lunedì 2 ottobre 2017

Tra fumetto e letteratura: Mercurio Loi, novello “Sherlock Holmes”






“Non sono fra coloro che considerano la modestia una virtù. Per un uomo dotato di logica, tutte le cose andrebbero viste esattamente come sono, e sottovalutare se stessi significa allontanarsi dalla verità almeno quanto sopravvalutare le proprie doti”. Queste parole, che Conan Doyle affida a Sherlock Holmes per descriverlo, calzano a pennello anche per il personaggio di Mercurio Loi. Arrogante, vanitoso, saccente investigatore che opera nella Roma dei primi dell'800, Mercurio è il protagonista di una serie di fumetti per Sergio Bonelli editore. Fumetti colti e raffinati, anomali, per tanti aspetti, nella produzione bonelliana, che vivono più sui dialoghi che nell'azione, e che risultano anche persino difficili da catalogare in un genere. Pochi i personaggi in scena, trame intricate e complesse, sono tra le sue caratteristiche e il lettore è costantemente sollecitato all'attenzione e alla riflessione. Spesso bisogna fermarsi a rileggere e a pensare, cosa non proprio usuale per un fumetto, seppur d'autore. Come Sherlock, anche Mercurio ha il suo Moriarty, ossia Tarcisio, con cui intreccia sfide basate soprattutto sull'intelligenza e la deduzione, e il suo dottor Watson, Ottone, figura però più complessa del suo alter-ego.
Lo sceneggiatore, il padre vero e proprio di Mercurio, è Alessandro Bilotta. I disegni di copertina sono di Manuele Fior. Nei primi cinque numeri, finora giunti in edicola, si sono susseguiti ai disegni Matteo Mosca, Giampiero Casertano, Onofrio Catacchio, Sergio Gerasi e Andrea Borgioli.
La serie, interamente proposta a colori, vede un altro grande protagonista, la città di Roma. Una città vista nei suoi lati più inquietanti e misteriosi, ricca di pericoli e segreti. Tra le pagine capita di trovare riferimenti e citazioni del “Fiore”, attribuito a Dante Alighieri, o di Giacomo Leopardi, con una forte attenzione agli elementi culturali e letterari.
Una svolta interessante nella produzione della casa editrice Bonelli, che negli ultimi anni propone sempre più spesso intrecci che traggono suggestione dai classici della letteratura, in un gioco piuttosto affascinante per noi lettori. Fumetti più maturi, per tanti aspetti, che si rivolgono a un pubblico di adulti. Scelta senz'altro condivisibile, anche perchè quello è il pubblico del fumetto in Italia, oggi. Come noto, gli adolescenti e il pubblico giovanile in genere sono perduti per il fumetto, purtroppo, e hanno ben altri passatempi.
Simbolo, in un certo senso, di questa nuova linea, è la collana “Le Storie”, che ha messo in scena spesso intrecci giocati sulla storia e la letteratura, dalla Rivoluzione Francese a Omero, e che nell'ultimo numero passa con disinvoltura da Agatha Christie a Isaac Asimov. “Le Storie” dove, e non è un caso, anche Mercurio Loi ha fatto la sua prima apparizione.


2 commenti:

  1. Un articolo recensivo molto interessante. Sono stato in passato un lettore di fumetti dove l'azione, le sfide muscolari erano il fulcro delle storie, questa nuova serie apre un nuovo spazio comunicativo molto seducente. Una recensione appassionante che invita alla lettura per approfondire l'interesse sucitato.

    Un caro saluto
    Francesco

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  2. Ambizioso nel progetto, ma artefatto in quelle che non sono prove di logica: piuttosto, lavorii dello sceneggiatore, talvolta maldestri, altre volte noiosi, per far tornare i conti. Non nascono tutti Hitchcock. Lo gravano, inoltre, leziosità anche irritanti, e trovate inverosimili: forzature al limite dell'inesattezza storica. Basta decidere di non aspirare al rango di fumetto colto e tutto scorre...

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