giovedì 22 agosto 2013

Caro Twitter ti scrivo: Vogliamo #CulturanegliAccountPopolari

Chi usa twitter da un po' di tempo sa che, nella barra in alto, cliccando su Scopri, si trovano alcuni suggerimenti sull'uso dello strumento. Ad esempio si possono trovare i tweet più popolari, l'Attività svolta, consigli su chi seguire o su come trovare i propri amici. In fondo a questa lista si trovano gli Account Popolari.
Si tratta di una serie di categorie, proposte da twitter, di personaggi, servizi, enti o istituzioni che si pensa possano interessare agli utenti. In queste categoria figurano Musica, Sport, Spettacolo, Notizie, Scienza, Politica ed altro. La Cultura, come vedete, non c'è. 
Eppure sarebbero molti i personaggi del mondo della cultura o le istituzioni culturali meritevoli di essere citate in un simile elenco. Inoltre non sono pochi gli hashtag culturali che attualmente viaggiano su twitter, e che testimoniano l'interesse che certi argomenti suscitano. Ricordo #iversicheamo e #classicidaleggere (che ha anche raggiunto la vetta dei Trending Topics verso ferragosto), che ho lanciato io, ma anche #Corsari e #Leucò della Fondazione Cesare Pavese, #scritturebrevi di Francesca Chiusaroli, #incipitdestate (da un'idea del Ministro Massimo Bray), #twitart. Difficile citarli tutti, perchè sono veramente tanti. 
Così, in quei giorni, mi sono chiesto se fosse possibile chiedere a twitter di inserire la categoria "Cultura" all'interno degli Account Popolari. Come rivolgersi a Twitter, però? Forse l'unico modo era quello di inventarsi un hashtag, il più esplicito possibile, sperando che qualcuno ne tenga conto. Così è nato #CulturanegliAccountPopolari che, anche grazie al contributo e al sostegno fondamentale dell'Agenzia letteraria, blog e webzine "Sul Romanzo", sta riscuotendo un discreto successo. Alcuni appelli sono stati retwittati anche 38 volte!! 
Un grazie anche ad Andrea Violi della "Gazzetta di Parma" che ne ha parlato sul suo giornale. 
Se l'iniziativa avrà successo non lo sappiamo ancora, comunque era giusto provarci.

Massimo Beccarelli

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