domenica 1 marzo 2020

"Svolvaer, i fiordi del perdono", romanzo di Michele Bussoni



Svolvaer è una piccola cittadina nelle Isole Lofoten, adagiata sul circolo polare artico. In questo paese, che ha qualcosa di fiabesco, vive Bjarne Petersen, vecchio pescatore. Segnato dalla vita, carico di ricordi che lo opprimono e lo attanagliano, trascina un'esistenza solitaria, fuori dal consorzio umano. E' passato tanto tempo, ma tutto è rimasto fermo a quel giorno. “Tutto quel tempo trascorso nella solitudine e nella paura, emozione quest'ultima mai provata prima di quel tragico evento, mai così potente e levigante quantomeno”. Il giorno del naufragio, che ha segnato un tragico spartiacque nella sua esistenza, emerge pian piano dalle pagine, e si alterna al racconto delle vicende del presente, caratterizzate da semplici e comuni vicende della vita quotidiana.
Il ricordo, costante e inquietante compagno di viaggio, è mediato dalla lettura del vecchio diario di bordo. In queste prime pagine la figura di Bjarne assume a tratti caratteristiche epiche, quasi titaniche, nel suo scontro con il destino malvagio e rio. Sembra di rivedere, nella descrizione delle scene del naufragio, quasi un nuovo capitano Achab, non in lotta con Moby Dick ma con il Fato.

Quando l'anima entra
tra i gorghi vorticosi,
anche la più debole luce
acceca gli occhi.

I versi di Edgar Allan Poe, imparati a memoria, quasi come fossero “una preghiera salvifica”, sembrano una metafora della figura di Bjarne, che sembra ormai perduto alla vita. Lo stesso trascorrere del tempo, infatti, non sembra più avere alcun senso: “Il tempo per lui aveva ormai perso tutti i suoi significati, la sua utilità e i suoi misteri. Pertanto, ogni ora era tarda, ogni ora era inopportuna per qualsiasi cosa, fosse una visita o un appuntamento”.
D'altronde, dopo la morte della moglie Hilde Marie e la fuga del figlio Edvard, il suo stile di vita viene additato come folle e si trova escluso quasi da tutti. Lo sottolineerà lo stesso Bjarne, con poche parole di grande lucidità, tutt'altro che folli, che anzi andranno a cogliere le ipocrisie di una società che non ammette le debolezze del prossimo: “Certo, certo... bene... ad un uomo che ha perso tutto, la sua famiglia, il suo peschereccio, la dignità della sua vita non è concesso nemmeno di essere matto ormai, in questo mondo piatto e buio”.
Ad un certo punto però, Bjarne, dopo aver letto le lettere scritte dal figlio Edvard alla sua vecchia fidanzata Krista, si pone un obiettivo che ridarà un senso alla sua vita. Prima di morire vuole rivedere il figlio, che oggi vive a Trondheim. Il viaggio stesso assumerà una funzione quasi catartica, di purificazione, nel corso del quale Bjarne conoscerà molte cose che non sapeva del figlio ed imparerà a conoscere meglio anche se stesso.
Quando si ritroveranno, scopriranno di avere molto in comune, forse anche troppo. La realtà del dolore, purtroppo, non aveva ancora concluso il suo compito e avrebbe ben presto chiesto il conto.
Un libro interessante, Svolvaer, che denota una profonda conoscenza dell'animo umano e dei paesaggi descritti. Una Norvegia che l'autore conosce molte bene e che viene descritta con un linguaggio raffinato e coinvolgente, che invita alla visita.
L'autore del libro è Michele Bussoni. Parmigiano, fin da ragazzo si dedica alla scrittura in tutte le sue forme: poesia, haiku, romanzi, racconti. E' stato premiato in diversi concorsi letterari. Ha pubblicato nel 2011 il libro “Rerum Natura” in collaborazione con la scrittrice Chiara Taormina. Dal 2008 è co-fondatore e membro permanente del premio letterario “Cittadella Poesia” di Parma. 

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