“Albert
Sabin è stato il mio eroe ed è per questo che ho voluto raccontare
la sua vita nella veste che merita, quella di una storia per ragazzi,
perchè “il cacciatore di sogni” ha tanto da insegnarci, ancora
oggi”. Così scrive Sara Rattaro, autrice del libro di cui vi
voglio parlare oggi, ossia “Il cacciatore di sogni”, edito da Mondadori (2017).
Un libro che ci ricorda, una volta di più, l'importanza
dei vaccini e, in questo caso, di quello contro la poliomielite,
malattia che ha continuato a colpire pesantemente la popolazione,
provocando gravi paralisi o la morte, fino al 1950, anno in cui si è
giunti alla preparazione dei primi vaccini, i cosiddetti vaccini di
Koprowski,
prima, e di Salk poi, fino a giungere infine a quello di Sabin, di
cui si parla in questo libro.
Sara Rattaro |
Un
libro pensato per gli adolescenti, ma di gradevole lettura anche per
gli adulti, che dà voce ad un ragazzo che racconta, in prima
persona. E' il 4 luglio 1984. La noia dell'attesa per l'imbarco aereo
si dirada all'irrompere di una notizia inattesa ed elettrizzante:
Diego Armando Maradona, vero fenomeno del calcio anni '80, avrebbe
viaggiato sul loro stesso aereo. Il giorno successivo, infatti,
sarebbe stato presentato al San Paolo di Napoli, ai suoi nuovi
tifosi. Quel giorno la vita di Luca, che da grande sogna di diventare
pianista, cambia per sempre. “Oh, mio Dio! Ma quello è Maradona!”
L'incontro
importante e significativo, però, è un altro, e avviene senza tanti
clamori, ed è quello con un misterioso signore di nome Bruce che
comincia a raccontargli una storia, quella di “un ragazzino nato
cieco da un occhio, che ha salvato il mondo”.
E'
la storia di Albert, nato in Polonia nel 1906, in una città che, nel
corso della 1^ Guerra Mondiale, subirà i bombardamenti e
l'occupazione tedesca. Le tante famiglie ebree, e anche quella di
Albert, subiranno diverse angherie dagli occupanti tedeschi. La
famiglia di Albert, infine, sceglierà di emigrare negli USA. E' il
1921.
Sulla
nave, nel corso di una traversata durata un mese, Albert incontra un
signore che sta leggendo un libro dal titolo emblematico: “Microbe
hunters” (cacciatori di microbi). E' la storia di Robert Koch,
Louis Pasteur, Ronald Ross e William Park, e della loro lotta contro
malattie come la tubercolosi, il colera, la malaria e la difterite.
Fin
da quel momento, Albert Sabin capì che essere uno scienziato sarebbe
stato il suo destino, e che avrebbe dedicato la sua vita alla cura
delle malattie più insidiose.
Ben
presto, con l'appoggio determinante di William Park, riuscirà ad
ottenere una borsa di studio e una piccola stanza dove soggiornare.
Dopo essersi laureato brillantemente nel 1931, ottenne uno stage
presso il prestigioso Bellevue di New York. “Il destino volle che
proprio in quei mesi scoppiasse una vera e propria epidemia di quella
che venne chiamata “poliomielite”, una malattia, causata da un
virus, tra le più terribili che la storia dell'uomo ricordi e che
procurava febbri improvvise accompagnate da terribili dolori ai
muscoli che iniziavano a paralizzarsi”.
Albert Sabin |
E
il destino volle anche che Albert fosse lì, nel laboratorio più
importante al mondo, sotto gli occhi del maggior esperto mondiale in
materia. Pochi mesi prima il dottor Claus Jungeblut, docente di
Batteriologia alla Columbia University, aveva pubblicato un accurato
studio scientifico sul virus e sulle reazioni delle scimmie
all'infezione. Se fosse stato replicabile anche sull'uomo, ci
sarebbero state ottime probabilità di capire come combattere la
malattia. Su ordine di William Park, Sabin ripetè l'esperimento di
Jungeblut, scoprendo che l'illustre scienziato aveva sbagliato e
compiuto alcuni errori di valutazione. Da quel momento Albert potè
dedicarsi alla ricerca di un vaccino, che riuscì a preparare tra il
1954 e il 1955. In quegli anni, tuttavia, era già utilizzato il
vaccino di Salk e il vaccino di Sabin si diffuse soprattutto nei
paesi dell'est europeo e in Russia, ma non negli USA.
Il
crescente successo del vaccino di Sabin, che era di più facile
somministrazione rispetto a quello di Salk, e immune da pericoli,
fece sì che anche gli USA in seguito l'adottassero, seppure con
ritardo.
In
Italia il
vaccino anti-polio di Sabin fu autorizzato nel 1963, e reso
obbligatorio nel 1966, provocando la scomparsa della malattia dal
paese.
Sabin
fu anche un vero e proprio filantropo, perchè non brevettò la sua
invenzione, rinunciando allo sfruttamento commerciale da parte
dell'industria farmaceutica. In questo modo, il prezzo contenuto del
vaccino permise una sua più vasta diffusione.
Nessun commento:
Posta un commento