venerdì 7 agosto 2015

L'uccisore: Cesare Lombroso si scopre detective



Torino, 28 ottobre 1899. Cesare Lombroso, il più famoso criminologo italiano, sta viaggiando in compagnia della sua guardia del corpo per raggiungere il luogo di un appuntamento segreto. Ha fretta, una medium potentissima ha chiesto di parlargli, gli deve confidare dei segreti, si fida solo di lui. Gli consegnerà, in fin di vita, un astuccio d'avorio su cui è incisa la scritta “Mater Nigra”. Nel frattempo, a Roma, “l'angelo col sorriso d'oro” percorre la città inquieto. Sta cercando le sue vittime, e non sono vittime scelte a caso.
Più di un secolo dopo, nel 2014, il corpo di una suora, mutilato in modo orrendo, viene ritrovato crocifisso con quattro chiodi da alpinismo. Ben presto, il collegamento con i fatti del passato risulta chiaro, e la Squadra Anti Sette della Polizia di Stato inizia le proprie indagini. Queste, in sintesi, le prime pagine de “L'uccisore” di Gino Saladini (Milano, Rizzoli, 2015). Gino Saladini, medico legale, criminologo e docente universitario, è anche un personaggio piuttosto noto al pubblico televisivo, visto che viene spesso invitato in veste di esperto a trasmissioni dedicati ai crimini e ai delitti.


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