Zenith 666: uno spasso per gli amanti di Zagor

Uscito in concomitanza con i festeggiamenti per il trentennale della serie di Dylan Dog, infatti, vuole essere un omaggio al creatore dell'indagatore dell'incubo, quel Tiziano Sclavi che ci ha consegnato pagine memorabili anche della saga di Zagor.

La mia impressione è, nel complesso, positiva. Si tratta di un numero divertente e ricco di citazioni, che non può che appassionare i lettori abituali di Zagor e, guarda caso, anche di Dylan Dog.
Accanto al ritorno di alcuni personaggi che abbiamo citato poco fa, infatti, troviamo un misterioso individuo incappucciato che sembra essere il Signore Nero di Golnor, ma che si rivelerà essere il Cattivo per antonomasia della serie di Dylan Dog.

Un albo completamente a colori, nella tradizione degli anniversari bonelliani che, come detto, a me è piaciuto, anche se forse la storia meritava di essere sviluppata su due albi, e in certi passaggi sembra un po' "tirata via" e accelerata per restare nelle 98 pagine. Quest'ultimo, forse, è il punto debole. Un punto di forza sta nel continuo giocare con il lettore, che è chiamato a riconoscere passi e citazioni anche lontane nel tempo. Un fumetto per appassionati di lungo corso della saga zagoriana. A tratti difficile da seguire, forse, per i nuovi lettori.
Qualcuno di voi lo ha letto? Cosa ne pensate?
Ancora non lo leggo ma pensavo di farlo.
RispondiEliminaDi Zagor purtroppo non ho letto moltissimo, nella mia vita.
Questo mi attirava per l'omaggio, e ti dirò... è giusto che ci siano strizzate d'occhio ai lettori e fan storici, non fa niente se non tutti potranno capirle.
Anche il fan storico ogni tanto va coccolato in modo esclusivo^^
Moz-
Ciao Moz. Credo che questo numero vada preso con la leggerezza dell'omaggio ai lettori, sia di Zagor che di Dylan. Alcuni passi sono volutamente ironici e si rifanno alle storie di numeri passati, che colpiscono perchè ci riportano alla mente ricordi anche buffi. Vedi il caso di Panko, o Cico che si trova con i morti viventi che escono dal cimitero stile Dylan Dog. Grazie del commento.
EliminaP.S. Non farti scappare il prossimo Zagor, Vampiri, se ami il genere!
Nulla questio sulla tua visione dell'omaggio, poi un fumetto, come tutto nella vita, può piacere o meno, ma leggendo la tua recensione, caro Massimo, ho notato che non ti sei affatto soffermato sui disegni...una dimenticanza voluta?...un po' come parlare di una nuova automobile senza nominare la carrozzeria e lo stile.
RispondiEliminaPer completezza sarebbe utile sapere se anche tu sei uno zagoriano della prima ora, di quelli che si sarebbero appassionati e divertiti per intenderci...
Ciao. Ammetto che, dopo la morte del maestro Gallieno Ferri, essendomi appassionato a Zagor con i suoi disegni, mi trovo un po' spaesato con alcuni disegnatori di oggi. Non tutti, in verità, perchè Verni, ad esempio, mi piace molto, ed ha uno stile che richiama Ferri. La copertina del numero in questione, di Piccinelli, la trovo bella, mentre la prossima, Vampiri, mi sembra addirittura spettacolare. Venendo a Piccatto e Riccio, hanno un modo di disegnare diverso, originale. Non mi sento sereno nel giudicare, però, perchè ho sempre in mente lo stile di Gallieno, che era molto diverso. Forse dobbiamo dare la possibilità a questi disegnatori di approcciare Zagor con il loro stile. Poi giudicheremo con più calma.
EliminaLetta. Una mezza delusione. Al di là dei disegni, che non mi sono piaciuti (permettetemi di sottolineare questo aspetto, non mi sono piaciuti proprio per niente, mi dispiace), l'evoluzione della storia è risultata come una sorta di folle corsa a bruciare le tappe per riuscire ad arrivare alla conclusione entro le canoniche 98 pagine dell'albo. Un vero peccato! A mio parere (seguo Zagor da 36 anni), un errore strategico imperdonabile. Una storia che, per l'argomento toccato e per i personaggi coinvolti, se sviluppata nei giusti tempi che una simile avventura può richiedere, sarebbe entrata di diritto tra le migliori di tutta la saga Zagoriana. Tutta la "carne al fuoco" introdotta nelle fasi iniziali di Zenith 666, meritava uno svolgimento e uno sviluppo di ampio respiro, sulla lunghezza di almeno tre-quattro albi, con tutte le vicende sviscerate ben bene, sviluppate con i giusti tempi, le giuste pause quando occorrono, la possibilità di dare a tutte le scene e i cambi di scene e locations i giusti tempi di evoluzione. Rischio di essere ripetitivo, ma, ripeto, per me è stata un'ottima occasione gettata alle ortiche per proporre un'avventura stupenda, di ambientazione misterica-fantasy. Sarebbe stato molto più opportuno, parere personale, pensare ad una storia più semplice, che richiamasse comunque come argomento il numero 666, ma che mettesse molti meno ingredienti nella pentola e che si potesse completare adeguatamente nelle 98 pagine senza dare l'impressione di "saltare i fossi per la lunga", come si dice dalle mie parti. Ripeto per l'ennesima volta, UN IMMENSO PECCATO! E se insisto è solo perchè Zagor è ormai una parte di me. Saluti
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