Dire
che lo stavamo aspettando “da tempo” è un eufemismo, visto che
erano ormai 17 anni che il maestro Claudio Villa ci stava lavorando.
Qualcuno stava persino pensando che non sarebbe mai stato
concluso. E invece eccolo qui, tra le nostre mani. L'attesa è stata
ripagata tutta, perchè il volume disegnato da Villa è un piccolo
capolavoro, nel mondo della Nona Arte. Tanto grande era l'aspettativa
da far quasi dimenticare che lo sceneggiatore della storia è un
altro mito del mondo di Aquila della Notte, ossia Mauro Boselli.
Bisognerebbe
quindi dire il Texone di Villa e Boselli, se non fosse che questi
volumi di grande formato sono nati proprio una trentina di anni fa
per ospitare i più grandi maestri della china e del pennello e hanno
ospitato tanti maestri del disegno, anche stranieri, ognuno dei quali
ha dato una propria interpretazione personale del personaggio, spesso
raffigurandolo con tratti somatici ben diversi da quelli delineati in
origine, solo per fare un esempio, da Aurelio Galleppini.
Questo
non poteva accadere con Villa, perchè Tex è ormai il Tex di Villa.
La sua arte, tutti i mesi, risalta sulle copertine della serie
regolare, da cui si evince in modo straordinario la capacità di
cogliere il particolare e ritrasmetterlo con grande forza evocatica.
Nel
Texone, tutto questo si nota ancora di più, fin dalla copertina. Tex
con il winchester in pugno, il tramonto sullo sfondo, assume un
rilievo epico, quasi da eroe della mitologia greca. Lo sguardo
stesso, sicuro e deciso, mostra tutte le caratteristiche di quello
che Tex è, e resterà sempre, nel sentire dei lettori.
La
sceneggiatura di Boselli lo vede sulle tracce dei fratelli Logan, un
trio di fuorilegge che metterà a dura prova lui e i suoi pards. I
dialoghi tra Tex e Carson sono brillanti come sempre, e la storia si
dipana su temi da western classico, dove non c'è spazio per elementi
di soprannaturale o fantastico. Claudio Villa illustra la vicenda con
un andamento fatto da carrellate quasi cinematografiche, che
raggiungono il top nei primi piani alla Sergio Leone.
Lì
l'arte di Villa emerge in tutta la sua classe, con dettagli specifici
e minimali, come il sudore e le rughe di espressione del viso, che
evidenziano un lavoro certosino di cesellatura del disegno che
raramente si riscontra nel disegno popolare e che forse trova un
paragone, per quanto molto distante nello stile, in un altro Texone,
quello mitico di Magnus, “La valle del terrore”.
I richiami a Sergio Leone, a mio modesto parere, si colgono anche nella scena del duello, dove i nostri quattro pards affronteranno i quattro fuorilegge e, ancora una volta, i primi piani la faranno da padrone.
I richiami a Sergio Leone, a mio modesto parere, si colgono anche nella scena del duello, dove i nostri quattro pards affronteranno i quattro fuorilegge e, ancora una volta, i primi piani la faranno da padrone.
Che
aggiungere ancora? Non vi resta che leggerlo e farvi una vostra
opinione in merito.
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