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Sui social si parla di libri: intervista a Massimo Beccarelli su "Gazzetta di Parma"

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Lo scorso 15 ottobre sono stato a Parma, su invito di Andrea Violi, giornalista della “Gazzetta di Parma”, per un'intervista nella redazione di via Mantova. L'argomento dell'intervista è stata la mia attività sui social, e in particolare il lancio degli hashtag culturali che mi impegna ormai da diversi anni. Il più famoso, come molti di voi sanno, è stato #classicidaleggere, ma si possono ricordare anche #bibliotecaideale, #twittamiunlibro e tante altre proposte culturali che hanno sempre riscosso un buon gradimento tra gli utenti di twitter. Ne hanno parlato anche diversi quotidiani e settimanali nazionali, come “Il Corriere della Sera”, “Panorama” e “Vanity Fair”, oltre alla “Gazzetta di Parma” che, fin dagli inizi, ha dato risalto alle mie iniziative. Qualcuno ha scritto che sono stato uno dei primi a “fare cultura su twitter” in Italia e, in effetti, quando ho iniziato la mia attività, erano ben pochi gli esempi analoghi in giro sul social. Oggi twitter è cambi...

Un'intervista in cui parlo del Premio letterario "La Quara"

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Due giorni fa si è tenuta la cerimonia conclusiva della 5^ edizione del premio letterario "La Quara". Un premio di cui sono stato l'ideatore nel 2014. Nei prossimi giorni vi fornirò un resoconto più dettagliato del pomeriggio del 25 agosto, ma oggi vi voglio proporre il link a un'intervista che mi è stata chiesta dal blog del premio.  Poche, significative domande per ricordare come tutto è iniziato, i successi di questi anni e le prospettive per il futuro. Rispondere mi ha riportato alla mente, in una rapida carrellata, tanti piccoli e grandi episodi di questi anni, dall'idea originaria, accolta con grande entusiasmo da tutti, alle difficoltà nel reperire i primi sponsor. Cinque anni che sono volati, con un unico comun denominatore, la passione determinante e bruciante per la cultura e la lettura, che ci hanno portato fino a qui. Ma ora, lasciamo spazio all'intervista che potete leggere integralmente cliccando qui sotto: Presente, passato e futur...

Sulle tracce di Ettore Petrolini, grande attore dei primi del '900

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In questi giorni di fine agosto, mettendo ordine nella libreria di casa (impresa titanica, che non concludo mai!) mi è venuto tra le mani un libricino della vecchia serie "100 pagine - 1000 lire" della Newton Compton dedicato al grande attore Ettore Petrolini: "Macchiette, lazzi, colmi e parodie". Il ritrovamento del libricino, acquistato ai tempi dell'Università, è stato l'occasione per rileggerne i contenuti e, visto che mi sono accorto di conoscere poco Petrolini, per cercare di approfondirne l'opera.  Adorato dal pubblico dei suoi tempi, come spesso accade, oggi è quasi dimenticato, anche se sono moltissimi gli attori che lo citano tuttora, mettendo in scena alcuni dei suoi personaggi più grandi. A mo' d'esempio, basti citare Gigi Proietti che, anche nel recente programma televisivo "Cavalli di battaglia", ha dimostrato quanto si ispiri all'opera di Petrolini. Ettore Petrolini, nato a Roma nel 1884, è stato il maggiore e...

I grandi incipit della letteratura: Cent'anni di solitudine di G. García Márquez

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Voglio riprendere oggi, cari lettori, la tradizionale rubrica del "Lettore di provincia" dedicata ai grandi incipit della letteratura. Lo spirito della rubrica è sempre lo stesso, quello di proporre le prime battute di un capolavoro della letteratura mondiale che, per diverse ragioni, ha entusiasmato i lettori attraverso le generazioni. Classici tra i classici, che molti di voi avranno già letto integralmente, ma che fa sempre piacere riprendere in mano. Un invito alla lettura caloroso, invece, per chi ancora non ha avuto l'occasione di sfogliarli. Oggi vi propongo "Cent'anni di solitudine" di G. Garc í a M á rquez. Pubblicato nel 1967, scritto nell'arco di 18 mesi, ma meditato per 15 anni, è un libro complesso, ma con i tratti tipici del capolavoro. Un linguaggio portentoso e un'invidiabile fantasia sostengono M á rquez nella creazione della città di Macondo, vero paradigma della solitudine, che vive e cresce avvinghiata alle vicende della ...

La Verità sul Codice Da Vinci

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Bart D. Ehrman, illustre storico americano, ci aiuta a svelare i segreti del libro                                                                 Forse sarà capitato anche a voi, e allora mi capirete al volo, ma spesso per me i giorni di fine estate sono quelli in cui, dopo le dovute vacanze, pian piano mi preparo a rimettermi all'opera e lo faccio spesso mettendo ordine nei cassetti della scrivania e... del computer. E così, facendo pulizia tra le mail e le cartelle, capita che saltino fuori pezzi scritti tempo fa che, per qualche ragione, non ho mai pubblicato sul blog e sono stati letti solo dai lettori di qualche giornale locale. Talvolta si tratta di argomenti di carattere strettamente contingente che, a distanza di tempo, risulterebbero indigesti, altre volte invece si tratta di recensioni o commenti a libri che...

I grandi incipit della letteratura: Pinocchio di Carlo Collodi

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Cari amici del Lettore di Provincia, riprendiamo oggi con una nuova puntata dei "grandi incipit letterari". Una rubrica molto amata dai nostri lettori, e se ne comprendono facilmente le ragioni. Spesso fin dalle prime pagine di un libro si coglie la grandezza del volume che abbiamo tra le mani. Sono pagine che restano impresse nella memoria e formano il nostro bagaglio culturale. Oggi vi voglio presentare l'incipit, famosissimo, di "Pinocchio" di Carlo Collodi. Uscito a Firenze nel 1883, il titolo completo del libro è "Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino". Ritenuto da sempre un classico della letteratura per ragazzi, nasconde molteplici interpretazioni ed è un'azzeccata metafora della condizione umana. Un libro da rileggere da adulti, senza dubbio. Spero che rileggerne l'incipit vi faccia venire questo desiderio. Io lo sto rileggendo in questi giorni! Come andò che Maestro Ciliegia, falegname, trovò un pezzo di ...

Curiosità storiche: La Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina

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La figura importante, eppure poco nota, di Olympe de Gouges  Tutti conoscono la “Dichiarazione dei Diritti dell'uomo e del cittadino” (26 agosto 1789), uno degli elementi fondamentali e caratterizzanti del percorso della Rivoluzione Francese. Una dichiarazione di carattere universale, che fa riferimento a diritti che spettano ad ogni cittadino francese, sì, ma anche ad ogni uomo in generale. Uno scritto che si ispirava alla Dichiarazione d'indipendenza degli Stati uniti d'America e che fissava principi basilari e ancora oggi imprescindibili. All'art. 1, ad esempio, si affermava che gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali nei loro diritti. All'art. 2, invece, si chiariva che i diritti naturali dell'uomo sono la libertà, la proprietà, la sicurezza e la resistenza all'oppressione. Di fronte a questo progressivo affermarsi dell'uguaglianza dei diritti, nella Francia rivoluzionaria, anche le donne manifestarono sempre più il desiderio di ...

Tra leggenda e realtà: Nola e le "caselle"

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Racconto di Rita Santini Se mi appresto a scrivere, oggi, è perché vari amici di infanzia mi hanno pregato di farlo e io ben volentieri li accontento, sperando anch’io come loro di rivivere l’incanto di ciò che i nostri monti, con le loro meraviglie, suscitano nel nostro animo. Dove mi reco si potrebbe raggiungere anche in fuoristrada, ma preferisco andare a piedi per soffermarmi maggiormente e godere di ciò che la natura mi offre. Parto un giorno, sola, e dopo varie ore di cammino mi ritrovo su in alto sopra la macchia di Albareto e di Rovinaglia e poi su su fino al confine dei Due Santi. È incantevole l’ambiente, e mi invita alla preghiera, incontro fiori di straordinaria bellezza, farfalle di vari colori, animaletti veloci che mi attraversano la strada, mi sembrano puzzole o scoiattoli. In lontananza vedo un lupo, forse randagio, che al sentore dei miei passi fugge veloce, accompagnato dal canto di uccelli dai colori variopinti. Mi viene incontro un gruppo di cinghiali, rum...

"Figli dello stesso fango", spaccato di un'epoca di vuoto esistenziale

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Romanzo di Daniele Amitrano, pubblicato da 13 Lab Editore “Figli dello stesso fango” di Daniele Amitrano (13lab editore) è un libro che ho finito di leggere da poco e che mi ha molto colpito, fin dalla copertina, molto cruda ma indicativa della vicenda narrata. Anche le prime battute del romanzo sono dure e lapidarie, e prendono le mosse da una telefonata tragica: “E' morto! Lo hanno trovato a terra nella stazione di Formia. Overdose di eroina”. Quelle parole investono senza preavviso Andrea Amato, giornalista di successo a Milano, e lo fanno ritornare indietro nel tempo, quando era solo un ragazzo che lavorava allo stabilimento di Scauri, piccola località balneare del basso Lazio. Una pagina del passato, che si pensava chiusa per sempre, si riapre invece con forza. Prende le mosse da qui un lungo flash-back che ci riporta a dieci anni prima, al 1999. Amitrano rievoca le atmosfere di quel periodo, che gravitano intorno allo stabilimento di Scauri, dove Andrea lavora, la ...

Un serial killer sulle tracce dei protagonisti del libro "Cuore"

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Ho già avuto modo, sulle pagine di questo blog, di trattare de "Le Storie", una serie di fumetti della Sergio Bonelli editore che, negli ultimi tempi, sta presentando ai lettori vari numeri incentrati su personaggi del mondo letterario. Agatha Christie, Isaac Asimov , Sherlock Holmes , sono solo alcuni dei grandi autori rivisti e riproposti, in un gioco piuttosto raffinato e divertente. Oggi vi voglio parlare dell'ultimo numero, attualmente in edicola, che vede all'opera il famigerato Cesare Lombroso sulle tracce di un serial-killer "specializzato" nell'uccisione degli ex-protagonisti del libro "Cuore" di Edmondo de Amicis.  Lo scienziato Cesare Lombroso, famoso per aver espresso delle teorie che correlavano la forma del cranio e la presenza di particolari caratteristiche anatomiche alla predisposizione alla delinquenza e al crimine, è il protagonista de "Il cuore di Lombroso". L'idea di un Lombroso nelle vesti di detect...

Poesia in musica: "L'anno che verrà" di Lucio Dalla

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Cari amici di "Lettore di Provincia", un altro anno sta giungendo al termine  e vi voglio dedicare una canzone a tema. Come sempre si tratta di vera poesia in musica. Lucio Dalla ci aveva abituato a contenuti alti e profondi, e gli abbiamo già dedicato un post . Questa canzone vide la luce nel 1979, alla fine di un decennio martoriato dagli anni di piombo, e quindi assumeva allora anche una connotazione politica. Quel "continuare a sperare" faceva venire i brividi.  Come sempre, vi propongo il testo e la canzone.  Auguri di buona fine e miglior principio d'anno.  Speriamo che il 2018 sia un anno buono per tutti! L'anno che verrà Caro amico ti scrivo così mi distraggo un po' e siccome sei molto lontano più forte ti scriverò. Da quando sei partito c'è una grossa novità, l'anno vecchio è finito ormai ma qualcosa ancora qui non va.  Si esce poco la sera compreso quando è festa e c'è chi ha messo dei sacchi di sabbia v...

L'inafferrabile tesoro

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Leggende borgotaresi - a cura di Rita Santini Una volta si sentiva spesso parlare di tesori. Il più famoso, di cui sono a conoscenza, si trovava al confine tra Borgotaro e Rovinaglia. Durante il periodo invernale, in cui ci riposavamo dal duro lavoro nei campi, la sera, raccolti attorno al focolare, i grandi raccontavano storie e leggende a volte piacevoli, ma spesso tetre, come questa, che a me faceva molta impressione, perché essendo piccola, allora, il diavolo mi ispirava terrore. Ancora di più questa, perché questo luogo era vicino al mio podere. La leggenda raccontava di un uomo che ricercava un tesoro e, in quel boschetto, il tesoro c’era davvero. Quel signore si era recato in quel posto e aveva incontrato un uomo scuro, strano, enigmatico, che lui non conosceva. Gli disse che, appena possibile, avrebbe dovuto raccogliere quel tesoro senza proferire parola, altrimenti il tesoro sarebbe scomparso. L’uomo promise che non avrebbe parlato con nessuno. La notte seguente, egli...

Il famoso drago della Val Tarodine

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Leggende borgotaresi - a cura di Rita Santini Esiste, sotto la chiesa di San Vincenzo, lungo la strada che porta a Valdena, che confina col fiume Tarodine, una grotta visibile ancora oggi quando il fogliame lo consente. Sembra un antro, che dal ventre della montagna si apre semi-nascosto tra i rovi. È una grossa caverna, e la fantasia popolare racconta una leggenda che si snoda attraverso i secoli ed è giunta fino ai giorni nostri; si è parlato sovente di un grosso serpente con sette teste e diverse code. Sulle teste si racconta che avesse delle grandi creste che lo facevano assomigliare a un drago. Questo pauroso animale sarebbe uscito spesso alla chetichella, dimostrandosi ghiotto di galline e qualunque altro animale riuscisse a rapire e mangiare. Qualcuno, meno credulone degli altri, pensava che si trattasse di una o più volpi, o volpine, che affamate venivano a rifocillarsi nei pollai nei lunghi e rigidi inverni.  Allora, alcuni uomini coraggiosi decisero di entr...

"La città che inizia per U" di Paolo Medeossi

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Un angioletto del Tiepolo ci accompagna alla scoperta di Udine "Questa è U, piccola e leggermente misteriosa se vuole, sconosciuta ai più, con qualche guizzo d'ironia e di stranezza. Io adesso cercherò di raccontarvela avendo un po' di esperienza al riguardo e dopo aver letto qualcosa nel frattempo". A parlare è un angioletto del Tiepolo, che il grande artista dipinse nella cappella del Santissimo Sacramento della Cattedrale di Udine e che è la nostra guida, preparata e anche ironica.  Già, perchè U è Udine , in un gioco a carte scoperte voluto dall'autore "per non dare troppa enfasi ed ufficialità al racconto". Non si tratta di una guida turistica, tutt'altro, perchè non si rivolge solo agli aspetti belli e suggestivi, tralasciando gli altri. Piuttosto di un viaggio alla ricerca dell'anima più profonda della città, fatta anche di piccoli episodi e piccoli segni, che può cogliere solo l'osservatore più attento. Una città schiva...

Buon Natale da "Lettore di Provincia!"

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Gesù è nato, poesia della nostra collaboratrice Rita Santini per farvi tanti auguri!    Gesù è nato In un grande ospedale, notte buia, triste, preoccupata, poi Lui è nato. A mezzanotte, come un angelo, un dottore dalla porta è entrato, portandomi un lieto annunzio. Va tutto bene, a casa domani puoi tornare. A quella voce, di soprassalto, dal letto, mi son destata. Che gioia ho provato! Subito ho pensato al Bimbo che è nato. Una luce splendente nelle tenebre, un piccolo volto adorato. Dunque, il Salvatore, anche per me, è nato. E' la notte di Natale, il miracolo, inatteso, è arrivato, nel mio cuore una gioia smisurata, che ringrazia, adorando il figlio di Dio, Gesù, appena nato. E che annunzia felice, a tutto il mondo, che il Signore, amante della vita, è nato. Rita Santini, borgotarese, ha pubblicato poesie su giornali e periodici locali dell'Emilia Romagna, come “L'Araldo della Madonna di San Marco”, il “Lu...