Una
cosa che mi ha fatto molto piacere in questo periodo di triste
realtà, col presente incerto, in cui da ogni parte si parla di gravi malattie e di rischi per la salute di tutti, è stata la bella notizia che il mio scritto sui Mulini è stato molto apprezzato e gradito, e molti lo hanno letto con interesse.
A me, personalmente, è stato
chiesto di continuare a parlare di leggende e storie accadute in
passato e di cose viste realmente da molte persone; cose piuttosto
strane, che alcuni forse stenteranno a credere. Mi ha raccontato, ad
esempio, Maria Rita di Valdena che, quando lei aveva circa 15 anni,
andò un giorno a San Vincenzo a trovare sua nonna, in località
Caminà. Era verso sera. Sua madre la lasciò a San Vincenzo e disse
che tornava a casa a Valdena. La ragazza guardò verso Valdena e
vide, là dove ora si trova una grossa frana, delle luci vivissime e
tremolanti, che si muovevano avanti e indietro.
Allora Maria Rita
chiamò la nonna e le chiese: “La mamma è già arrivata di là, e
mi fa segno con la pila”. Ma la madre, che era partito da pochi
istanti, rispose: “Ma che dici mai Maria Rita? Io sono ancora
qua!”. Allora le due donne chiamarono anche la nonna e tutte e tre
videro quelle luci ballare sul fianco della montagna. Maria Rita oggi
sostiene che, secondo lei, si trattava di fuochi fatui. Sempre lei ci
racconta che allora, di notte, tanta gente vedeva luci che sembravano
“processioni” che andavano avanti e indietro. Molti fecero così
celebrare Santissime Messe, perchè pensavano che fossero i morti che
tornavano perchè avevano bisogno di preghiere di suffragio. Oggi lei
mi dice che queste luci e queste “processioni” possono essere
anche fenomeni naturali correlati alle frane che, per ben tre volte,
hanno devastato quel versante della montagna; in particolare a gas
sprigionatosi dal sottosuolo.
Un altro amico, che non vuole essere
nominato, ci racconta che anche nelle vicinanze della frana di
Pontolo, ha visto quelle luci muoversi in processione e, dopo essersi
avvicinato, gli parve di udire bisbigliare, come se fossero persone
che pregavano sottovoce.
La stessa persona ci ha raccontato di aver
visto un cane bianco che lo ha accompagnato per un tratto di strada,
per poi scomparire. Un fatto analogo mi è stato raccontato già
molti anni fa, da alcuni ragazzi di allora, che mi raccontarono a
loro volta di essere stati accompagnati da un grosso cane bianco, ma
loro, credendolo un cane qualsiasi, neanche ci badarono, dato che non
li molestava.
Però poi, dopo un tratto, quando si girarono per
cercarlo, non lo trovarono più. Un altro fatto alquanto strano mi è
stato raccontato da un uomo buono, onesto e lavoratore, ormai defunto
che, mentre si recava a una sua casella, nel primo mattino ebbe una
visione: vide una bellissima donna, di bianco vestita, venirgli
incontro. L'uomo si scansò educatamente per lasciarla passare, ma si
accorse che i piedi della donna non toccavano terra, perchè non
facevano nessun rumore sulle foglie secche. Lui pensò che fosse la
Madonna, o sua madre, che non aveva mai conosciuto, perchè era morta
quando aveva solo tre anni. Così piccolo, poiché suo padre era
stato richiamato alla guerra, aveva aiutato a crescere un fratellino
ancora più piccolo di lui.
Un'altra
persona, il signor Giorgio, oggi residente in San Rocco, mi ha
raccontato che quando era bambino, e abitava a Pieve di Campi, a lui
faceva molta impressione una strada che chiamavano la strada dei
morti. In seguito, ha scoperto che si chiamava così solo perchè lì
anticamente venivano seppelliti i morti. Sempre a Pieve di Campi,
continua Giorgio, c'è una strada strana che la gente chiama la
Strada del melo, dove molta gente racconta di aver visto l'ombra di
una persona che, quando ci si avvicina per parlargli, sparisce nel
nulla. Inoltre, conclude Giorgio, nei cimiteri, a seguito dei
fenomeni legati alla decomposizione dei morti, si vedono spesso
fiammelle, che poi svaniscono.
Un
altro fatto alquanto strano è accaduto a mia madre, che era molto
devota della Madonna; alcuni anni prima di morire, volle regalare una
bella tovaglia da mettere davanti alla Maestà dell'Immacolata
Concezione, sita in località Rovinaglia, e proprietà della famiglia
Beccarelli. Una delle notti successive, la sua camera fu illuminata
da una bianca luce splendente. Ella mi disse: “forse la Madonna ha
gradito il mio dono, e dal cielo mi ha mandato un raggio della sua
luce”.
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