lunedì 14 ottobre 2024

Miseria nera di Paul Verlaine: scritti inediti del poeta francese

 


Oggi vi voglio parlare di "Miseria nera", un volume che raccoglie due scritti inediti del poeta Paul Verlaine, "Mes hopitaux" e "Quinze jours en Holland". Il volume fa parte della collana "I grandi inediti" di Edizioni della Sera, che ci ha già proposto letture da Bram Stoker e Jules Janin, e che ci permette ogni volta di approfondire la nostra conoscenza dei classici con proposte originali e frutto di un appassionato lavoro di ricerca. Da rimarcare, soprattutto, il fatto che ci ricordi sempre che i classici non sono realtà cristallizzate in un canone fisso, ma semmai in costante divenire. Una storia fatta di autori che entrano ed escono, a seconda delle epoche, che vengono dimenticati e poi ritornano alla ribalta. In questo quadro confuso e non definito, è un bene che gli editori si facciano portatori di idee, raccogliendo e proponendo nuovi testi o recuperandone altri usciti dal catalogo.

Analogo ruolo possono avere, in questo senso, anche i social, quando gli utenti vengono opportunamente stimolati da hashtag a tema. Si pensi al successo di #classicidaleggere, che qualche anno fa ha costruito una sorta di canone basato sui giudizi dei lettori comuni.

Nel caso in questione, questo libro di Paul Verlaine è utile per comprendere meglio la figura del poeta francese ed è senza dubbio un classico "da leggere". Verlaine, in queste pagine, si smarca dall'immagine ormai consolidata di poeta maledetto, a cui si deve la definizione di decadentismo, contenuta nella sua famosa poesia "Languore", e nel verso emblematico "Sono l'impero alla fine della decadenza". Allo stesso modo si allontana un po' dall'immagine di bohemien, amante di Arthur Rimbaud, per cui aveva abbandonato la moglie.

Non che questi aspetti vadano negati o rinnegati, ma dalle pagine emerge una personalità molto più complessa, ben difficile da catalogare o valutare all'interno di una scuola o di un movimento letterario. Anche perchè lo ritroviamo qui in veste di prosatore e non di poeta, e ci consegna una prosa ironica, spesso divagante, ma ricca di cultura. Scritti in terza persona, questi racconti vagano tra l'esperienza di paziente d'ospedale e quella di viaggiatore e conferenziere. Il poeta, come spesso si definisce, non si prende troppo sul serio, e ci racconta anche certe dinamiche della società del tempo, le rivalità letterarie, il successo a cui non corrisponde un'adeguata retribuzione, ma anzi anni di "miseria nera" e di disperazione.


Traduzione e cura del volume sono di Michela Landi, docente di Letteratura francese all'Università di Firenze, che ho conosciuto a Parma in occasione della presentazione del volume.

(Rielaborazione di un articolo che ho scritto per il blog Letture social de L'Espresso nel 2017)

Nessun commento:

Posta un commento