sabato 6 febbraio 2016

Carnevale in... filastrocca, con D'Annunzio e Rodari




Cari lettori, siamo nel pieno della settimana di Carnevale e ci sembra giusto dedicare un post a questa ricorrenza, tanto amata dai bambini e non solo. A quanto si dice, la parola carnevale deriva dal latino “carnem levare” (eliminare la carne), poiché indicava il banchetto che si teneva l'ultimo giorno di Carnevale (Martedì grasso), subito prima del periodo di astinenza e digiuno della Quaresima, e designa una festa che ha origini antichissime. Il Giovedì grasso è già passato e, in attesa del Martedì, che chiuderà i festeggiamenti carnevaleschi, vi vogliamo presentare due simpatiche filastrocche a tema, opera di due grandi della nostra letteratura, Gianni Rodari e Gabriele D'Annunzio. A presto!




Filastrocca di Carnevale, di Gabriele D'Annunzio


Carnevale vecchio e pazzo
s'è venduto il materasso
per comprare pane e vino
tarallucci e cotechino.
E mangiando a crepapelle
una montagna di frittelle
gli è cresciuto un gran pancione
che somiglia ad un pallone.
Beve e beve e all'improvviso
gli diventa rosso il viso,
poi gli scoppia anche la pancia
mentre ancora mangia, mangia…
Così muore Carnevale
e gli fanno il funerale,
dalla polvere era nato
ed in polvere è tornato.






Carnevale, di Gianni Rodari



Carnevale in filastrocca
con la maschera sulla bocca,

con la maschera sugli occhi,

con le toppe sui ginocchi.
Son le toppe di Arlecchino,
vestito di carta poverino
Pulcinella è magro e bianco
e Pierrot fa il saltimbanco
Pantalon dei Bisognosi dice:
“Colombina, mi sposi?”
Gianduia lecca un cioccolato e

Meneghino gli sta di lato

Gioppino col suo randello,
mena botte a Stenterello.
Per fortuna il dottor Balanzone
gli fa una bella medicazione,
poi lo consola: “E’ Carnevale
e ogni scherzo per oggi vale”.




















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