubblicato diversi volumi, tra cui “Il football dei pionieri. Storia del campionato di calcio in Italia dalle origini alla I Guerra mondiale”.

Nella prima pagina scrive: “Volevo scrivere un libro strano, non convenzionale. Un libro che mettesse in una stessa pagina la storia 'alta' con la storia 'altra'. Un libro che raccontasse anche di come il calcio italiano e il Paese intero siano andati in guerra, tra stati d'animo e aspettative molto differenti in quell'anno fatidico di neutralità e di incessanti trattative su più tavoli”. 
L'attentato di Sarajevo del 28 giugno 1914, in cui un attentatore serbo di nome Gavrilo Princip uccideva l'arciduca Francesco Ferdinando e la moglie, avrebbe portato ben presto tragiche conseguenze, precipitando gran parte dell'Europa nell'abisso della guerra. 

In Italia però, almeno nei primi tempi, la vita proseguì normalmente. Il nostro paese era rimasto neutrale e, per quanto il dibattito tra interventisti e neutralisti infiammasse gli animi, avvitandosi in una spirale che ci avrebbe portato alla dichiarazione di guerra all'Austria del maggio 1915, quella realtà appariva ancora lontana. 

Il nostro paese avrebbe goduto ancora, seppure per poco, di una relativa tranquillità. E la vita andava avanti, e con essa anche l'attività sportiva, che sembrava non risentirne. Anche allora si giocava il campionato di calcio, anche se era ben diverso da quello che conosciamo oggi. E' quello che oggi possiamo definire il calcio dei pionieri e se alcune squadre hanno nomi che conosciamo bene, come Juventus, Internazionale o Genoa, altre oggi sono scomparse, come Andrea Doria, Vigor, Casale (che era campione in carica). Regole farraginose garantivano la regolarità del torneo: le squadre erano suddivise in 6 gironi da 6 squadre ciascuno, assemblate sulla base delle regioni di provenienza. Al termine delle eliminatorie, le migliori due di ciascun girone e le quattro migliori terze formavano i quattro gironi di semifinale. Le vincenti di questi quattro gironi avrebbero formato il girone finale, da cui poi sarebbe uscita la vincitrice del campionato.


Un campionato che, però, resterà senza vincitori né vinti perchè il 21 maggio 1915 gli eventi precipitarono e pochi giorni dopo, il 23 maggio, l'Italia giunse alla dichiarazione di guerra all'Austria-Ungheria. Il giorno dopo, 24 maggio, la F.I.G.C. diramava questo comunicato: “In seguito alla mobilitazione generale la Direzione della F.I.G.C. ha sospeso gli incontri che ancora devono aver luogo a Genova, Milano, Roma, Pisa”. In quel momento, prima in classifica nel girone settentrionale era il Genoa, mentre nel girone dell'Italia centrale era la Lazio. 

Ma ormai i problemi da affrontare erano ben altri. Moltissimi furono i calciatori che partirono per il fronte e "Lo Sport Illustrato", che dal 10 giugno 1915 cambiò la testata in "Lo Sport Illustrato e la Guerra", volle onorarli pubblicando le foto di tutti gli sportivi, non solo calciatori, che partirono. 
In quei giorni si levarono molte voci che volevano l'assegnazione dello scudetto al Genoa, visto il valore e la qualità di quella squadra. Non tutti, tuttavia, erano d'accordo, e tra questi vi era una voce autorevole come quella di Emilio Colombo, che riteneva che sarebbe stato opportuno vedere il responso del campo. 
Come andò a finire, poi, lasciamolo alle parole dell'autore del libro, Alessandro Bassi: “Nel 1919, a guerra terminata, il titolo venne assegnato d'ufficio al Genoa, ma ormai erano un'Italia e un calcio diversi”. 




giovedì 23 maggio 2019

Radiolibri.it, Web Radio dei lettori. La conoscete?





“Rilassati. Raccogliti. Allontana da te ogni altro pensiero. Lascia che il mondo che ti circonda sfumi nell'indistinto. La porta è meglio chiuderla; di là c'è sempre la televisione accesa. Dillo subito, agli altri: «No, non voglio vedere la televisione!» Alza la voce, se no non ti sentono: «Sto leggendo! Non voglio essere disturbato!»” 
Sono le prime, famosissime, righe del romanzo di Italo Calvino: “Se una notte d'inverno un viaggiatore”. Una sedia o una poltrona comoda, un libro, un po' di pace e di silenzio e l'occasione di staccarsi, per qualche ora, dalla realtà circostante. Questa è l'idea che la maggior parte di noi ha della lettura. 
Una visione senza dubbio tradizionale di questa attività che, oggi, è però in forte evoluzione. Si pensi solo al fatto che non si leggono più solo libri cartacei, ma spesso si utilizzano lettori di ebook, che hanno cambiato il rapporto “fisico” che si aveva con il libro come oggetto, con indubbi vantaggi, ma anche diversi limiti. 
Anche solo trovare il tempo per leggere è diventato difficile, visto che siamo costantemente bombardati di informazioni e non solo da parte della tv, come ai tempi di Calvino, ma anche dai social network, da internet in genere, a cui spesso siamo connessi costantemente anche per motivi di lavoro, tra e-mail da leggere e documenti da preparare. 
Chi ama la lettura e i libri, ma non ha molto tempo per informarsi, non può che essere felice del successo di Radio libri, web radio interamente dedicata al mondo dei libri e della lettura. 
Accedendo al sito radiolibri.it si può scegliere se ascoltare la diretta “on air” della radio, oppure scegliere tra i tanti podcast presenti sul sito. Si possono trovare le classifiche dei libri più venduti, quelli freschi di stampa, o i principali festival del libro. E poi ancora una sezione dedicata ai blog e ai circoli letterari, il libro del mese, e tanti scaffali ordinati, dove navigare virtualmente tra i propri generi preferiti. 
Tanti file audio da ascoltare comodamente dal proprio pc o dal proprio smartphone, visto che dal sito è anche possibile scaricare la app di Radiolibri. 

Ma chi c'è dietro al sito Radiolibri? Fino a qualche tempo fa, si poteva leggere sul sito una breve descrizione dei protagonisti di questa radio. Lasciamo quindi la parola a loro: “I nostri autori sono editor che ben conoscono l’arte di rendere efficace un testo, librai che sanno consigliare ed indirizzare all’interno di una proposta editoriale ricchissima. Ma nel palinsesto di RadioLibri queste professionalità sono affiancate da importanti voci della radiofonia italiana, da speaker, attori e doppiatori capaci di coinvolgere ed emozionare con diversi stili e “nuances” espressive”. 
"Una talk radio fatta di conversazioni: lo slogan, Parole in sintonia, rende bene il tono garbato dei programmi". Così l'ha descritta perfettamente Annarita Briganti su Donna Moderna. Qualità ormai riconosciute anche dal pubblico degli addetti ai lavori che, già nel 2017, l'avevano insignita come migliore Web Radio al Web Radio Festival di Roma.

Non vi resta altro da fare che collegarvi e darci la vostra opinione. A presto! 












mercoledì 22 maggio 2019

Un serial killer nella Firenze del '400: I delitti della Primavera




Negli ultimi giorni ho ricevuto il nuovo libro di Stella Stollo,
"Le impressioni di Berthe", che ricostruisce la figura della pittrice Berthe Morisot e il clima culturale in cui si è trovata ad operare, al fianco dei grandi dell'Impressionismo. Pur non avendo ancora letto il libro, sono certo che ritroverò l'abilità di ricostruzione storica, e la capacità di plasmarla in un romanzo, che ho trovato in altri libri della Stollo. In particolare ne "I delitti della Primavera" (Graphofeel, 2014), romanzo che mi ha molto colpito alcuni anni fa e che mi permetto di suggerirvi.
Il romanzo è ambientato a Firenze, al tempo di Lorenzo de' Medici, epoca che rappresenta, nell'immaginario collettivo di ognuno di noi, uno dei momenti di massimo splendore dell'arte e della cultura italiana. Una parentesi straordinariamente felice, di modernità e apertura, di pace e prosperità. Basterà ricordare che in quegli anni si trovarono ad operare, a stretto contatto, intellettuali del calibro di Marsilio Ficino, Pico della Mirandola, Angelo Poliziano e, in quegli ambienti, si poteva discorrere d'arte con un giovane Leonardo da Vinci, o ascoltare Amerigo Vespucci esporre bizzarre teorie sulle carte geografiche.
Immaginate però che, ad un certo punto, la vita della città sia sconvolta da una serie di morti inspiegabili, che colpiscono donne della ricca borghesia e che, ben presto, emerga che queste morti risultano legate da un filo rosso piuttosto evidente e inquietante.
“I delitti della primavera”, appunto, visto che tutta la vicenda ruota proprio attorno al celebre quadro “L'Allegoria della primavera” di Sandro Botticelli e Filippino Lippi. L'assassino, infatti, seguendo una precisa logica di follia, uccide lasciando sui cadaveri piccoli oggetti che rimandano inequivocabilmente a particolari del quadro.
Mentre la storia si dipana, e le morti si susseguono, entrano in scena tanti altri personaggi, come Simonetta Cattaneo Vespucci o Giuliano de' Medici.
Particolarmente ben delineata è la figura di Simonetta, modella di Botticelli e donna simbolo dell'epoca, che irrompe prepotentemente in scena ed è un'altra protagonista del romanzo. La donna più bella del Rinascimento, secondo molti, si trova ritratta in tanti quadri di Botticelli e anche la "Nascita di Venere" vedrebbe lei come splendida e sublime modello di bellezza.
Sposata in giovane età con un uomo che non amava, è legata sentimentalmente a Giuliano de' Medici e allo stesso Sandro Botticelli. Figura di donna bellissima e sfortunata, morirà giovanissima di tisi, ma lascerà un segno indelebile nella storia.
Un romanzo gradevole, colto e raffinato, che rivela un accurato lavoro di documentazione da parte dell'autrice che ci accompagna in questo avvincente viaggio nel Rinascimento. Di Stella Stollo, scrittrice nata ad Orvieto, ma che vive ed insegna a Montepulciano, ho già scritto altrove su questo blog. 
Se continuerete a seguirmi, prossimamente vi parlerò anche del suo nuovo romanzo "Le impressioni di Berthe".

lunedì 20 maggio 2019

I social network hanno un ruolo molto importante nel favorire la lettura



Nello scorso mese di febbraio, sono stato contattato dalla redazione del prestigioso sito "Letture.org", tra i maggiori in campo letterario, con circa 200.000 pagine viste al mese, e una pagina Facebook che conta oltre 53.000 iscritti. Mi hanno proposto un'intervista sulla mia passione per i libri e per la lettura. Per me è stata l'occasione di affrontare uno dei temi che mi stanno maggiormente a cuore, ossia quello del ruolo dei social network nella promozione della lettura. La cosa mi ha onorato molto, anche perchè mi sono trovato nella sezione "protagonisti" accanti a personaggi del calibro di Erri de Luca, Massimo Bray, Lorenzo Marone, Loredana Lipperini e Dario Franceschini. 

Che dire, di più? Potete leggerla a questo link:

mercoledì 27 marzo 2019

I miei consigli di lettura per "Radio Blog News"



Alcune settimane fa, mi ha contattato Chiara Pugliese di "Radio Blog News" per chiedermi di condividere con la loro pagina Youtube i miei consigli di lettura. 
In particolare, mi veniva chiesto di scegliere tre libri. Indicarne solo tre, tra i tanti che ho letto e amato, non era certo facile, per cui ho pensato di darmi un criterio che mi agevolasse nella scelta. 
Mi sono così affidato ai generi che leggo di più e che conosco meglio: autori classici, testi di approfondimento storico ed autori emergenti. Scegliendone uno per genere, sarei riuscito a rispondere compiutamente alla richiesta. Per quanto riguarda i classici ho inteso non tanto, o non solo, i libri della classicità greca e latina, quanto quei libri che, nella definizione di Italo Calvino, “non hanno mai finito di dire quello che hanno da dire”. Tra i libri di approfondimento storico, c'era solo l'imbarazzo della scelta, ma mi sono indirizzato a un autore contemporaneo. Anche tra gli autori emergenti si possono poi trovare dei piccoli capolavori. 
Quali sono dunque i tre libri scelti? Non vi resta che ascoltare. Buone letture a tutti!


martedì 26 marzo 2019

I 90 anni di Gallieno Ferri: un mito che non tramonta!






Lo scorso 21 marzo, Gallieno Ferri, creatore grafico del personaggio di Zagor, avrebbe compiuto 90 anni. Era nato infatti a Genova il 21 marzo 1929. La morte, che lo ha colto nel 2016, non ha potuto intaccare il suo mito e nei giorni scorsi, proprio in occasione di questo anniversario, il Forum “Zagor Te Nay”, che raccoglie gli appassionati lettori dello Spirito con la scure, ha voluto commemorarlo coniando una moneta che lo raffigura. 
Si tratta di soli 100 esemplari numerati che, come ovvio, diventeranno presto materiale da collezione e che sono stati presentati in occasione di “Lucca collezionando” 2019 (23-24 marzo).
Un meritato riconoscimento a un uomo che ha fatto la storia del fumetto popolare italiano. L'impegno su Zagor lo ha assorbito per tantissimi anni, ma non bisogna dimenticare gli altri personaggi disegnati in precedenza, come "Il fantasma Verde" o "Piuma rossa", senza dimenticare le collaborazioni con il mercato francese e con "Il Vittorioso" e il ruolo fondamentale avuto nella nascita di "Mister No". 
Mi unisco al ricordo condividendo con voi il video dell'unica occasione in cui ho avuto il piacere e l'onore di conoscerlo e persino di intervistarlo. Gallieno era straordinario anche dal punto di vista umano, non solo come artista. Una persona di rara umiltà!