Al secondo posto «Di cibo e di amore» di Marta Ajò. Storia di una madre e una figlia, il cui rapporto è messo alla prova attraverso il cibo, elemento centrale del loro confronto. La sfida più dura nella vita di una persona è quella di affrontare la malattia di chi si ama, se poi le protagoniste sono madre e figlia è veramente difficile. Un romanzo per capire la differenza tra insegnare ed educare. Insegnare è dare delle nozioni; educare, come fa la madre protagonista del romanzo, è dare una testimonianza. Insegnare è sapere, educare è essere e accendere una fiamma in quel difficile percorso che ha attraversato la vita della figlia. Un romanzo, per usare una frase di Kafka, che apre uno squarcio nell’iceberg delle nostre coscienze.
Pari-merito, al terzo posto, «Volevo solo avere più tempo» di Stefania Convalle. La routine quotidiana di Antonio, vedovo da diversi anni, viene sconvolta dall'acquisto di una clessidra, che innesca riflessioni malinconiche sul tempo che passa e sulla sua vita che volge al termine. In pochi giorni, Antonio si ritrova a fare i conti con la sensazione che la vita stia accelerando, realizzando che i desideri non muoiono facilmente e che, nonostante l'età, c'è ancora bisogno di tempo per coltivarli. Un tempo che perdona ma anche il tempo come ossessione, troppo lento per chi aspetta, troppo rapido per coloro che temono, troppo breve per chi gioisce, ma è eterno per chi ama e alla fine la vita è tutta qui non si misura dalla quantità di tempo che ti rimane, nè attraverso il numero dei respiri che facciamo ma attraverso quei momenti che ti lasciano senza respiro.
Pari-merito, terzo classificato: «Ho chiuso con te» di Emanuela Esposito. A Caivano, comune napoletano noto per il degrado, le gemelle Lola e Nina assistono alla violenta morte dei genitori, evento che segnerà per sempre le loro vite. Da adulte, le loro strade si dividono: Lola si trasferisce a Parigi per entrare nel mondo della moda, mentre Nina rimane a Napoli a insegnare pittura. Tuttavia, una tragica notizia costringe Lola a tornare in città, dove incontra Alessandro, un avvocato dal passato tormentato. Le loro vite si intrecciano, sospese tra passato e futuro, verità dimenticate e sentimenti inaspettati, rivelando che nessuno è ciò che sembra.
La giuria ha assegnato anche due menzioni
speciali: la prima a «La verità di Elvira. Puccini e l’amore egoista» di
Isabella Brega. Il libro è una ricerca su Puccini uomo e compositore
attraverso le lettere del compositore, della sorella, della moglie Elvira. Non
è un romanzo, ma uno spaccato sull’uomo ed il suo rapporto con l’universo femminile,
ma soprattutto sulla sua complessa relazione sentimentale con la moglie Elvira.
Un romanzo tra etica e passione; per capire che la passione senza etica è
disordine, pericolo, tristezza e l’etica senza passione è burocrazia, grigiore
assenza, unite sono una forza per il futuro, sono speranza.
L’altra menzione speciale a «Burn out di Michele di Mauro. Tre anni dopo aver smesso di operare a causa di un burn out, Marco Pacifico si è rifugiato nel suo paese natale. Un caso di suicidio-omicidio in cui il libro, attraverso una serie di colpi di scena, esplora il lato oscuro celato dai camici bianchi. Tormenti, soddisfazioni, sacrifici, rinunce, ma anche un mondo dove la passione può soccombere al potere.
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