Filinnio, la prima "non morta" della storia della letteratura

 



L’antico scrittore Flegonte di Tralle (II secolo d.c.) nel suo «Libro delle meraviglie» racconta una vicenda inquietante, a mezzo tra la leggenda metropolitana e il racconto di fantasmi, che ha per protagonista Filinnio, una «non morta» ante-litteram. Questo libro rientra in un genere particolare, che nell’antichità mirava a raccogliere meraviglie naturali o, talvolta, soprannaturali. Qualcuno ha parlato della prima Vampira della letteratura, anche se del vampiro ha ben poche caratteristiche. Ecco il racconto:

 

Ipparco, un magistrato della città greca di Anfipoli, non lontano dall'odierna Salonicco, aveva informato il suo superiore di un fatto incredibile che era accaduto qualche tempo prima. Una ragazza, di nome Filinnio, era morta prematuramente dopo le nozze. I genitori Carito e Demostrato, disperati, l'avevano sepolta nella tomba di famiglia.  Sei mesi dopo, però, la fanciulla misteriosamente era risorta dalla tomba e, durante la notte, era ritornata nella propria casa. Lì, però, si trovava casualmente, come ospite, un bellissimo giovane di nome Macate. Non conoscendo la ragazza morta, non si era affatto spaventato e anzi non aveva sospettato nulla quando Filinnio era entrata nella sua stanza spacciandosi per la figlia dei vicini di casa. Gli aveva detto di averlo visto e di essersi subito innamorata di lui, per cui era giunta lì all'insaputa dei genitori. Il ragazzo non si era fatto troppe domande e i due avevano trascorso una notte d'amore. All’alba, però, la ragazza era scomparsa misteriosamente. Macate e l’amata avevano poi passato una seconda notte insieme e si erano anche scambiati dei pegni d’amore. Lui le aveva dato un anello di ferro e una coppa e lei aveva ricambiato con un anello d'oro e la propria fascia pettorale (l'antenata del reggiseno). Nel corso di quel secondo incontro notturno, la nutrice della ragazza morta, che girava per la casa perché non riusciva a prender sonno, si era accorta che nella stanza dell'ospite c'era qualcuno. Curiosa, spiando dal buco della serratura, aveva visto che la ragazza assomigliava in modo straordinario alla sua padroncina defunta. La vecchia corse ad avvertire i genitori che, però, non le volevano credere. Quando alla fine si erano decisi ad andare a controllare, ancora una volta la giovane se n’era già andata. Parlando con il ragazzo, Macate gli mostrò i due oggetti che la ragazza gli aveva lasciato e che i genitori, con sgomento, riconobbero. Il giovane, per nulla spaventato, non credendo di aver avuto certo a che fare con una morta, pensò che l'anello e l'indumento della ragazza fossero stati rubati dalla sua tomba da qualcun altro e poi entrati per caso in possesso dell’ignara fanciulla che veniva a visitarlo di notte. Comunque alla fine Macate, di fronte alle insistenze dei genitori, aveva consentito ad avvertirli quando quella stessa sera, come d’accordo, la ragazza sarebbe tornata. Qualche ora dopo, al momento convenuto, i genitori e il figlio avevano fatto irruzione e avevano riconosciuto senza alcun dubbio che la ragazza era proprio lei, Filinnio che, però, li rimproverò aspramente, dicendo che le avevano impedito di trascorrere la terza notte d’amore con l’amato. A quel punto cadde morta all'improvviso di fronte ai loro occhi. La notizia, così strana e inquietante, si diffuse in un lampo, sconvolgendo l'intera città di Anfipoli. I cittadini, anzitutto, vollero verificare se nella tomba della ragazza morta ci fosse ancora il cadavere. Un'ispezione al sepolcro di famiglia rivelò però un sarcofago vuoto sul quale,  emblematicamente, erano appoggiati i doni che Macate le aveva fatto. Era la prova che la ragazza misteriosa era veramente una «non morta» che, di giorno, tornava a dormire nella tomba ma ne usciva la notte. Tutti spaventati, non sapevano cosa fare. L'unico a non avere dubbi fu l’indovino Illo che prescrisse di bruciare il cadavere di Filinnio fuori dai confini della città e di compiere sacrifici espiatori agli dei. Il giovane Macate, sconvolto, poco tempo dopo si suicidò.

(tratto da «L’Antropologia del mondo antico» a cura di Maurizio Bettini, Il Mulino, 2025)


Commenti

Post popolari in questo blog

I grandi incipit della letteratura: "La luna e i falò" di Cesare Pavese

Curiosità storiche: Erik il rosso e la scoperta dell'America

Curiosità storiche: Teodora, da attrice a imperatrice