Strano destino quello delle lapidi commemorative. Il loro scopo è quello di ricordare un personaggio, un fatto storico, un episodio significativo della storia di una comunità. Vengono collocate in luoghi pubblici, accessibili a tutti, affinchè tutti le leggano e, strano destino, si diceva… nessuno le legge. Passiamo distratti per le vie del Borgo, sempre indaffarati, e non ci curiamo di queste presenze silenziose e discrete. Ognuna di loro racconta una storia, tante storie.
Come
ci meravigliamo quando qualche nostro concittadino, più attento di
noi, ce le racconta!
Notavo,
in questi giorni, due lapidi che risalgono al giugno 1859, 150 anni
fa: piena epoca risorgimentale. L’Italia cercava da tempo,
vanamente, di liberarsi dal predominio austriaco. L’anno
precedente, 1858, il Conte di Cavour e Napoleone III avevano
stipulato un accordo segreto a Plombieres, che garantiva ai
piemontesi l’appoggio francese in caso di aggressione austriaca.
Non ci fu bisogno di attendere molto. L’anno successivo, nel mese
di aprile 1859, scoppiò il conflitto, noto come seconda guerra
d’indipendenza.
Poiché fu l’imperatore austriaco Francesco
Giuseppe a originarlo, inviando un ultimatum ai piemontesi, la
Francia scese in campo al nostro fianco. Fin da subito, l’esercito
franco-piemontese, guidato da Napoleone III, sconfisse ripetutamente
l’esercito austriaco, a Montebello (20 maggio), Palestro (30
maggio) e Magenta (4 giugno). Anche a Borgotaro, in quei giorni,
doveva esserci una certa animazione. La prima lapide di cui vogliamo
parlare è situata alla metà di via Cassio, e ci racconta un fatto
accaduto proprio il 5 giugno 1859. In quel giorno, verso sera, venne
ucciso il borgotarese Antonino Casali, barbitonsor
(barbiere) di anni 40, “reo di aver coraggiosamente inneggiato
all’aurora della sospirata indipendenza”. L’eco della
vittoriosa battaglia di Magenta, avvenuta il giorno prima, era giunta
evidentemente anche al Borgo, e aveva riacceso negli animi la
speranza di conquistare l’indipendenza dallo straniero: “Par
quasi di sentirlo inveire verso i soldati o qualche autorità ducale:
<<E’ finita! Ve ne andrete presto! Abbasso l’Austria. Viva
l’Italia! >>. Venne colpito a morte in piena via Cassio”.
(G. Bernardi, Borgotaro
: qualcosa che conosco,
Parma, Mup, 2005; p. 41).Gli
scontri più significativi della seconda guerra d’indipendenza,
comunque, erano ancora da venire. Decisive furono le battaglie di
Solferino e San Martino (24 giugno 1859). A quest’ultima si
riferisce la seconda lapide, collocata sotto il Pretorio, che è
dedicata alla memoria di Pietro Ferrari di Bartolomeo, nato a
Borgotaro nel 1834 e morto, appena 25enne, proprio nella battaglia di
San Martino. Su quelle colline, l’esercito piemontese, sempre
affiancato dagli alleati francesi, aveva combattuto strenuamente gli
austriaci. Attacchi e contrattacchi, sotto un violento temporale.
Le
sorti della battaglia che ora sembravano arridere ai piemontesi ora
agli austriaci. Infine, la battaglia si era conclusa a nostro favore.
Ma a quale prezzo! Decine di migliaia furono i morti, da una parte e
dall’altra: una vera carneficina. Tra quei morti anche il nostro
Pietro Ferrari, borgotarese, patriota, morto “per far la patria
una-libera-indipendente”.
C'è da dire che le lapidi antiche con i segni del tempo, i simboli (che belli il berretto frigio e la stella!!!), e la loro ingenuità sono vibranti di antico candore e parlano di tempi andati e valori profondi. Meritorio il tuo sforzo nel valorizzarle. Grazie!
RispondiEliminaRocco