giovedì 29 agosto 2019

La casa liberty, un romanzo declinato al femminile


          Nuova pubblicazione di Mariangela Pasciuti


Mariangela Pasciuti ha una lunga esperienza nell'ambito della didattica e della scuola, come pedagogista, docente universitaria e formatrice dei docenti, oltre che come autrice di libri tecnici, dedicati al mondo della formazione e dell'insegnamento. Non sapevo che fosse anche una scrittrice di romanzi. Ho letto con curiosità “La casa Liberty” (Bologna, Epika edizioni, 2018) e non sono rimasto deluso. E' un libro scorrevole, ben scritto, che rivela soprattutto un'ottima conoscenza dell'animo femminile. Un aspetto, quest'ultimo, fondamentale per comprendere le vicende narrate, che seguono le diverse generazioni di una famiglia sullo sfondo della storia del '900. Una storia declinata al femminile, però, visto che le figure più rilevanti, che emergono e spiccano decisamente, sono quelle delle donne.

Il romanzo si articola così, tra storia generale e storia personale che, alternativamente, si pongono al centro della scena. A volte si tratta di grandi eventi storici, che travolgono prepotentemente le protagoniste. Si pensi, in particolare, alla figura di Anita, infermiera coraggiosa che contribuirà alla salvezza di una ragazza ebrea. Fascismo, Nazismo, Resistenza, fanno da sfondo alla vicenda, ma si tratta solo di un aspetto del libro, che non ha finalità di ricostruzione storica, quanto piuttosto quello di indagare aspetti dell'animo umano. Spesso, infatti, è la storia personale dei personaggi, forti e fragili allo stesso tempo, a diventare centrale, con i loro percorsi di vita e le loro scelte. E così Adele, protagonista principale cede il passo alle altre donne, Michela, Laura, Sara, in una spirale avvolgente in cui le loro vite si rincorrono, tra richiami e riferimenti famigliari.
E poi c'è la casa Liberty, vero elemento di raccordo, cardine attorno a cui tutto ruota, luogo di vita prima e di ricordi poi, così importante da muovere la protagonista a rivendicarne il possesso, in un percorso di recupero e riscoperta delle proprie radici.

La parte centrale del romanzo, poi, ci riserva una sorpresa: “Ad Adele piaceva fare la mamma. La sua piccola, Laura, cresceva serena e curiosa del mondo. Vivace e intelligente. Amava che sua madre le raccontasse fiabe e a sua madre piaceva raccontargliele. Le inventava sul momento, le venivano così...”
Inizia qui un vero e proprio libro dentro il libro, un riuscito esperimento meta-narrativo, che rivela la grande capacità affabulatoria della scrittrice, che avrebbe forse meritato un libro a sé stante, un “libro che non c'è”, ma che meriterebbe la pubblicazione, e sarebbe un valido strumento per l'utilizzo didattico.


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