I libri di storia si soffermano lungamente sulle
doti strategiche del conte, e sulla capacità di coinvolgere Napoleone III
nell'impresa italiana, avvalendosi di vari sotterfugi, tra cui l'abilità della
cugina Virginia Oldoini, contessa di Castiglione, la cui relazione con
l'imperatore dei francesi risulterà decisiva per la causa italiana. Cavour, che
già aveva sostenuto francesi e inglesi nella guerra di Crimea con l'invio di un
contingente militare piemontese, riuscì, grazie all'appoggio della Oldoini, ad
ottenere un incontro segreto con Napoleone presso la cittadina di Plombières.
In quell'occasione, il conte otteneva l'appoggio dei francesi contro il nemico
austriaco, purchè questi ultimi avessero attaccato per primi. Come noto,
quell'accordo gettò le basi per la vittoriosa Seconda guerra d'indipendenza.
Poco noti, e poco scandagliati dagli storici,
sono invece i primi quarant'anni di vita del grande statista, quelli precedenti
alla sua stagione “politica”.
A trattare di quel periodo, importante per
approfondire la sua figura storica, contribuisce oggi il volume “Cavour prima
di Cavour” (Rubbettino editore, 2021) di Franca Porciani, giornalista e
scrittrice, per molti anni firma del “Corriere della Sera”.
Che faceva dunque il conte durante
la sua giovinezza?
Fu un uomo del suo tempo, un
imprenditore agricolo che, pur essendo figlio cadetto, e quindi escluso dal
patrimonio della sua ricchissima famiglia, seppe distinguersi
nell'amministrazione delle tenute di Grinzane (Cuneo) e Leri (Vercelli),
modernizzando i metodi di produzione del vino e del riso. Seppe anche godersi
la vita, si direbbe oggi, visto che viaggiò a lungo e amò diverse donne, una
delle quali, la genovese Anna Giustiniani, detta “Nina”, giunse anche al suicidio
per lui.
Un centinaio di pagine in cui
Franca Porciani ci accompagna, a metà tra il reportage giornalistico e la
ricerca storica, alla conoscenza di un personaggio di cui ci rendiamo ben
presto conto di conoscere ancora poco, ben diverso dal “Cavour” cristallizzato
dai libri di storia, a cui siamo abituati.