Svolvaer
è una piccola cittadina nelle Isole Lofoten, adagiata sul circolo
polare artico. In questo paese, che ha qualcosa di fiabesco, vive
Bjarne Petersen, vecchio pescatore. Segnato dalla vita, carico di
ricordi che lo opprimono e lo attanagliano, trascina un'esistenza
solitaria, fuori dal consorzio umano. E' passato tanto tempo, ma
tutto è rimasto fermo a quel giorno. “Tutto quel tempo trascorso
nella solitudine e nella paura, emozione quest'ultima mai provata
prima di quel tragico evento, mai così potente e levigante
quantomeno”. Il giorno del naufragio, che ha segnato un tragico
spartiacque nella sua esistenza, emerge pian piano dalle pagine, e si
alterna al racconto delle vicende del presente, caratterizzate da
semplici e comuni vicende della vita quotidiana.
Il
ricordo, costante e inquietante compagno di viaggio, è mediato dalla
lettura del vecchio diario di bordo. In queste prime pagine la figura
di Bjarne assume a tratti caratteristiche epiche, quasi titaniche,
nel suo scontro con il destino malvagio e rio. Sembra di rivedere,
nella descrizione delle scene del naufragio, quasi un nuovo capitano
Achab, non in lotta con Moby Dick ma con il Fato.
Quando
l'anima entra
tra
i gorghi vorticosi,
anche
la più debole luce
acceca
gli occhi.
I
versi di Edgar Allan Poe, imparati a memoria, quasi come fossero “una
preghiera salvifica”, sembrano una metafora della figura di Bjarne,
che sembra ormai perduto alla vita. Lo stesso trascorrere del tempo,
infatti, non sembra più avere alcun senso: “Il tempo per lui aveva
ormai perso tutti i suoi significati, la sua utilità e i suoi
misteri. Pertanto, ogni ora era tarda, ogni ora era inopportuna per
qualsiasi cosa, fosse una visita o un appuntamento”.
D'altronde,
dopo la morte della moglie Hilde Marie e la fuga del figlio Edvard,
il suo stile di vita viene additato come folle e si trova escluso
quasi da tutti. Lo sottolineerà lo stesso Bjarne, con poche parole
di grande lucidità, tutt'altro che folli, che anzi andranno a
cogliere le ipocrisie di una società che non ammette le debolezze
del prossimo: “Certo, certo... bene... ad un uomo che ha perso
tutto, la sua famiglia, il suo peschereccio, la dignità della sua
vita non è concesso nemmeno di essere matto ormai, in questo mondo
piatto e buio”.
Ad
un certo punto però, Bjarne, dopo aver letto le lettere scritte dal
figlio Edvard alla sua vecchia fidanzata Krista, si pone un obiettivo
che ridarà un senso alla sua vita. Prima di morire vuole rivedere il
figlio, che oggi vive a Trondheim. Il viaggio stesso assumerà una
funzione quasi catartica, di purificazione, nel corso del quale
Bjarne conoscerà molte cose che non sapeva del figlio ed imparerà a
conoscere meglio anche se stesso.
Quando
si ritroveranno, scopriranno di avere molto in comune, forse anche
troppo. La realtà del dolore, purtroppo, non aveva ancora concluso
il suo compito e avrebbe ben presto chiesto il conto.
Un
libro interessante, Svolvaer, che denota una profonda conoscenza
dell'animo umano e dei paesaggi descritti. Una Norvegia che l'autore
conosce molte bene e che viene descritta con un linguaggio raffinato
e coinvolgente, che invita alla visita.
L'autore
del libro è Michele Bussoni. Parmigiano, fin da ragazzo si dedica
alla scrittura in tutte le sue forme: poesia, haiku, romanzi,
racconti. E' stato premiato in diversi concorsi letterari. Ha
pubblicato nel 2011 il libro “Rerum Natura” in collaborazione con
la scrittrice Chiara Taormina. Dal 2008 è co-fondatore e membro
permanente del premio letterario “Cittadella Poesia” di Parma.
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