lunedì 4 marzo 2024

Il nascondiglio di Anna Frank fu scoperto per “caso” o fu davvero tradita?

 


Come fu scoperto il nascondiglio di Anna Frank? La tesi più accreditata è sempre stata quella di un traditore, di una spia che ne avrebbe rivelato l'ubicazione precisa. Un mistero, da sempre irrisolto. Qualche anno fa, precisamente del 2016, la pubblicazione di uno studio del ricercatore Gertjan Broek ha gettato nuova luce sulla vicenda. Analizzando fonti già note e scovandone di nuove, giunge alla conclusione che la famiglia di Anne Frank fu scoperta per caso e non per un tradimento, come si è sempre creduto. La notizia, ritenuta valida anche dalla fondazione olandese che gestisce la casa-museo di Anna, è riferita dal sito web DutchNews, ed ha fatto rapidamente il giro delle redazioni.

Come noto a tutti, la famiglia Frank, dopo essersi rifugiata ad Amsterdam, aveva trovato rifugio in un “alloggio segreto” al numero 263 di Prinsengracht, collocato nella casa retrostante la ditta diretta dal padre Otto. L'ingegnoso nascondiglio aveva permesso a loro e ad un'altra famiglia, i van Pels, di sfuggire alla cattura dal 5 luglio 1942 al 4 agosto 1944. Qui Anne aveva tenuto il suo famoso diario, ricco di riflessioni e di considerazioni così profonde e mature da farne uno dei simboli della letteratura della memoria. Il 4 agosto 1944, come detto, il nascondiglio fu scoperto. La Gestapo fece irruzione nell'alloggio segreto, a seguito della segnalazione di una persona mai identificata. Questo, almeno, quello che si è sempre creduto. Varie le ipotesi fatte, nel corso degli anni, da storici e scrittori per identificare il delatore, che non hanno mai portato ad accuse provate.

Oggi cade anche l'unica certezza che sembrava assodata, quella che si sia trattato effettivamente di un tradimento. Lo studio di Broek rileva che la perquisizione sarebbe avvenuta nell'ambito di controlli legati all'impiego illegale di tessere annonarie, nel corso del quale la famiglia Frank sarebbe stata scovata “casualmente”. Lo studio sottolinea che alcuni degli ufficiali nazisti coinvolti non sapevano di dover cercare degli ebrei, mentre uno di loro sarebbe stato proprio operante su reati economici. Se questa fosse la verità, sconvolge il ruolo che il destino ha avuto nella conclusione della vicenda umana di Anne e della sua famiglia. Pensare che a far fallire il piano straordinario dei Frank, che stavano sfuggendo alla violenza e alla morte della shoah con il loro ingegno, sia stata una tragica “casualità” fa ancora più male. 

Nel 2022, però, l'uscita del libro "Chi ha tradito Anne Frank" di Rosemary Sullivan sembra ribaltare ancora le cose. Una serie di indagini della durata di cinque anni condotta da un team formato dal videomaker olandese Thijs Bayens, dallo storico e giornalista Pieter van Twisk, e dall'ex agente Fbi Vince Pankoke pare abbia rivelato addirittura il nome del traditore. Si chiamava Arnold van den Bergh, ed era un famoso notaio ebreo di Amsterdam. Sarebbe stato lui a rivelare il nascondiglio di Anna, giovanissima vittima dell'Olocausto resa celebre dal diario intimo scritto durante l'occupazione nazista dell'Olanda nella Seconda Guerra mondiale. Lo avrebbe fatto, si scopre quasi 80 anni dopo, per garantire la sicurezza della propria famiglia. Sarà davvero così?

Certo è che, a parte Otto Frank, nessuno di quella famiglia sopravvisse ai campi di sterminio. Ci resta il Diario della piccola Anne, che sognava di diventare un giorno scrittrice e giornalista, che ci aiuta a non dimenticare e che ci deve far riflettere, non solo il 27 gennaio.

 

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