domenica 3 aprile 2016

La morte di Gallieno Ferri: Addio grande Maestro!




Ci sono persone che ci accompagnano nel corso della nostra vita, fin dall'infanzia, avvolti nella magia delle pagine dei libri, del Cinema o dei fumetti. Persone che, proprio per questo, sentiamo vicine, come se fossero amici, amici che crediamo saranno sempre al nostro fianco, quasi fossero immortali. Leggere della morte di Gallieno Ferri mi ha fatto questa impressione. Ferri è come Zagor, mito ed eroe della gioventù, eterno e sempre giovane. Nel mio caso, la notizia si colora di ancora maggiore rammarico, perchè io Gallieno Ferri ho avuto la fortuna di incontrarlo anche di persona, esattamente due anni fa, e nell'incontro personale la sua figura non ha perso smalto, perchè Gallieno si è rivelato un grande anche nella vita, non solo nell'arte. 
Un uomo di antica signorilità, dai modi garbati, cortesi, con cui sedersi al tavolo di una trattoria e parlare di tutto, non solo di Zagor, senza imbarazzi, perchè era una persona alla mano, senza superbia, che non si atteggiava, nonostante fosse uno dei più grandi disegnatori viventi del fumetto popolare.
Lo avevamo contattato per un pubblico incontro a Borgotaro, dove aveva alcuni lontani parenti, e aveva risposto subito di sì, con grande entusiasmo, e ci aveva ringraziato. Sì, lui aveva ringraziato noi, che non pensavamo neppure fosse possibile avere come ospite un personaggio del suo calibro.
Era giunto in macchina e si era presentato nel salone dell'incontro con un certo anticipo. Alto, distinto, con un largo cappello sulla testa. Si era scusato dicendo che si stava curando da un brutto male e aveva perso i capelli. Un uomo energico eppure dolce, che ha accolto con disponibilità le domande del folto pubblico accorso quel pomeriggio a Borgotaro da ogni angolo della provincia e oltre. Ricordo ancora le domande che gli ho rivolto in quell'occasione e l'onore che ho avuto di sedermi al suo fianco. 
Avevamo pensato di rivederci ancora, per un'altra presentazione, e lui pensava di ritornare in occasione di una Fiera del Fungo, ma purtroppo non è stato così.
Oggi, piangendo la sua scomparsa, una marea di immagini mi tornano alla mente, le tante copertine bellissime, le atmosfere cupe di certi Zagor degli anni 70/80 in cui dava il meglio di sè, in cui gli stati d'animo del personaggio trasparivano anche solo dagli occhi del protagonista, delineati con una maestria che non ha più avuto eguali. E poi la copertina dello Zagor in edicola questo mese, appena comprata, con Zagor e Cico che incedono e si avventurano nell'ennesimo mistero. 
Un'altra copertina da incorniciare, come da oltre 50 anni a questa parte, dal primo numero fino ad oggi, oltre 600 albi. Sarà difficile abituarsi a un'altra mano, a uno Zagor senza Gallieno. 
Perchè Gallieno Ferri era Zagor, e Zagor era Gallieno Ferri.

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