domenica 29 settembre 2019

Emilio Salgari: un ritorno in grande stile




Emilio Salgari è sinonimo di avventura. Il suo nome richiama alla memoria tanti romanzi e tanti personaggi indimenticabili, spesso facenti parte di veri e propri cicli narrativi. Si ricordino solo il Ciclo dei pirati della Malesia e l'indimenticabile Sandokan, oppure quello dei Corsari delle Antille, il Corsaro nero e sua figlia Jolanda. Libri che tutti abbiamo letto, spesso nel corso dell'infanzia, con avidità e con vero piacere, accompagnati da uno stile inconfondibile e dal richiamo invincibile di mondi lontani e misteriosi.
E pazienza, viene da aggiungere oggi, se, come noto, Salgari quei viaggi e quelle avventure non le visse mai realmente in prima persona, ma fossero frutto dei suoi studi e del suo continuo documentarsi su libri e atlanti.
Rimane comunque un autore da riproporre ai più giovani e non deve essere dimenticato. Non tutti i suoi libri, però, sono facili da reperire. Se si escludono infatti i suoi grandi classici, che abbiamo citato sopra, molti altri libri bellissimi di Salgari sono ormai fuori catalogo. Era il caso de “I corsari delle Bermude” che però è stato “salvato” e recentemente ripubblicato da Edizioni della Sera, prima uscita della Collana di Classici Junior. Un'iniziativa lodevole, che ripropone ai lettori un testo del 1909, che conserva tuttora una notevole freschezza e, soprattutto, il marchio inconfondibile dello stile salgariano.

La storia è ambientata al tempo della guerra d'indipendenza americana e il protagonista è Sir William, capitano della nave corsara “Il Tuonante”, che sta facendo rotta su Boston per andare a liberare la sua promessa sposa, Mary di Wentwort, prigioniera del malvagio Marchese d'Halifax. Un'impresa ardua, in cui il capitano verrà assistito da due fedeli e curiosi amici, il mastro d'equipaggio Testa di Pietra e il gabbiere Piccolo Flocco. Un trio irresistibile che ci accompagna lungo le quasi 400 pagine del romanzo, tra assalti impetuosi e astuti stratagemmi, fino a giungere al castello dove è rinchiusa la fanciulla, dove una serie di imprevisti metteranno a dura prova i nostri eroi.
Un libro avvincente e ricco di spunti anche ironici, di una comicità che non ti aspetti e che rende ancora più gradevole la lettura. Un libro corredato da interessanti apparati che svelano aspetti della vita dei corsari e da un utile glossario che spiega i termini più difficili del linguaggio marinaresco.
Un buon punto di partenza per avvicinare i giovani alla lettura e, per gli adulti, l'occasione di fare un tuffo nel passato. Un grazie a Stefano Giovinazzo di Edizioni della Sera che ci ha regalato questa interessante riedizione.



mercoledì 4 settembre 2019

“Voci di libertà”, un poemetto celebra Guido Picelli e le barricate del '22



“Voci di libertà, ovvero l'enigma di Picelli” è un breve poemetto, di stile elevato e condito di riminiscenze classiche, con cui la scrittrice bedoniese Loredana Squeri ricorda e celebra la memoria di Guido Picelli. Un testo a più voci, che dà la parola, alternativamente, allo stesso Picelli e a un Ardito del Popolo, uno di quelli che a Parma presero le armi, insieme a lui, per opporsi all'avanzata in città delle truppe fasciste guidate da Italo Balbo. 
Guido Picelli

A fine luglio del '22, come noto, anche a Parma era in corso un'operazione di sciopero “legalitario”, indetto dall'Alleanza del Lavoro, i sindacati di sinistra di allora, per protestare contro le violenze fasciste. In città l'adesione dei lavoratori allo sciopero fu massiccia. Mussolini aveva dato ordini precisi. Se entro pochi giorni il Governo non avesse saputo reprimere lo sciopero, ci avrebbero pensato i fascisti. Visto che lo sciopero perdurava, furono inviate a Parma 10.000 camicie nere, provenienti dai paesi del parmense e dalle province vicine, al comando di Italo Balbo. 
L'Oltretorrente sarà il luogo simbolo di questi che passeranno alla storia come i “Fatti di Parma”. Furono erette barricate, trincee, e il comando delle operazioni fu affidato a Guido Picelli e ai suoi Arditi del Popolo, che riuscirono a respingere l'assalto. 
L'eroica resistenza fu celebrata anche, alcuni decenni dopo, dalla celebre scritta: “Balbo t'è pasè l'Atlantic ma miga la Pèrma”, apparsa su alcuni muri del lungoparma. 
Il testo di Loredana Squeri, pur rispettoso degli aspetti storici, va visto e apprezzato per i suoi aspetti poetici e emozionali. La scelta azzeccata di far parlare in prima persona Picelli permette di scampare al rischio di cadere nella retorica. Picelli, qui, è prima di tutto l'uomo, con i suoi dubbi e le sue incertezze: 

Qualche volta mi sono domandato
perchè a me questo cuore scoppiato
all'ingiustizia, che tanti in vita loro
mai saranno ribelli, anche senza far male.

E poi c'è l''Oltretorrente, luogo della resistenza, in quell'estate del 1922, che è sempre nei pensieri di Guido, e Parma, la sua città:

Parma, mia madre e amante,
nutre di forza chi la sa godere.
A me è toccata in sorte la forza
di questo mio destino di Oltretorrentino.

Emanuele Ghelfi, Loredana Squeri, Massimo Beccarelli

Un testo ricco di suggestioni, che vi consigliamo di leggere e che speriamo venga presto presentato anche a Parma, dopo essere stato letto e apprezzato dal pubblico in valtaro.
L'autrice Loredana Squeri, bedoniese, ha fatto parte della scuola bolognese del “Giallo”, insieme ad autori del calibro di Carlo Lucarelli, Pino Cacucci e Loriano Macchiavelli.
Autrice di romanzi e racconti, è insegnante di scuola secondaria.