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La città di Leonia: Calvino prefigurava la crisi ambientale

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  “Il pattume di Leonia a poco a poco invaderebbe il mondo, se sullo sterminato immondezzaio non stessero premendo, al di là dell'estremo crinale, immondezzai d'altre città, che anch'esse respingono lontano da sé montagne di rifiuti. Forse il mondo intero, oltre i confini di Leonia, è ricoperto da crateri di spazzatura, ognuno con al centro una metropoli in eruzione ininterrotta”. Queste parole sono tratte da un romanzo di Italo Calvino, “Le città invisibili”, e sembravano quasi prefigurare, mezzo secolo fa, il mondo odierno. Calvino si spingeva ancora oltre, andando a immaginare la progettazione   di materiali nuovi, praticamente indistruttibili e difficili da smaltire. Il pensiero corre alla plastica che oggi ci sommerge e da cui non sappiamo difenderci: “Aggiungi che più l'arte di Leonia eccelle nel fabbricare nuovi materiali, più la spazzatura migliora la sua sostanza, resiste al tempo, alle intemperie, a fermentazioni e combustioni”. Leggere i classici riserv...

Il ritmo di Harlem negli anni '60, una coinvolgente gangster-story

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  Colson Whitehead (New York, 1969), due volte vincitore del Premio Pulitzer, è ormai unanimemente considerato uno dei massimi scrittori contemporanei. "Il ritmo di Harlem” (Mondadori), non smentisce questa fama. Non è facile incasellare questo libro in un genere, anche perchè Whitehead ha spaziato continuamente, nel corso degli anni, coprendo abilmente tantissimi generi, diversissimi tra loro. Dal realismo magico alla memorialistica, dalla satira all'horror, ogni volta attraversando i generi, reinterpretandoli alla sua maniera e restituendoli diversi e originali. Detto questo, “Il ritmo di Harlem” sembra avvicinarsi ad una commedia-thriller o, per essere più precisi, a quello che in America viene definito heist , ossia “colpo”, rapina. Una sorta di gangster-story, insomma, ambientata a New York nel quartiere di Harlem negli anni '60 del secolo scorso. Il protagonista è Ray Carney, all'apparenza un piccolo commerciante onesto che, sgobbando e dandosi da fare, rie...

Seconda chance a New York e galeotta fu... la Grande Mela

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Capita, a volte, di trovarsi tra le mani un libro che si legge in un soffio, accompagnati dalla gradevolezza della storia e dalla levità della scrittura dell'autore. In questi casi è probabile che le pagine scorrano anche troppo alla svelta, e si resti con l'amaro in bocca, perchè si vorrebbe leggerne ancora. Romanzi del genere lasciano un ottimo ricordo. Mi è accaduto nei giorni scorsi con il volume “Seconda chance a New York” di Monica Talea . Un nome d'arte, questo, dietro cui si cela Monica Cucurnia. Nata a Viareggio, dopo la laurea in Lettere Classiche ad indirizzo Archeologico, si è dedicata alla carriera di giornalista, ed ha collaborato con quotidiani ed emittenti televisive private locali. Come scrittrice è al suo secondo romanzo, dopo l'esordio con il libro “La borsa rossa” (2014). “Seconda chance a New York” è un romanzo che mette in scena l'imprevedibilità del caso e gli scherzi del destino, che quasi quasi si diverte e giocare con le vite ...