In
questi giorni in cui le televisioni, i giornali e i social ci
raccomandano continuamente di non baciarsi, abbracciarsi e stringersi
la mano, per evitare di propagare il contagio del Covid-19, mi è
tornato alla mente che proprio il 9 marzo di tanti secoli fa, una
legge analoga veniva approvata nel Regno di Napoli.
In
verità, le ragioni per cui quella legge, che vietava di baciarsi in
pubblico, fosse stata approvata, non sono tanto chiare neppure oggi.
Secondo quanto scrive Agnese Palumbo, nel suo libro “101 storie su
Napoli che non ti hanno mai raccontato” potrebbe darsi che la
disposizione fosse legata al bisogno di proteggere le donne che, a
quei tempi, erano spesso soggette a tentativi di violenza. Non
potendo facilmente capire quando le effusioni pubbliche erano un
tentativo di approccio o una vera e propria violenza, i legislatori
pensarono bene di vietarle tutte, cercando di stroncare sul nascere i
tentativi di violenza e di stupro.
Altre
fonti, invece, considerando che la pena prevista era la condanna a
morte, hanno ritenuto che dovesse esserci qualcosa di più, e di più
pressante, che aveva spinto a un simile provvedimento. A quei tempi
regnava re Filippo II di Spagna, che governava il napoletano per
mezzo del suo Vicerè Pedro Afàn de Ribera.
Quella
legge potrebbe essere stata approvata anche per evitare la
propagazione delle epidemie di peste che, in quei secoli, in modo
ricorrente colpivano la penisola.
Anche
a Napoli, purtroppo, la peste la conoscevano bene e solo pochi
decenni prima, nel 1527, la malattia si era rifatta viva e il rischio
di una recrudescenza della malattia era costante.
Una
decina di anni dopo, invece, la peste avrebbe colpito duramente
Venezia (1575-1577). I veneziani, poi, che navigavano nel
Mediterraneo e commerciavano in lungo e in largo, erano stati a loro
volta un ulteriore veicolo di diffusione dell'epidemia.
Per
tornare al Regno di Napoli, come nel resto d'Italia, la peste sarebbe
tornata a colpire duramente nel '600. Nell'anno 1656, in particolare,
avrebbe ucciso circa 240.000 persone nella sola città partenopea,
cioè oltre il 50% della popolazione totale. Anche se forse non ne
avremo mai la certezza, mi piace pensare che quella strana legge del
1562 che vietava i baci, fosse stata pensata anche per limitare i
contagi. D'altronde allora, senza le cure disponibili oggi, la
prevenzione era ancora più importante.
In
conclusione, anche se sono passati tanti secoli e se, grazie a Dio,
la mortalità di questo nuovo virus Covid-19 non è paragonabile a
quella della peste, certe buone pratiche, come quella di evitare
l'affollamento e lo scambio di effusioni e di baci, sono sempre
valide. E poi, se potete, restate in casa!
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