lunedì 9 marzo 2020

Napoli, 9 marzo 1562, divieto di baciarsi in pubblico. Per limitare i contagi?



In questi giorni in cui le televisioni, i giornali e i social ci raccomandano continuamente di non baciarsi, abbracciarsi e stringersi la mano, per evitare di propagare il contagio del Covid-19, mi è tornato alla mente che proprio il 9 marzo di tanti secoli fa, una legge analoga veniva approvata nel Regno di Napoli.
In verità, le ragioni per cui quella legge, che vietava di baciarsi in pubblico, fosse stata approvata, non sono tanto chiare neppure oggi. Secondo quanto scrive Agnese Palumbo, nel suo libro “101 storie su Napoli che non ti hanno mai raccontato” potrebbe darsi che la disposizione fosse legata al bisogno di proteggere le donne che, a quei tempi, erano spesso soggette a tentativi di violenza. Non potendo facilmente capire quando le effusioni pubbliche erano un tentativo di approccio o una vera e propria violenza, i legislatori pensarono bene di vietarle tutte, cercando di stroncare sul nascere i tentativi di violenza e di stupro.

Altre fonti, invece, considerando che la pena prevista era la condanna a morte, hanno ritenuto che dovesse esserci qualcosa di più, e di più pressante, che aveva spinto a un simile provvedimento. A quei tempi regnava re Filippo II di Spagna, che governava il napoletano per mezzo del suo Vicerè Pedro Afàn de Ribera.
Quella legge potrebbe essere stata approvata anche per evitare la propagazione delle epidemie di peste che, in quei secoli, in modo ricorrente colpivano la penisola.
Anche a Napoli, purtroppo, la peste la conoscevano bene e solo pochi decenni prima, nel 1527, la malattia si era rifatta viva e il rischio di una recrudescenza della malattia era costante.
Una decina di anni dopo, invece, la peste avrebbe colpito duramente Venezia (1575-1577). I veneziani, poi, che navigavano nel Mediterraneo e commerciavano in lungo e in largo, erano stati a loro volta un ulteriore veicolo di diffusione dell'epidemia.
Per tornare al Regno di Napoli, come nel resto d'Italia, la peste sarebbe tornata a colpire duramente nel '600. Nell'anno 1656, in particolare, avrebbe ucciso circa 240.000 persone nella sola città partenopea, cioè oltre il 50% della popolazione totale. Anche se forse non ne avremo mai la certezza, mi piace pensare che quella strana legge del 1562 che vietava i baci, fosse stata pensata anche per limitare i contagi. D'altronde allora, senza le cure disponibili oggi, la prevenzione era ancora più importante.
In conclusione, anche se sono passati tanti secoli e se, grazie a Dio, la mortalità di questo nuovo virus Covid-19 non è paragonabile a quella della peste, certe buone pratiche, come quella di evitare l'affollamento e lo scambio di effusioni e di baci, sono sempre valide. E poi, se potete, restate in casa!



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