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Storia di una via di Borgotaro: via Cassio

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  Spesso capita, girando per le strade del Borgo o di altri paesi, di chiedersi il perchè dell'intitolazione delle vie ad un determinato personaggio o ad una particolare data. Se l'intitolazione di una piazza a Cavour o Garibaldi non ci crea particolari problemi, e lo stesso si può dire per una data come il IV novembre, altre possono creare qualche dubbio. Pensate, per fare un esempio, a via Cassio. Via Cassio è una via un po' particolare: è quella che ha, forse, la più alta densità di negozi del paese; è la via della "International Movida"; ha un proprio "Sindaco"; è, insomma, una delle vie più importanti e conosciute del nostro Borgo. Eppure, come spesso accade, pochi conoscono il personaggio a cui è intitolata. Clemente Alberto Cassio (nato a Borgotaro nel 1669) era un canonico, dottore in legge e distinto archeologo. Le notizie su questo personaggio sono piuttosto scarse, e non si conoscono particolari episodi della sua vita. Sappiamo che fu cano

I grandi incipit della letteratura: "Orgoglio e pregiudizio" di Jane Austen

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  È cosa nota e universalmente riconosciuta che uno scapolo in possesso di un solido patrimonio debba essere in cerca di una moglie. E benchè poco sia dato sapere delle vere inclinazioni e dei proponimenti di chi per la prima volta venga a trovarsi in un ambiente sconosciuto, accade tuttavia che tale condizione sia così saldamente radicata nelle menti dei suoi nuovi vicini da indurli a considerarlo fin da quel momento legittimo appannaggio dell’una o dell’altra delle loro figlie. «Caro Mr Bennet» disse un giorno una signora al marito, «sapete che Netherfield Park» è finalmente affittato?» Mr Bennet rispose che non lo sapeva. «Ma sì» insistette lei. «Mrs Long è passata di qui, poco fa. È stata lei a raccontarmi tutto». Mr Bennet non fece commenti. «Insomma, non volete sapere chi l’ha preso in affitto?» esclamò a questo punto sua moglie cominciando a perdere la calma. «Visto che ci tenete a raccontarmelo non sarò io a impedirvelo, cara». Tanto bastò per incoraggiarla. «Ecco, caro, vedete

"La regola dei cinque secondi" di Mel Robbins

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  La recensione della nostra collaboratrice "Amore moda e fantasia" « La regola dei 5 secondi » di Mel Robbins, edito da Sperling & Kupfer nel 2018, è un best seller internazionale. Quando la nostra mente, in momenti di dubbio, incertezza, ansia, paura ci impedisce di andare oltre e di fare la cosa giusta, si può ricorrere al metodo del « fallo e basta » per prendere le decisioni migliori e non rimandare più. Questo è il segreto che Mel Robbins applica in tutti i settori della vita, sia personale che professionale. Un libro motivazionale sul coraggio quotidiano che possiamo trovare solo in noi stessi; solo così possiamo realizzare i nostri sogni. Non si tratta di una magia, ma di scienza; è una tecnica cognitiva, inventata in un momento delicato della sua vita in cui tutto andava male e con lei ha avuto successo. Mel Robbins è una commentatrice della CNN pluripremiata, autrice americana di bestseller, nonché avvocato penalista e fondatrice di una società di tecnologia

Dante Alighieri poneva all'Inferno i diffusori di “fake news” ante-litteram

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  Vien da dire che l'animo umano, anche nel corso dei secoli, non è cambiato poi così tanto se, già nell'Inferno di Dante, vengono condannati i propagatori di “fake news”. Il “Sommo poeta”, ovviamente, non usa questi termini, ma parla propriamente di “falsari di parola”. Siamo nella decima bolgia dell'ottavo cerchio (Malebolge), dove vengono puniti i falsari. I canti sono il XXIX e il XXX dell'Inferno. Sono divisi in quattro gruppi, ovvero i falsari di metalli (alchimisti), di persona, di parola e di monete. Veniamo dunque ai “falsari di parola”, che sono quelli che ci interessano. Come spesso accade nella “Divina Commedia”, vengono presentati da un altro personaggio, Mastro Adamo, a cui Dante chiede notizia di loro. Mastro Adamo era un falsario “di metalli” e dovrebbe trattarsi, presumibilmente, di un artigiano inglese vissuto a Bologna intorno al 1270 che fu istigato dai suoi padroni, i Conti Guidi di Romena, a falsificare il fiorino di Firenze. Con questa accusa fu

Carosello, ovvero alle origini del concetto di “Influencer”

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  Al giorno d'oggi, quando parliamo di “Influencer” intendiamo un soggetto in grado di influenzare opinioni e comportamenti altrui, in ragione di diversi fattori come autorevolezza, reputazione, specifiche competenze. Il fenomeno, di per sé sotto gli occhi di tutti, è esploso con il diffondersi dei social media ed ha creato vere e proprie star del web, come Chiara Ferragni o Khaby Lame. In certi casi si arriva alla creazione di brand milionari. Molti giovani cercano di ripercorrere questa strada, alla ricerca del facile successo ma spesso questi fenomeni non sono improvvisati, ma hanno dietro il lavoro di veri e propri esperti di marketing che li assistono e li consigliano. L'argomento è stato ampiamente affrontato sui giornali e anche in specifiche pubblicazione. Si pensa spesso, però, che sia un fenomeno strettamente contemporaneo, senza considerare che l'idea del personaggio che possa influenzare il pubblico al consumo o all'acquisto di un particolare prodotto

Cadrò, sognando di volare: sulle orme di Marco Pantani

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  Da un po' di tempo mi ero ripromesso di leggere il libro di Fabio Genovesi, “Cadrò, sognando di volare” (Mondadori). Sapere che parlava anche di Marco Pantani mi attirava molto, da un lato, ma era anche forse la ragione per cui, da molto, forse troppo tempo, rimandavo la lettura. Il Pirata è stato un vero mito per la mia generazione e la sua vicenda umana, a distanza di anni, non mi lascia ancora indifferente. Gli anni tra il 1998 e il 2000, in particolare, quelli del Pantani atleta al vertice della carriera, li ricordo nitidamente e credo siano scolpiti nella memoria di tutti gli italiani appassionati di ciclismo. L'accoppiata Giro-Tour prima, la cavalcata trionfale del '99, interrotta sul più bello, e soprattutto il grande ritorno al Tour del 2000, quando riuscì a staccare in un'occasione persino Lance Armstrong, sono rimasti lì, nel cuore di noi tifosi. Gli ultimi anni della sua vita e il suo tracollo personale e umano fanno ancora male. E così, il libro di G

Il ritmo di Harlem negli anni '60, una coinvolgente gangster-story

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  Colson Whitehead (New York, 1969), due volte vincitore del Premio Pulitzer, è ormai unanimemente considerato uno dei massimi scrittori contemporanei. "Il ritmo di Harlem” (Mondadori), non smentisce questa fama. Non è facile incasellare questo libro in un genere, anche perchè Whitehead ha spaziato continuamente, nel corso degli anni, coprendo abilmente tantissimi generi, diversissimi tra loro. Dal realismo magico alla memorialistica, dalla satira all'horror, ogni volta attraversando i generi, reinterpretandoli alla sua maniera e restituendoli diversi e originali. Detto questo, “Il ritmo di Harlem” sembra avvicinarsi ad una commedia-thriller o, per essere più precisi, a quello che in America viene definito heist , ossia “colpo”, rapina. Una sorta di gangster-story, insomma, ambientata a New York nel quartiere di Harlem negli anni '60 del secolo scorso. Il protagonista è Ray Carney, all'apparenza un piccolo commerciante onesto che, sgobbando e dandosi da fare, rie

I grandi incipit della letteratura: Se una notte d'inverno un viaggiatore

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  Stai per cominciare a leggere Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino. Rilassati. Raccogliti. Allontana da te ogni altro pensiero. Lascia che il mondo che ti circonda sfumi nell’indistinto. La porta è meglio chiuderla; di là c’è sempre la televisione accesa. Dillo subito, agli altri: «No, non voglio vedere la televisione!» Alza la voce, se no non ti sentono: «Sto leggendo! Non voglio essere disturbato!» Forse non ti hanno sentito, con tutto quel chiasso; dillo più forte, grida: «Sto cominciando a leggere il nuovo romanzo di Italo Calvino!» O se non vuoi non dirlo, speriamo che ti lascino in pace. Prendi la posizione più comoda: seduto, sdraiato, raggomitolato, coricato. Coricato sulla schiena, su un fianco, sulla pancia. In poltrona, sul divano, sulla sedia a dondolo, sulla sedia a sdraio, sul pouf. Sull’amaca, se hai un’amaca. Sul letto, naturalmente, o dentro il letto. Puoi anche metterti a testa in giù, in posizione yoga. Col libro capovolto, si capisce. Certo,

Tina Anselmi, la ragazza della Repubblica

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  È il titolo, di per sé emblematico, di un libro pubblicato da Graphofeel Edizioni ed opera di Chiarastella Campanelli. Un volume biografico che ripercorre la vita, appassionante come un romanzo, di Tina Anselmi, prima donna a diventare ministro della Repubblica italiana. Una figura femminile straordinaria e modernissima, il cui ruolo nella storia d’Italia va approfondito e riscoperto.  Una donna energica, schietta e coraggiosa, che non si tirò indietro di fronte a prove durissime, come quella di annunciare alla famiglia la morte di Aldo Moro. Cattolica convinta, improntò la sua attività politica al rispetto della laicità dello Stato, lottò per la parità salariale delle donne con fermezza e totale indipendenza di giudizio. Consapevole che sarebbe stata la fine della sua carriera politica accettò di presiedere la Commissione d’Inchiesta sulla P2, anteponendo il bene comune a ogni altra considerazione. Conservò intatto per tutta la vita l’amore per la natura, per la semplicità e p

"Uno scomodo commissario" di Daniele Benati vince la II^ edizione del Premio letterario Città di Salsomaggiore

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Si è svolta domenica 6 ottobre presso la Sala Mainardi del Palazzo  dei congressi di Salsomaggiore la cerimonia di premiazione della  seconda edizione del «Premio Letterario Città di Salsomaggiore». Dopo  il saluto dell’amministrazione comunale nella persona di Daniela  Isetti, assessore alla promozione del benessere della persona, Eddy  Lovaglio, organizzatrice dell’evento e Claudio Ardigò, hanno  proclamato i vincitori alla presenza dei finalisti intervenuti  all’evento. La giuria, capitanata dallo scrittore Valerio Varesi e composta dalla  giornalista della Gazzetta di Parma e critica d’arte Manuela  Bartolotti, dal giornalista Rai Luca Ponzi, dal critico letterario Claudio  Ardigò e da Giorgio Lambri, capocronista del quotidiano La Libertà  di Piacenza, ha decretato come primo classificato il romanzo «Uno scomodo commissario» di Daniele Benati , ispirato alla tragica  vicenda del commissario Guido Cammeo, la cui unica colpa fu quella  di essere ebreo durante la dittatura di Mussoli

Breve dialogo sulla felicità: come non sprecare il tempo e vivere felici

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  « Breve dialogo sulla felicità » è un racconto che nasce dall'incontro tra l'autore del libro, Frank Iodice, e José Pepe Mujica, ex presidente della repubblica uruguaiana. Un personaggio emblematico, quest'ultimo, che deve la sua popolarità non tanto alle vicende politiche e biografiche, per quanto notevoli, ma alla scelta di adottare uno stile di vita parco e frugale che lo ha portato a rinunciare a vivere nel palazzo presidenziale e a rifiutare gran parte dello stipendio da presidente. Il libro, mutuando il genere classico del dialogo, porta in scena le convinzioni di un floricoltore e quelle di un giovane barista. Espediente, questo, che richiama certe operette morali leopardiane. Si pensi al « Dialogo di un venditore di almanacchi e di un passeggere » dove, con ironia, Leopardi sosteneva la propria filosofia ponendo a contrasto due persone quanto mai diverse. Allo stesso modo, facendo le dovute proporzioni, Iodice espone le convinzioni di Pepe Mujica, che risult

Tre poesie sull'Amicizia - Tagore, Camus e Mariani

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    Non camminare davanti a me – Albert Camus Non camminare davanti a me, potrei non seguirti; non camminare dietro di me, non saprei dove condurti; cammina al mio fianco e saremo sempre amici. Non celare il segreto del tuo cuore – Rabindranath Tagore Non celare il segreto del tuo cuore, amico mio. Dillo a me, solo a me, in segreto. Tu che sorridi tanto gentilmente, sussurralo sommessamente, il mio cuore l’udrà, non le mie orecchie. […] Dimmi tra lacrime esitanti, tra sorrisi titubanti, tra dolore e dolce vergogna, il segreto del tuo cuore!       I miei amici – Marina Mariani I miei amici non mi cercano, non m’invitano a pranzo, non mi telefonano mai; non mi mandano auguri per Natale ma sono miei amici.   Non mi fanno regali, non m’aiutano a vivere con raccomandazioni o altre cose; ma mi aiutano a vivere perché sono miei amici. […] Non ci facciamo carezze d’amore né di solidarietà né di pietà.   Pure - bisogna dar credito al prodigio, e l

Miseria nera di Paul Verlaine: scritti inediti del poeta francese

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  Oggi vi voglio parlare di "Miseria nera", un volume che raccoglie due scritti inediti del poeta Paul Verlaine, "Mes hopitaux" e "Quinze jours en Holland". Il volume fa parte della collana "I grandi inediti" di Edizioni della Sera, che ci ha già proposto letture da Bram Stoker e Jules Janin, e che ci permette ogni volta di approfondire la nostra conoscenza dei classici con proposte originali e frutto di un appassionato lavoro di ricerca. Da rimarcare, soprattutto, il fatto che ci ricordi sempre che i classici non sono realtà cristallizzate in un canone fisso, ma semmai in costante divenire. Una storia fatta di autori che entrano ed escono, a seconda delle epoche, che vengono dimenticati e poi ritornano alla ribalta. In questo quadro confuso e non definito, è un bene che gli editori si facciano portatori di idee, raccogliendo e proponendo nuovi testi o recuperandone altri usciti dal catalogo. Analogo ruolo possono avere, in questo senso, anche