Il ritmo di Harlem negli anni '60, una coinvolgente gangster-story
Colson Whitehead (New York, 1969), due volte vincitore del Premio Pulitzer, è ormai unanimemente considerato uno dei massimi scrittori contemporanei. "Il ritmo di Harlem” (Mondadori), non smentisce questa fama.
Non
è facile incasellare questo libro in un genere, anche perchè Whitehead ha
spaziato continuamente, nel corso degli anni, coprendo abilmente tantissimi
generi, diversissimi tra loro. Dal realismo magico alla memorialistica, dalla
satira all'horror, ogni volta attraversando i generi, reinterpretandoli alla
sua maniera e restituendoli diversi e originali. Detto questo, “Il ritmo di Harlem”
sembra avvicinarsi ad una commedia-thriller o, per essere più precisi, a quello
che in America viene definito heist, ossia “colpo”, rapina.
Una
sorta di gangster-story, insomma, ambientata a New York nel quartiere di Harlem
negli anni '60 del secolo scorso.
Il
protagonista è Ray Carney, all'apparenza un piccolo commerciante onesto che,
sgobbando e dandosi da fare, riesce a malapena a sbarcare il lunario, vendendo
vecchi mobili su 125th Street. Mantenere la sua famiglia, per Ray, è
quello che conta davvero, anche se questo talvolta significa prestarsi a fare
da ricettatore. D'altronde in quel quartiere, in quegli anni, il confine tra
onestà e delinquenza è alquanto labile: “Carney poteva essere un tantino
disonesto, ma non era certo un delinquente, nella pratica come nelle ambizioni.
Se trasformare in merce legale quella roba acquisita illecitamente gli faceva
provare un brivido, una scarica nel sangue come se si fosse attaccato a una
presa di corrente, era una sensazione che riusciva a tenere sotto controllo”.
D'altronde,
per anni i delinquenti erano stati una presenza costante nella sua vita, visto
che suo padre era stato uno dei criminali più in voga nel quartiere. Ma ora,
Ray cercava di mantenere un atteggiamento, almeno all'apparenza, onesto e
corretto.
Dietro
la facciata, tuttavia, era necessario adeguarsi alle regole non scritte del
quartiere, che erano fatte di “pizzo” da pagare, bustarelle che circolano tra
negozianti, criminali e la stessa polizia: “C'è una circolazione, un movimento
di bustarelle che manda avanti la città. Il signor Jones, che ha una ditta,
deve spargere l'amore, dare una bustarella a questa persona, a un'altra
persona, a qualcuno nel distretto di polizia, in un altro posto ancora, così
tutti avranno un assaggio”.
La superficialità del cugino Freddie farà precipitare le cose. Quest'ultimo, infatti, si troverà coinvolto in una grande rapina allo storico Hotel Theresa di Harlem. Con lui entreranno in scena una serie di brutti ceffi, come il gangster Chick Montague, noto per la sua abilità con il rasoio, e Miami Joe, con i suoi eleganti completi viola. Freddie tirerà in ballo anche Ray e lo coinvolgerà in una brutta vicenda, dove la vita umana non avrà più alcun valore.
Sullo
sfondo, ma sempre ben presente nei pensieri di tutti, c'è l'America di allora,
“grande e segnata da vergognose chiazze di violenza e intolleranza razziale”.
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