Nuova pubblicazione di Mariangela Pasciuti
Mariangela
Pasciuti ha una lunga esperienza nell'ambito della didattica e della
scuola, come pedagogista, docente universitaria e formatrice dei
docenti, oltre che come autrice di libri tecnici, dedicati al mondo
della formazione e dell'insegnamento. Non sapevo che fosse anche una
scrittrice di romanzi. Ho letto con curiosità “La casa Liberty”
(Bologna, Epika edizioni, 2018) e non sono rimasto deluso. E' un
libro scorrevole, ben scritto, che rivela soprattutto un'ottima
conoscenza dell'animo femminile. Un aspetto, quest'ultimo,
fondamentale per comprendere le vicende narrate, che seguono le
diverse generazioni di una famiglia sullo sfondo della storia del
'900. Una storia declinata al femminile, però, visto che le figure
più rilevanti, che emergono e spiccano decisamente, sono quelle
delle donne.
Il
romanzo si articola così, tra storia generale e storia personale
che, alternativamente, si pongono al centro della scena. A volte si
tratta di grandi eventi storici, che travolgono prepotentemente le
protagoniste. Si pensi, in particolare, alla figura di Anita,
infermiera coraggiosa che contribuirà alla salvezza di una ragazza
ebrea. Fascismo, Nazismo, Resistenza, fanno da sfondo alla vicenda,
ma si tratta solo di un aspetto del libro, che non ha finalità di
ricostruzione storica, quanto piuttosto quello di indagare aspetti
dell'animo umano. Spesso, infatti, è la storia personale dei
personaggi, forti e fragili allo stesso tempo, a diventare centrale,
con i loro percorsi di vita e le loro scelte. E così Adele,
protagonista principale cede il passo alle altre donne, Michela, Laura, Sara, in una spirale avvolgente in cui le loro vite si
rincorrono, tra richiami e riferimenti famigliari.
E
poi c'è la casa Liberty, vero elemento di raccordo, cardine attorno
a cui tutto ruota, luogo di vita prima e di ricordi poi, così
importante da muovere la protagonista a rivendicarne il possesso, in
un percorso di recupero e riscoperta delle proprie radici.
La
parte centrale del romanzo, poi, ci riserva una sorpresa: “Ad Adele
piaceva fare la mamma. La sua piccola, Laura, cresceva serena e
curiosa del mondo. Vivace e intelligente. Amava che sua madre le
raccontasse fiabe e a sua madre piaceva raccontargliele. Le inventava
sul momento, le venivano così...”
Inizia
qui un vero e proprio libro dentro il libro, un riuscito esperimento
meta-narrativo, che rivela la grande capacità affabulatoria della
scrittrice, che avrebbe forse meritato un libro a sé stante, un
“libro che non c'è”, ma che meriterebbe la pubblicazione, e
sarebbe un valido strumento per l'utilizzo didattico.
Nessun commento:
Posta un commento